di GABRIELLA PARENTE * (Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Buttigliera – Rosta)
La legge 119/2007, che ha introdotto l’obbligo vaccinale, ha anche imposto a noi Dirigenti scolastici di provvedere direttamente all’esclusione dalle scuole degli alunni dell’infanzia non in regola con le vaccinazioni. Trasferendo negli Uffici di presidenza (o, peggio ancora, ai cancelli d’ingresso delle scuole) gli aspetti più gravi di questa contrapposizione ideologica.
Ma le scuole sono luoghi che, per mandato sociale, devono garantire la qualità e la bontà delle relazioni educative e formative, a tutela della crescita e della migliore progettualità e serena condivisione delle idee e delle pratiche. Noi ci impegnano realmente, ogni giorno, a realizzare accoglienza e rispetto e sostegno reciproco, strategie di ascolto e di partecipazione. E ciò per tutti gli alunni, di tutti gli ordini, con particolare impegno per gli alunni dell’infanzia che affrontano i primi mesi e anni di scolarizzazione.
Ora, però, l’obbligo vaccinale attribuisce a noi Dirigenti il peggior compito possibile: escludere gli alunni dalle lezioni, qualora i genitori avessero ritenuto di non vaccinarli. E’ paradossale che i Dirigenti debbano divenire esecutori materiali dell’allontanamento, dell’esclusione, del rifiuto dei propri iscritti.
Siamo tutti tenuti a rispettare e applicare la Legge, noi Dirigenti, come anche i docenti e genitori.
Ma questa legge dà vita a un conflitto che, semplicemente, non dovrebbe svolgersi a scuola. E i Dirigenti si ritrovano nel mezzo: fra le famiglie NoVax, da un lato, che già minacciano azioni legali se non accoglieremo i loro figli; le altre famiglie, dall’altro, che promettono azioni altrettanto feroci se non saremo solleciti nell’escluderli.
Ma noi Dirigenti scolastici crediamo che allontanare da scuola un bambino di 3 o 4 o 5 anni sia gravissimo, se non traumatico. Specie a causa di motivazioni che lui per primo non sarà in grado di comprendere pienamente.
Tali conseguenze, forse sottovalutate all’inizio dai decisori politici, necessitano di ulteriori e ampie riflessioni pubbliche.
Noi non siamo virologi, né scienziati, né politici: la nostra vera competenza è quella sociale, culturale, relazionale. Abbiamo competenze specifiche nel costruire relazioni di fiducia e di comprensione e condivisione con le famiglie, che devono necessariamente essere i nostri partners educativi e formativi. Abbiamo competenze nel promuovere una cultura del rispetto delle diversità.
Realizziamo occasioni e progettualità che sviluppano la cultura scientifica e di ricerca, che promuova lo sguardo critico dei nostri allievi nei confronti di quanto avviene nel mondo. Le conseguenze del conflitto generato dall’obbligo vaccinale, invece, non ci riguardano.
Per prevenirle nel corso degli ultimi mesi abbiamo organizzato dibattiti e incontri nelle scuole sul tema e accolto le preoccupazioni, le paure, i dubbi di molti genitori.
A ben guardare, anche di queste azioni avrebbe dovuto farsi carico il Ministero della salute, sui diversi territori, con le competenze e le risorse più idonee. Ma noi Dirigenti scolastici ce ne siamo occupati volentieri: su molti temi importanti, come questo, spesso le scuole diventano agorà che valorizzano il confronto e l’informazione onesta, la divulgazione scientifica. Ma non vendiamo persuasione, non commerciamo opinioni né dati.
Su un argomento poi così delicato e intrusivo, in particolare, la scuola non può farcela da sola: vi si intrecciano fattori complessi come le predisposizioni individuali, la percezione e l’esposizione selettiva, le relazioni interpersonali e professionali, la pressione del gruppo e magari l’ascendente personale di un solo genitore…
La scuola avrebbe necessità di fare rete con altre agenzie educative e formative, con le quali è ben disposta a lavorare. Ciò per continuare a sostenere all’interno delle classi il necessario clima di moderato compromesso, di continua negoziazione degli interessi personali e di gruppo, del confronto pacato e della libera espressione delle proprie opinioni, in un processo mai interrotto di apprendimento e di socializzazione dei problemi e delle opportunità.
In conclusione, siamo convinti che la scuola non debba diventare bersaglio espiatorio delle tensioni sociali. Né noi Dirigenti essere costretti a scegliere fra assumere la parte di vittime (“dobbiamo applicare la legge”) o quella di insensibili carnefici (“non rischio il licenziamento sancito dalla legge!”).
