di ANDREA MUSACCHIO
VALGIOIE / ORBASSANO – Dimesso dal pronto soccorso del San Luigi per un presunto problema intestinale, in realtà aveva una grave patologia al cuore ed è stato poi operato in emergenza alle Molinette per sostituire la valvola aortica. È una storia che fa riflettere, quella di Enrico Borghetti, 57enne di Valgioie, sopravvissuto grazie all’intuito di un medico in pensione e di sua moglie, Gabriella Ursino.
La vicenda risale a quest’estate, tra luglio e agosto, quando Enrico soffre per diversi giorni di febbre a temperature altissime. Sintomi che lo abbattono sia fisicamente che moralmente: a nulla servono gli antibiotici e le cure della moglie, lo stato di salute non migliora. Sono giorni infiniti, dove la febbre non passa e la paura aumenta. Pertanto, Enrico e Gabriella decidono di fare delle analisi, per capire se c’è qualcosa che va oltre alla semplice febbre di stagione, ma i risultati parlano chiaro: nessuna anomalia particolare.
I giorni passano, ma Enrico continua a stare male. E’ il 16 agosto, quando Gabriella decide di portare suo marito all’ospedale San Luigi di Orbassano. La coppia spera di essere visitata in maniera approfondita per capire finalmente da dove arrivino questi malesseri, ma, da come racconta la moglie, le cose non sarebbero andate così. “Una volta entrati al pronto soccorso, chiedo ai dottori se c’è la possibilità di ricoverare mio marito, in quanto stava tanto male – racconta la donna a ValsusaOggi – eppure lo rimandano a casa dopo solo un’ora e mezza. L’unico test a cui è stato sottoposto, è il tampone“.
“I dottori dissero che probabilmente aveva un problema intestinale – aggiunge la moglie – io non ci ho creduto, così ho chiamato un medico di Giaveno in pensione. Lui, insospettito come noi, ci consiglia di fare l’ecocardio con urgenza“.
L’intuito del dottore sarà decisivo per la vita dell’uomo. “Giovedì 19 agosto Enrico si sottopone all’ecocardio – prosegue Gabriella – Una volta arrivate le analisi, i dottori ci dicono che la situazione è grave. Mio marito viene ricoverato subito alle Molinette di Torino e, sabato 21 agosto, operato a cuore aperto extracorporeo per la sostituzione della valvola aorta nel reparto di cardiochirurgia. Enrico non è stato operato d’urgenza, bensì in emergenza“. La differenza è importante: l’emergenza è una condizione che pone il paziente in imminente pericolo di vita e richiede un intervento immediato. L’urgenza è una condizione che, in assenza di adeguata trattamento, può diventare critica.
Fortunatamente il peggio è passato, eppure il rischio poteva essere altissimo. “Se noi avessimo fatto la cura consigliata dal San Luigi, forse lui non ci sarebbe più – conclude la donna – Si tratta di una roba vergognosa. Ho anche scritto al San Luigi, pretendendo un incontro con il direttore sanitario, ma non ho ancora avuto alcuna risposta. Enrico ha perso 10 kg ed era in condizione precarie: ora sta proseguendo la sua riabilitazione a Villa Serena. Non posso vederlo, o trascorrere del tempo con lui per via delle regole attuali Covid, ma fortunatamente sta bene. Ho deciso di rendere pubblica questa storia perché vorrei che non capitasse più, noi siamo stati fortunati. Ma il prossimo?“.
LA REPLICA DELL’OSPEDALE SAN LUIGI
ValsusaOggi ha chiesto informazioni sull’episodio all’ospedale San Luigi di Orbassano. Questa la loro replica.
“In riferimento all’episodio evidenziato si comunica che lo stesso è già in corso di verifica tramite audit interno in quanto l’accaduto è stato segnalato dall’interessato agli uffici competenti nei giorni scorsi. I risultati dell’audit verranno utilizzati come da prassi interna per il miglioramento della qualità dell’assistenza e dei percorsi.
Esprimiamo innanzitutto sincero rammarico per l’accaduto e precisiamo alcuni elementi emersi in questa prima fase. Il paziente giungeva in Pronto Soccorso dell’Azienda con una sintomatologia perdurante da circa un mese e già in terapia su prescrizione del Curante.
A seguito della valutazione della storia clinica riferita dal paziente, non riscontrando uno stato di particolare gravità clinica in quanto sintomatico da oltre un mese e senza sintomatologia acuta in corso che richiedesse il ricovero, lo stesso è stato dimesso con terapia per una sospetta patologia infettiva e rinviato al medico curante per eseguire eventuali ulteriori accertamenti.
Al fine della doverosa tutela privacy, una volta concluso l’audit, verrà fornita al paziente esaustiva risposta sulla segnalazione effettuata. Disponibili per ogni utile, eventuale ed ulteriore confronto previa autorizzazione dell’interessato.
Sarà senz’altro covid?
Quasi sicuramente! Visto che, guarda caso, la prima cosa che hanno fatto a quel poveraccio è stata un tampone…. Siamo alla demenza…..
Covidiota, ti preghiamo, metti un post che spieghi tutto a noi incompetenti!!!!
Va bene che la sintomatologia persistesse da un mese, però è possibile che non abbiamo fatto nessun accertamento ulteriore? Quanto meno un ECG, che generalmente è uno dei primi esami ad essere effettuato in caso di problemi/dolori nella zona addominale… e come l’ha capito il Dottore di Giaveno, non avrebbero dovuto capirlo anche a Orbassano? Dovrebbero essere tutti medici allo stesso modo, a maggior ragione coloro che lavorano in PS, dove può arrivare chiunque e con qualunque tipo di patologia…
Però il tampone l’hanno fatto! 😉
Il tampone hanno fatto bene a farlo, si fa a tutti di prassi quando si arriva al pronto soccorso di qualsiasi ospedale perchè la pandemia è tutt’ora in atto e non si possono mettere a rischio gli altri pazienti e i medici stessi. La cosa gravissima è che oltre al tampone non abbiano fatto altri accertamenti ad una persona in quelle condizioni, è vergognoso, pensavo fosse un buon ospedale, adesso di chi possiamo fidarci?
Vista la “sintomatologia perdurante da un mese” non era forse il caso di approfondire?
oppure è normale stare male per un mese? qualche domanda sul perchè dopo tanto tempo non gusarisce, non se la pongono??? Siamo seri!!