TURISMO DELLA NEVE / ACCORDO TRA SOCIETÀ DEGLI IMPIANTI E UNCEM PER CREARE NUOVI BACINI PER LA NEVE ARTIFICIALE 

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Una nuova sinergia tra i Comuni sede di impianti sciistici e le imprese che gestiscono il trasporto a fune. Uncem e Arpiet stringono un patto per potenziare l’offerta turistica, generare nuovi investimenti, realizzare un piano pluriennale di opere relative all’arroccamento e alla disponibilità idrica nelle stazioni, unire piccole e grandi stazioni. Le due associazioni hanno incontrato sindaci e imprenditori di trenta località vocate al turismo invernale per definire opportunità e strategie da sottoporre alla Regione, al Governo e ai Parlamentari piemontesi. 
“Un euro speso nello sci ne vale altri 10 nell’indotto, per un gettito totale di 700 milioni di euro annui – ribadisce Giampiero Orleoni, presidente Arpiet – La crisi dello scorso inverno ha fatto capire alla politica quanto sono importanti gli investimenti sugli impianti di innevamento. Abbiamo consultato i nostri associati ed emerge la necessità di investimenti in questa direzione per 23 milioni di euro”. In molti casi si tratta di realizzare piccoli bacini idrici, sotto i 50mila metri cubi, o realizzare nuove reti di tubazioni per raggiungere i cannoni per l’innevamento. La necessità tocca tutti, dalla Via Lattea ad Alagna Valsesia, da Limone Piemonte a Varzo, da Sampeyre a Bardonecchia, da Ala di Stura a Stresa (Mottarone). “Abbiamo proposto alla Regione un piano per questi bacini – spiega Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – Le aziende sono disponibili a cofinanziare. Finalmente abbiamo un piano di investimenti totale, implementabile e pluriennale. Non chiediamo più come in passato soldi per ripianare perdite, bensì risorse per investimenti che generano ricadute economiche sui territori, in inverno e in estate. Si possono usare fondi europei, ad esempio del Piano Juncker. Servono tagli di richieste da venti milioni in su. Dobbiamo riuscirci”.

Sul tema innevamento e bacini, Uncem e Arpiet hanno già condiviso un percorso con il ministro Costa e con altri Parlamentari piemontesi. Anche la Regione, con l’assessore Parigi ha dato disponibilità a uno studio unico che comprenda tutte le esigenze dei comprensori piemontesi. Molti ad esempio hanno già i progetti nel cassetto. Il tema sarà oggetto di in convegno nazionale previsto per la metà di settembre alla Camera dei Deputati, alla presenza del Ministro Costa e del presidente nazionale Uncem Enrico Borghi. 
Uncem è al lavoro con Arpiet anche per trovare elementi di semplificazione nella legislazione regionale da sottoporre a Giunta e Consiglio. Una necessità che nasce dalla disponibilità data dalla Regione a lavorare in questa direzione, già concretizzata in due testi normativi. “Si apre una fase nuova – prosegue Orleoni – per favorire la maggiore fruizione degli impianti sul lato piemontese delle Alpi e affrontare la concorrenza delle Regioni a statuto speciale e della Francia, dove gli investimenti pubblici per supportare chi gestisce gli impianti a fune sono decine di volte superiori ai nostri. Il patto riguarda anche piccole e grandi stazioni, nuovamente insieme nella promozione. L’esistenza e la vitalità delle prime è indispensabile. Le piccole sono una palestra, un luogo adatto alle famiglie, ai bambini, alle scuole sci che poi si aprono ai grandi comprensori. Non servono contrapposizioni, ma un piano integrato di investimenti e marketing nel vendere l’intero Piemonte Neve”.

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2 COMMENTI

  1. Trovo personalmente che per le piste di sci, si investano moltissimi ettari di territorio privassimo di tornaconto per la collettività ma solo a favore di poche aziende che lavorano nel settore, ma vorrei ricordare che la montagna ed il territorio adoperato e di tutti ma come spesso in Italia uno gode e 99 guardano lo trovo iniquo, sarebbe interessante vedere i profitti e le ricadute di una macchina del genere, partendo dalla sestriere S.p.A … Che ricevono sovvenzioni di stato, terreno dello stato e di conseguenza dei cittadini, poi per sciare va lasciato uno stipendio .. Vergognoso… Almeno di assumere la popolazione al lavoro mista e far ricadute filantropiche sarebbe il minimo sindacale… Non assumere per un pugno di mesi la gente mentre fate miliardi a palate…

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