TRAGEDIA IN VALSUSA: RAGAZZA SI UCCIDE GETTANDOSI DAL PONTE DI EXILLES

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EXILLES – Tragedia in alta Valsusa. Nella tarda mattinata di martedì 26 settembre i vigili del fuoco sono intervenuti al ponte di Exilles lungo la statale 24, conosciuto ai più come “il ponte della morte”. Una ragazza si è gettata nel vuoto togliendosi la vita: si è lanciata da un’altezza di circa 80 metri. La ragazza aveva 29 anni ed era residente ad Almese. Sul posto è intervenuto l’elicottero Drago 154 dei vigili del fuoco per il recupero del corpo della donna. Il ponte “della morte” ad Exilles è stato negli anni passati già luogo di altri drammi: nell’agosto del 2011 fu un sedicenne di Bussoleno a buttarsi da là per una delusione d’amore, mentre nel 2010 si suicidarono nello stesso posto una coppia di anziani. Nel maggio 2012 la stessa sorte toccò ad un giovane di Milano, mentre nel giugno 2013 si uccise buttandosi da quel ponte un 27enne torinese, nel 2015 stessa sorte toccò ad un anziano, mentre nell’ottobre 2020 fu una ragazza a togliersi la vita nello stesso luogo.

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13 COMMENTI

  1. Spiacerà pure per il ponte antico, ma o lo si mette in sicurezza o si abbatte, non si può assistere inermi a tante tragedie… è vero, magari avrebbero trovato altri posti, ma vi sono luoghi più evocativi di altri, non fosse altro che per emulazione…
    Le più sentite condoglianze alla famiglia per la gravissima perdita

    • Gentile Gwen,
      pur rispettando il tuo parere non mi sento di concordare nella sostanza. Il mio primo pensiero (ed in modo presuntuoso affermo) anche quello di tutti quanti, dovrebbe andare alla ragazza. Ciò che mi strugge è il fatto che la società (composta da tutti noi) non sia stata in grado di percepire il suo disagio e porvi rimedio prima dell’estremo gesto. Concordo con te che non si possa assistere inermi a tragedie simili, ma non sarà recintando i ponti che si risolve il problema. Ritengo che il mettere una toppa quando si manifesta un problema sia una sciocchezza. Si dovrebbe, a mio parere, essere meno egoisti, più empatici ed aperti al confronto con chi ci circonda, anche anzi, soprattutto con coloro che non condividono le nostre idee.
      Purtroppo, però, siamo in Valsusa. Un luogo potenzialmente vivibile, piacevole e dalle grandi potenzialità. Ma invece popolato da campanilismi sciocchi, posizioni idealistiche anacronistiche e residenti malmostosi.

      Se qualcuno vedesse riconosciuto in questo amaro commento, sappia che la cosa è normale… Siamo Valsusini

    • Ma piantatela con queste stronzate che se uno non si butta da quel ponte si butta da un altro (tipo 50 metri più in là da quello della Ststale) o si fa tritare da un treno. Chi la vuole fare finita un modo lo trova, e non sarete certo voi a togliergli l’idea chiudendo un ponte.

  2. Gwen, non si può mica abbattere ogni cosa da cui si butta qualcuno!!! Allora eliminiamo le ferrovie, dato che la gente si butta sui binari….

  3. Magari bisognerebbe tornare parlare di senso della vita, che, per chi più e per chi meno, è complicata per (quasi) tutti.
    Da riflettere che a togliersi la vita non siano i migranti, che hanno abbandonato il passato e forse non hanno futuro.

  4. Uguale triste problema esisteva al ponte di Cuneo meta di circa un centinaio di suicidi ; hanno messo una rete anti scavalcamento che è ovviamente possibile superare , ma psicologicamente comporta una difficoltà e possibilità di un ripensamento e questo ha salvato numerose vite . Forse e dico forse sarebbe servita anche per questa ragazza il fermarsi un’attimo a pensarci su . Senza essere retorico , ma la vita per quanto ponga ostacoli che a volte sembrano insormontabili , vale sempre la pena di viverla se non altro per vedere come va a finire .

  5. …il discorso è molto complesso e non si risolve togliendo ponti, frequentando gente diversa, facendosi aiutare o non essere valsusini. Spesso si scatenano forze endogene, chimiche, generate dai motivi inconsci più diversi, che portano la mente completamente fuori dal controllo razionale di sé stessa. Anche la persona più solare e positiva che cade inspiegabilmente in questo inferno, in poche parole, …riterrà “normale” il farla finita, così come mangiare una pizza. Quando guarda la TV pensa a questo, quando gli amici parlano pensa a questo, sempre e solo a questo …poi deve solo scegliere il modo.
    Auguro a tutti di non dover mai confermare quanto ho scritto …ma 15 anni fa ne sono uscito vivo.

    • Hai centrato il problema. Purtroppo, oltretutto, i problemi che riguardano la mente sono ancora considerati un tabù, quindi si fa molta fatica anche a trovare qualcuno (che non sia uno specialista) con cui parlarne.
      Personalmente mi è successo, mi vergognavo e ho tentando di andare in cura a Torino, dove nessuno potesse conoscermi. Poi quella strada non ha funzionato completamente, e ho capito che avere un problema e farsi aiutare non è sbagliato, non si è strani, si è umani.
      Spero che questo “disprezzo” per i problemi della mente passi il più presto possibile, e dire che uno soffre di depressione sia percepito come uno che ha l’influenza: una cosa normale, che può capitare a tutti.

  6. Vogliamo allora parlare del ponte di Alpignano? Il problema non sono i ponti, non sono i laghi o le ferrovie… il problema è l’indifferenza della società di fronte al disagio di alcune persone.
    “Pensa a te e non ti curar di loro…”
    Purtroppo in questo paese si parla del fatto solo dopo che è accaduto, si straparla sul come evitarlo ma non si parla mai sul come prevenirlo, magari aiutando e risolvendo il disagio di questi poverini, prima che optino per il gesto estremo.

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