NOVALESA – Il piccolo principe” ora è anche in lingua Francoprovenzale. Curato nell’ambito degli sportelli linguistici della Città Metropolitana di Torino, il libro “Lo prinselhon” di Antoine de Saint-Exupéry è stato tradotto dal valsusino Matteo Ghiotto, referente degli sportelli linguistici francoprovenzali, con la supervisione scientifica di Matteo Rivoira dell’Università di Torino, coordinatore del progetto “Enti istituzionali in rete / Lingue Madri, Legge 482/99: Norme in tutela delle minoranze linguistiche storiche” e responsabile delle azioni legate al Dizionario informatizzato e alle 100 parole chiave del francoprovenzale.
L’idea di questa versione, opera del tutto inedita per l’area francoprovenzale piemontese, è di Ines Cavalcanti di Chambra d’Oc e di Diego Corraine della casa editrice sarda Papiros specializzata nella pubblicazione di libri in lingua sarda e nelle lingue minoritarie europee. “Si tratta di una grande opportunità per puntare i riflettori sulle nostre lingue locali – spiega Ghiotto – e per porre in rilievo tutte le loro potenzialità. È questo un modo per tentare di uscire dalla logica intimistica, che ha accompagnato da sempre l’immaginario dei parlanti, al fine di approdare a momenti di riconoscimento istituzionale e a un senso della lingua più alto e maturo. Speriamo che questo possa essere solo il primo di una lunga serie di libri in francoprovenzale e che siano molti coloro che vorranno leggerli, appassionarsi e avvicinarsi a questo immenso patrimonio”.
“Salvare una lingua, tornare a insegnarla, a parlarla, tornare a fare letteratura in lingua madre, è salvare la storia e la cultura di un popolo. Permettergli di guardare al futuro più consapevole delle sue radici”, hanno ribadito al salone Ines Cavalcanti e Barbara Cervetti, Consigliera della Città metropolitana di Torino, instancabile promotrice delle lingue madri, francoprovenzale, occitano e walser. “Abbiamo bisogno – proseguono Cervetti e Cavalcanti – di portare nelle scuole questo patrimonio. Non solo delle valli alpine. Il piccolo principe tradotto in francoprovenzale ci aiuterà in questa missione”. Impegno che vede mobilitato da anni anche Uncem, con numerose iniziative a supporto dei Comuni montani dove ancora si mantiene vivo il patrimonio linguistico e culturale delle lingue madri.
Sono 161 i Comuni piemontesi che hanno dato applicazione alla legge 482, dichiarando l’appartenenza a una minoranza linguistica. I residenti nei Comuni riconosciuti sono complessivamente 243mila, il 5,6 per cento della popolazione regionale: 165mila Occitani (3,8 per cento), 70mila Francoprovenzali (1,6 per cento), 8mila Walser (0,2 per cento). Lo conferma uno studio eseguito tre anni fa dall’Ires, l’Istituto di Ricerche economico e sociali del Piemonte, per conto della Regione Piemonte. Il numero medio degli abitanti dei Comuni è di 1.500; dei 161 Comuni, 102 hanno meno di mille abitanti. In Provincia di Torino, ci sono 43 Comuni francoprovenzali e 35 occitani. In Provincia di Cuneo, i Comuni occitani sono 71. Nella Provincia di Vercelli, 6 Comuni sono Walser, e altrettanti si trovano nel Vco.
Al Salone è stato presentato anche il “Premio Ostana: scritture in lingua madre”, che si terrà ad Ostana dal 2 al 5 giugno. Giunto alla sua ottava edizione, saranno gli 6 scrittori premiati in campo letterario nell’edizione 2016: Kola Tubosun per la lingua yoruba, Maria Clara Sharupi Jua per la lingua shuar, Salvatore Tommasi per la lingua grika, Joan Ganiayre per la lingua occitana, Tsead Bruinja per la lingua frisone, Lurdes Auzmendi per la lingua basca. Ai premi letterari si aggiungono da quest’anno due premi alla carriera artistica, uno dedicato alla composizione musicale e uno al cinema che vengono dati a Rocco de Santis e Renato Morelli.