dall’UFFICIO STAMPA UNIONE MONTANA COMUNI OLIMPICI VIA LATTEA
SAUZE DI CESANA – Da sabato 29 giugno e sino a domenica 1° settembre, viene reintrodotto il pedaggio per i mezzi motorizzati che intendono percorrere la Strada Comunale della Valle Argentera tra le ore 9.00 e le ore 17.00.
La tariffa unica giornaliera è di 3 euro per ciascun mezzo motorizzato (a prescindere dal numero di occupanti) e verrà riscossa in località Ponte Terribile da personale incaricato.
Esenti dal pedaggio i residenti nel Comune di Sauze di Cesana e nell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea e/o proprietari di terreni per i quali la strada consente l’accesso ai medesimi; i mezzi che trasportano portatori di handicap muniti di regolare contrassegno valido; i titolari, gestori e personale addetto delle attività commerciali, turistico ricettivo e agricole ubicate nel tratto di strada in oggetto (i titolari delle esenzioni dovranno presentarsi presso gli Uffici Comunali con il numero di targa dell’autoveicolo e verrà rilasciato loro un pass da esporre nell’autoveicolo in maniera visibile); gli autoveicoli di proprietà dello Stato, della Regione, della Provincia di Torino ora Città Metropolitana di Torino, dell’Unione dei Comuni della Via Lattea, nonché del Comune di Sauze di Cesana; gli Agenti della Forza Pubblica, Carabinieri, Polizia Giudiziaria, Polizia Locale, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Guardie Venatorie e Guardie Ecologiche Volontarie della Città Metropolitana, Addetti del Consorzio Forestale Alta Val Susa (solo se a bordo di automezzi di proprietà dell’Ente di appartenenza).
Con l’occasione si ricorda che, ai sensi della L.R. 32/82, il transito sulla Strada Comunale del Lens (Ponte delle Albere – bivio Valle Argentera), sulla Strada di Cima Bosco e sulla Strada Comunale da Bessen Bas a Brusà del Plan è vietato ai mezzi motorizzati non autorizzati.
Perché il Comune non istituisce un pedaggio, e ne consente quindi il transito, anche per le tre strade citate in fondo all’articolo, magari limitandolo ai mezzi 4×4?
Potrebbe essere una fonte di maggior ricavo economico per il Comune e un itinerario alternativo per gli appassionati di fuoristrada, ovviamente sempre nel massimo rispetto dell’ambiente e delle norme del codice e con l’opportuna sorveglianza delle Autorità preposte.
Provo a rispondere.
Perché l’accesso in Valle Argentera non è rivolto ad appassionati del fuoristrada ma a gitanti motorizzati con semplici auto stradali che si distribuiscono sulla sua notevole lunghezza o effettuano escursioni sui numerosi sentieri accedendo ai loro punti di partenza.
Perché la strada sterrata che risale la valle, con le dovute cautele, è idonea a questo tipo di veicolo mentre è assolutamente noiosa per i muscolosi 4×4 che infatti non vi abbondano.
Perché andare in montagna con un 4X4 è come fare la doccia calzando gli scarponi.
Perché il pedaggio che ne deriva non costituisce un ricavo economico per il Comune ma un equo recupero di risorse per remunerare il personale che se occupa e per mantenere quanto più possibile integro l’equilibrio di un delicato ambiente alpino fortemente frequentato da accessi turistici e di svago, di per sé singolarmente innocenti ma cumulativamente di forte impatto complessivo.
Perché i comuni montani non devono fare cassa svendendo e degradando la propria montagna.
Perché cinquanta famiglie in gita o pic-nic impattano meno di un solo 4X4.
Perché la vigilanza sui pochi viziati e spesso indisciplinati fuoristradisti da parte di “Autorità preposte” dovremmo pagarla tutti con le risorse della fiscalità generale.
Perché il massimo rispetto dell’ambiente è un approccio mentale e culturale che non tutti posseggono, come il coraggio di Don Abbondio, ed è ben difficile che costoro riescano a darselo.
Lei parla x gelosia o per ignoranza? Forse non sa che club di 4×4 e motociclisti stranieri possono lasciare soldi ad agriturismi locali e aziende agricole situati nella sacra valle che fosse solo x i cittadini della domenica (quelli con le scarpe da 20 euro dei supermetcati)sarebbe ancora più dal chiulo.
Resta il fatto che un 4×2 rovina maggiormente il manto sterrato scavando rispetto un 4×4 che scivola via come l olio.
Bruno, Lei ha provato a rispondere ma ha cannato in pieno e ha letto quello che ho scritto con le lenti della distorsione ideologica.
Dico questo perché io per primo ho ribadito che qualsiasi attività, per di più quella motoristica, va fatta nel massimo rispetto dell’ambiente e delle regole.
