di LUCA MARTIN
VAIE – Purtroppo, ogni giorno, la cronaca del nostro Paese è connotata da notizie riguardanti atti di violenza sulle donne che portano, il più delle volte, al verificarsi dei (tristemente) famosi femminicidi. In un contesto dove la donna sembra tornata ad essere considerata come un oggetto di proprietà di un uomo, ogni forma di protesta e di atto solidale nei confronti dei diritti femminili, riscuote moltissime approvazioni, oltre a costituire un fascio di luce che possa servire da monito per uscire dal momento buio della nostra società.
A questo proposito, il Comune di Vaie ha realizzato un’opera che possa dar modo a tutti di capire la centralità della donna nel nostro mondo. Infatti, la panchina situata di fronte alla Chiesa di Santa Margherita (di fianco alla fontana) è stata, nei mesi scorsi, ridipinta di rosso, colore simbolo per quanto concerne la lotta contro la violenza sulle donne e contro i femminicidi.
“La scelta di ridipingere proprio quella panchina, ha un significato simbolico – spiega l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Vaie Elisabetta Serra – vogliamo dare un senso di centralità al problema. E quella panchina si trova ad essere in uno dei luoghi maggiormente frequentati del Paese. La gente deve ricordarsi che questo è un problema reale, un problema che riguarda soprattutto le famiglie di tutta Italia. Inoltre, abbiamo ridipinto in rosso anche la bacheca delle Pari Opportunità, dove si trovano tutti i recapiti ai quali ci si può rivolgere in casi di violenza subita”.
Un segnale importante, questo, dato da un Comune che vuole dimostrare quanto più possibile, la sua vicinanza ai propri cittadini nonché la sua sensibilità verso i problemi che attanagliano la nostra società. L’opera di “restaurazione” della panchina, è stata realizzata dal giovane Gionata Girardi, frequentante dell’Accademia delle Belle Arti a Torino, il quale ha poi arricchito il suo lavoro, scrivendo sulla panchina: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.
L’assessore Serra ha poi parlato di un progetto lanciato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI): “È stato elaborato un appello, il quale è stato subito accolto dalla Chiesa Cattolica, di sensibilizzazione verso questa piaga. Quest’ultimo, è stato presentato e firmato presso la Sala Zuccari del Palazzo Giustiniano del Senato”.
Iniziativa che ha trovato un forte appoggio anche nel Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, la quale ha parlato di “gesto forte di speranza, che rende ancora più significativo l’8 marzo italiano. Il percorso di liberazione nel quale le donne sono impegnate da decenni passa anche attraverso una nuova valorizzazione dell’apporto femminile in ambito religioso. Tanto più importante è il vostro atto nel momento in cui, intorno a noi, il fanatismo terrorista sequestra il nome di Dio per compiere orribili pratiche di violenza, anche ai danni delle donne. Con la vostra firma, voi riaffermate che non può esserci nessuna violenza e nessuna discriminazione messa in atto nel nome di Dio”.
Non solo Vaie (ovviamente) contro questo genere di problematica, visto che il progetto parte da lontano e dalla ben più grande Roma. Tuttavia, per la nostra comunità valsusina, non può che essere motivo di vanto il fatto che ci sia chi, oltre alle parole, cerca di mettere in pratica iniziative che possano sensibilizzare ed avvicinare la popolazione al problema. Un gesto che, nel suo piccolo, ha davvero grande valore.