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RUBIANA – Una tragedia ha sconvolto il piccolo paese di Rubiana. Alessio Gianinet Aseglio, un bimbo di 9 anni, ieri è morto in ospedale a seguito di un incidente mentre stava giocando sulla pista di minimoto e go-kart di Ferriera ad Avigliana. L’incidente è avvenuto giovedì. Il piccolo ha perso il controllo del mezzo ed è caduto. Sul posto è intervenuto il 118: i soccorritori hanno trasportato il bimbo al Regina Margherita, ma dopo un giorno di agonia non c’è stato nulla da fare.
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Il bimbo è deceduto qualche ora dopo l’incidente
Non sono d’accordo proprio perché i pseudi aspiranti motociclisti pensano che una volta presa la patente siano i padroni Delle strade e super bravi…. purtroppo per questo angelo è stato un destino crudele ma sicuramente da grande sarebbe stato un vero motociclista con tanto di esperienza alle spalle….anche in sella ad una bicicletta si può morire…
Sono un papà con tre figli di cui due girano in pista sin da piccoli, purtroppo molte tutte le protezioni che già indossano i nostri piccoli piloti non bastano quando li vedo cadere ho sempre paura e spero sempre che si rialzano col le loro gambe .Oggi questo sport è abbastanza sicuro ma l’incidente è sempre in agguato e il rischio è alto ma la passione nostra e dei nostri piccoli piloti è più forte.
Anche mio figlio che ha 8 anni é già da 3 che va sia con le minimoto che motocross
Ha la mia stessa passione che si pericolosa ma é passione vera
Come dire di no ?
Certo che la consapevolezza non aiuta ma sono certo che il papà di questo piccolo pilotino sa che il suo bimbo faceva quello ché più gli piaceva…
Ho letto molti commenti e mi chiedo in primis come in un momento del genere si possano fare critiche oltretutto chi dice che certi sport non si fanno per accontentare l’ego dei genitori che il lunedì mattina lo devono raccontare a lavoro dico: li conoscevate? Sapete se davvero erano i genitori a volere questo sport? La passione non la può fermare nemmeno un genitore quindi non dovremmo giudicare.
Questo non si deve questo non si può questo non si dovrebbe……….nessuno sa che si può morire quando si fa qualcosa di piacevole è il destino a decidere . Cosa centra la legge lo stato è solo li per rubare soldi…….
Ho letto solo un sacco di stupidate senza parolo rispettate la famiglia e il piccolo angelo che nn ce più al posto di fare stupidi commenti senza sapere niente piuttosto evitate fate più figura ….un abbraccio forte alla famiglia ciao piccolo campione …..
Il destino non esiste… esiste l’avvenimento imprevisto, che purtroppo può colpire in qualsiasi momento, perché se sono seduta sul sofà e viene un terremoto e crolla la casa, posso morire sotto le macerie senza essermi mossa da casa… esiste però una branca della matematica che si chiama calcolo delle probabilità, e serve per calcolare la possibilità che si verifichi un evento… ora, è ovvio che se vado a fare bungee jumping dal ponte di Exilles corro qualche rischio in più che se vado a fare una passeggiata a Pian Cervetto… poi per carità, magari mentre vado a Pian Cervetto, viene un temporale e mi cade un fulmine in testa, mentre mi butto 10 volte dal ponte di Exilles con l’elastico e non mi accade nulla! Dove voglio arrivare? Nessuno di noi può evitare totalmente gli imprevisti, gli incidenti e la morte, però oggigiorno la vita agli occhi delle persone vale sempre meno e si praticano sempre di più sport rischiosi, come se si dovesse per forza guardare la morte in faccia. Per es. in questi fine settimana estivi vedo moltissimi motociclisti adulti rischiare la vita sulle statali della Valle di Susa, semplicemente perché nutrono disprezzo per il codice della strada, se ne infischiano dei limiti di velocità, sorpassano sui tracciati che servono per gli automobilisti e motociclisti che devono svoltare a sinistra, scendono dal Moncenisio come se fossero su una pista motociclistica non