Non è assolutamente giusto e degno di intelligenza generalizzare che i fuoristradisti siano tutti incivili e devastatori. Io, e come me tantissimi altri appassionati, hanno un mezzo non modificato e con pneumatici di serie, non usciamo mai dai tracciati consentiti e abbiamo uno spiccato “gentleman’s agreement” nei confronti di tutti gli altri fruitori.
Il mezzo motorizzato consente a chi, come me e mia moglie, quasi sessantenni, di raggiungere mete per escursioni a piedi che, altrimenti, per noi “vecchietti” non sarebbero godibili a causa dell’età o della non perfetta forma fisica.
Non ultimo, il discorso economico: quando ho scritto “Potrebbe essere una fonte di maggior ricavo economico per il Comune…” intendevo proprio risorse destinate alla manutenzione e al recupero del patrimonio esistente.
Ma evidentemente la sua formazione ideologica Le fa percepire qualsiasi suggerimento dal lato negativo: “svendita dell’ambiente”, “pagarla tutti”, etc.
Non parliamo dei 50 che fanno pic-nic che inquinano meno. Ha mai visto cosa lasciano in Valle Argentera dopo una domenica di pic-nic? Il mio, come tutti gli altri fuoristrada, a norma con le direttive antinquinamento EU6, filtro antiparticolato etc., non rilasciano, al loro passaggio, ogni tipo di rifiuto solido urbano.
In 47 anni che frequento la Valle di susa non ho mai visto un degrado del territorio causato dai mezzi motorizzati, mentre gli scempi del turismo di massa da lei tanto osannati sono evidenti tutti gli anni.
In ultimo, come giustamente asserito da Riccardo nel commento, noi “viziati, indisciplinati”, a causa di ogni disgrazia umana portiamo fior di quattrini alle strutture locali. Come già detto, sono 47 anni che frequento la Valle ogni anno per 3 mesi all’anno, spendendo ogni anno circa un terzo del costo del mio fuoristrada in alberghi, ristoranti, negozi, mercatini, prodotti locali, etc.
Faccia un po’ lei il calcolo della cifra che ho lasciato in valle in tutto questo tempo. Io, per pudore e per rispetto, non la scrivo.
Condivido e appoggio al 100% il suo pensiero aggiungendo che in alta Val Susa dovrebbero smetterla di vivere di turismo e detestare i turisti.
Nelle località; attrattive turistiche pari a zero e quelle poche che ci sono con prezzi da capogiro, fuori dalle località; si passa da un divieto di transito all’altro senza evidenti motivi, sentieri mal segnalati e senza manutenzione alcuna, e come al solito si generalizza impedendo tutto a tutti anziché controllare e punire chi commette infrazioni: auto e in particolare moto su prati e sentieri, gente che sparge immondizia ovunque, ecc…
E i campeggiatori che per accendere un fuoco tagliano in modo abusivo quintali di legname sempre nella sacra valle Argentera? Senza parlare dei cassonetti (dove ci sono) che strabordano di emmondezza sempre in un affascinante ambiente alpino altro che fuoristrada….ma forse a qualche amministratore piace cosi’.
” Perché cinquanta famiglie in gita o pic-nic impattano meno di un solo 4X4. ” — pur non essendo un fuoristradista, posso dire con certezza che questa è una emerita stupidaggine non suffragata da dati oggettivi. Un’auto inquina tanto quanto un 4×4, soprattutto su certi percorsi, sopratutto i diesel, a prescindere che trasporti una famigliola diretta a farsi un picnic, o un individuo che vuole percorrere la strada per divertimento. Per cui consentire un tipo veicolo a motore o un altro è solo Una scelta ideologica e non di impatto ambientale.
Replica probabilmente tediosa per gli altri lettori e quindi sintetica.
Rilegga un paio di volte quanto ho scritto e forse si convincerà che non ho “cannato” un bel nulla.
Escludo ideologie reciproche, mi accontento di un esame attento degli scenari possibili in ogni situazione critica.
Curiosamente abbiamo biografie quasi simili.
Ante normativa regionale del 1975 sono stato trialista amatoriale di buon livello, motoalpinista in quasi tutte le vallate alpine occidentali, ho posseduto per un certo tempo dei fuoristrada senza mai riuscire ad appassionarmi al loro presunto uso sportivo e posso testimoniare l’assenza di “gentleman’s agreement” in tutti coloro che ebbi modo di conoscere mentre l’ho sempre generosamente riconosciuta per solo me stesso, come tutti gli altri del resto.
Tutto questo ameno svago non ha escluso la mia costante frequentazione della montagna come mite “randonneur”, consentendomi ancora oggi da “vecchietto” di continuare a farlo, senza alcuna necessità di sofisticate protesi motoristiche.
Ottima trovata per far cassa ,mettiamoci due semafori con il velox,così risaniamo i ideficit di fine anno.e vaii.