Perché in tema di salute pubblica, la scuola può impegnarsi a realizzare progetti di prevenzione. E in tema di salute educativa e sociale, può realizzare interventi concreti, giocando all’attacco tutte le partite. Ma quella dell’espulsione dal campo dei giocatori (i nostri alunni), invece, è un ruolo da arbitri o da giudici di gara che, a priori, non ci appartiene.
Costringerci a giocare questa partita, o questa guerra, da giustizieri, significherebbe perdere tutti.
* Questo testo è la comunicazione ufficiale pubblicata sul sito della scuola dalla preside di Buttigliera e Rosta.
grazie a nome di tutti i genitori perseguitati da questa legge aberrante. Un Grazie di cuore per la libertà di scelta.
I veri perseguitati sono un’altra cosa, voi siete solamente ignoranti.
franco non ti conosco ma sei un grandeeeee
Signor Elio, la sua libertà di scelta non deve implicare conseguenze o problemi ad altri. Credo che questo elementare principio sia alla base di ogni relazione sociale. Le conseguenze di una legge poi possono essere anche crudeli,aberranti, inadeguate ed in tal caso modificate (e non succede solo nel caso in discussione,ne possiamo citare moltissimi altri casi), rimane il principio della sua applicabilità e rispetto. Altrimenti diventa tutto relativo e questo credo non è proprio il massimo delle cose.
E se uno di questi magnifici bambini fuorilegge non vaccinati portasse il morbillo, malattia molto pericolosa, delle cui complicazioni si può morire, in classe chi si assume la colpa di questo buonismo?
Se devono essere vaccinati lo devono essere e basta! Altrimenti stiano a casa!
Ma la smetta di dire cavolate …..
E se tuo figlio vaccinato a virus vivo infetta gli altri perché non è stato a casa subito dopo?
Sempre le solite scuse, se c’è una legge non siamo capaci a rispettarla ed a farla rispettare. La scuola oramai non ha più credibilità, basta vedere quanti studenti vengono promossi anche se non ne avrebbero diritto, soprattutto nelle scuole medie.
Nelle scuole medie, raccontato da una mia amica, si permette anche che ragazzi sedicenni vadano a scuola con bambine dodicenni, importunandole con quelle che per me sono vere e proprie moleste sessuali, tanto da pubblicare persino sui social nei gruppi di classe delle foto di volgarità inaudita. Se è vietato andare a scuola senza vaccini, non dovrebbero anche fare una legge per espellere questa gentaglia sempre bocciata e mandarla a scuola alle serali con gente di pari età in grado di difendersi?? invece le deboli risposte sono che la scuola fino a 16 anni è obbligatoria, quindi bambine non ancora tredicenni devono subire questi comportamenti nauseanti da parte di compagni con 4 anni in più e con fisico da uomini. E’ disgustoso.
Finalmente c’è ancora qualcuno che ragiona con il proprio cervello e non con quello degli altri !!! Grande
ma se un dirigente non applica le regole e chiede che sia qualcun altro a farlo che cosa la paghiamo a fare?
Non capisco perché i vaccinati debbano aver paura di chi non lo è…se sono vaccinati dove sta il pericolo? Casomai chi decide di non vaccinarsi che si mette a rischio…
Mah…incredibile questo accanimento…e poi parlano i genitori di oggi che ai loro tempi hanno fatto 2 vaccini obbligatori e 2 facoltativi…pazzesco!!!
Il nostro Stato garantisce a tutti cure, interventi sanitari, ricoveri, dignostica e prevenzione, la nostra e’ probabilmente la nazione in fatto di salute piu garantista di tutte, anche se molte cose vanno migliorate e cambiate in meglio.
Le leggi dello Stato vanno rispettate e applicate, l’obbligo di vaccinarsi e’ una di queste, se dei genitori non vogliono far vaccinare i loro figli non rispettano le leggi dello Stato , devono risponderne direttamente.