interessandosi minimamente di chi sta salendo con l’auto etc, e la cosa gravissima è che mettono a rischio non solo la loro vita ma anche quella degli altri automobilisti o motociclisti o ciclisti e persino dei pedoni. Questo lo trovo molto triste, perché la vita è un dono che va apprezzato e assaporato, non sfidato. Inoltre molti genitori vogliono che i figli siano per forza dei campioni, incitandoli a correre rischi inutili. Una volta il compito del genitore era proteggere i figli, per quanto possibile, dagli incidenti, adesso invece i genitori sembrano bambini anche loro. Qualcuno dice che in questi giorni molti sono morti anche in bicicletta, ed è vero, molti campioni si allenano sulle statali dove automobilisti stressati e incuranti del codice stradale vanno troppo veloci, e non si accorgono nemmeno delle biciclette o dei pedoni che viaggiano sulla stessa strada. Ma se i bambini fossero solo bambini, e i genitori regalassero ancora loro la biciclettina da bambino con il casco, e li portassero a fare delle belle passeggiate nelle strade di campagna che ancora ci sono in Valle di Susa, e non sulle statali molto pericolose, le famiglie condividerebbero dei bei momenti, e il rischio è sicuramente minore che in preparazione di una gara di moto. Lo stesso dicasi per belle passeggiate in montagna, come si faceva una volta, con la famiglia, ad ammirare le bellezze della montagna, certo non parlo di chi scala il Monte Bianco rischiando la vita, ma di semplici camminate su sentieri alla portata di tutti. I bimbi dovrebbero restare bimbi, sporcarsi con il fango, correre nei prati, giocare con i Lego, con le macchinine, con le bambole, creare giochi di fantasia, ma sempre al loro livello, non è giusto che già a 4 o 5 anni debbano essere dei piccoli adulti e rischiare la vita per preparare delle gare che alla fin fine servono per soddisfare l’ego dei genitori che il lunedì possono raccontare ai colleghi che il loro bimbo ha vinto la gara. Le gare di moto lasciamole fare a Valentino Rossi, che rischia la vita, ma almeno è adulto e cosciente di quello che fa, ma non rubiamo l’infanzia ai bimbi, diamo loro cose semplici, di tutti i giorni, non chiedono altro che la compagnia e l’amore della famiglia, non hanno bisogno di essere campioni per essere felici…
Molto ben scritto, Gwen, grazie. Concordo con ogni tua parola.
gran brutta cosa un abbraccio alla famiglia.ora guardate in cielo magari lo vedete scorazzare con la motoretta nei vostri pensieri,e questo vi potra aiutare a superare il vuoto incolmabile che una cosa simile forma
LASCIATE I BAMBINI GIOCARE, VIVERE LA LORO INFANZIA…
Un piccolo angelo non dovrebbe morire, per soddisfare le aspirazioni degli adulti!
Aveva solo otto anni…
Penso che in casi del genere le parole giuste non esistono,la moto è sempre stata la mia paasione,mio figlio amava e ama la moto,poi dopo un incidente con un’auto che non ha rispettato la precedenza e la sua ragazza ha perso la vita,ha deciso di smettere.
Sono contento di questa sua decisione ma ripeto la passione della moto non riesci a controllarla,devi solo sperare di essere fortunato,tutto il resto non conta nulla.
Condoglianze di cuore alla famiglia che di colpe non può averne se non quella di aver permesso al bimbo di seguire una passione naturale per le corse……..
COSA DIRE UN DOLORE DOPPIO LI O VISTI 2 MESI PRIMA AVAVNO PRESO IL CANE DEL MIO EXVICINO DI CASA , PERSONE BUONE RIPOSA IN PACE UN ABBRACCIO GRANDE GRANDE ALLA MADRE !!!!!! E PADRE !! DA BORGONE SUSA . IO SONO MAMMA VI SONO VICINA .
ho letto molti commenti, ognuno ha la sua opinione e di fronte alla morte, a maggior ragione di un bimbo, non me la sento di ergermi a critico di questo o quel pensiero.
Il piccolo faceva quello che amava, uno sport, come tanti; sulla probabilità maggiore o minore di incidenti legati al tipo di sport credo faccia bene ricordare Hyden, ha fatto di tutto e di più in sella ad una moto a 300 all’ora e se ne è andato a cavallo di una bicicletta.