Le leggi possono essere discusse, migliorate, cambiate, ma rispettate, punto e basta, se non si vogliono rispettare si puo’ sempre cambiare paese, andar via dall’Italia
Purtroppo alcuni bambini non possono essere vaccinati anche se lo vorrebbero e, soprattutto, lo necessiterebbero. Si tratta certamente di pochi casi di quadri clinici complessi che, per quanto non frequenti, sono comunque esistenti. Se fosse proprio questo il caso di vostra figlio/a, sono assolutamente certa che anche voi fareste di tutto affinché altri bambini non vaccinati per scrupoli di coscienza dei genitori (non entro in merito alle ideologie, quindi prego astenersi da polemiche) non li contagino. Ricordo che di malattie esantematiche si può morire. Forse non c’è ne rendiamo conto. I vaccini sono vittima del loro successo in chi è ora genitore. Detto questo, la posizione della Dirigente è comunque altra cosa in quanto non entra nel merito ma chiede che ognuno eserciti le mansioni per le quali è preparato. Tutto qui.
Sì, però quello che c’era da fare lo facevamo, adesso invece va di moda contestare tutto. Comunque, ci sono bimbi con malattie gravi, che quindi non possono essere vaccinati, e grazie all’egoismo di chi invece gode di ottima salute e non fa i vaccini, rischiano di morire.
Sono dell’idea che si possa decidere se vaccinare oppure no i propri figli, ma se gli stessi dovessero contrarre qualche malattia per la quale è previsto un vaccino farei pagare le cure ai genitori e non a tutta la società. Libertà di scelta ma assunzione delle proprie responsabilità causate dalle proprie scelte.
Le opinioni meritano rispetto ma non sono scienza.
La scienza non è perfezione e non è indenne da opinioni.
Le opinioni di Dario dal punto di vista scientifico sono da brivido.
Dal punto di vista di una collettività condivisa lo sono anche di più.
Il discorso della dirigente mi sembra abbastanza insulso perché non conclude niente, se non cercando di parteggiare per i genitori non persuasi della bontà della legge (che può essere verificata in seno alle esigenze particolari). La cosa più importante è che qualsiasi dirigente scolastico, pagato dal Ministero P.I., rappresenta lo stato e quindi deve obbligatoriamente rispettare le leggi. Ha ragione Franco quando afferma che la scuola ha perso ogni valenza di istruzione e di ruolo educativo, non ottemperando a quanto le è stato delegato.
Il compito principale di un buon dirigente è la presenza nei vari plessi per osservare sia l’andamento scolastico che il ruolo di educatori dei docenti. Non lasciando che gli allievi siano lasciati come un fiume in piena e non arginato per il loro bene quali futuri cittadini.
Loren-zin Vacc-in Quattr.in .
Forse sarebbe meglio veramente verificare la situazione dell’educazione scolastica mi pare grottesco che si possano fare i ditoni in classe agli insegnanti mentre fanno lezione, o giochi pericolosi in mensa o sopraffare gli altri allievi che vorrebbero stare attenti alle lezioni ma i bulletti non lasciano. Chiedo alla dirigente di intervenire proprio nel suo istituto comprensivo. Genitore scontento moltissimo
Fascismo è anche godere delle restrizioni sociali di alcune categorie ritenute inferiori. Le leggi e lo stato non ne sono immuni, essendo enti regolati da esseri umani tali e quali a noi, quindi fallibili. Lo stato non è un’entità astratta che comanda! Mi sembra di leggere certi politici che si piegano alle divine “volontà del mercato” dando diritto a licenziamenti facili. Qui vedo tanto fascismo. Peccato che sia illegale perchè mi piacerebbe conoscervi alla luce del sole!
Se dovevate tenere un figlio in una campana di vetro potevate non farlo!
Sa una cosa? forse dovrebbe documentarsi sulle malattie rare… o sui bimbi malati di tumori, etc… loro purtroppo i vaccini non possono farli, almeno per un periodo della loro vita, ma al tempo stesso possono morire per un banale morbillo… non sempre un genitore tiene il figlio sotto la campana di vetro per volontà, a volte sono le circostanze della vita a costringerlo, e se dopo che il genitore fa tutto il possibile per curare un figlio gravemente malato, deve vederlo morire per l’egoismo di chi non si vaccina, non lo trovo giusto. Inoltre, se non avessero inventato i vaccini, saremmo ancora qua a zoppicare per la poliomielite o a morire i gastroenterite…
Un dirigente scolastico da rimuover all istante, dopo tali affermazioni! Non vuol prendersi responsabilita, adempiere al proprio dovere nel somministrare e render attive delle leggi dello stato.
Si sta nascondendo dietro ad una demagogia dell insegnamento.
No vax restatevene a casa, e se dovete proprio contagiarvi di malattie infettive, fatelo ma morite in casa vostra e non sulla via pubblica