di ROBERTO GARBATI (Sindaco di Chiomonte)
CHIOMONTE – Egregio direttore, le chiediamo cortesemente ospitalità per replicare a quanto pubblicato sabato 15 febbraio sulla sua testata, nella rubrica “parola ai lettori”, da parte dei Consiglieri di Minoranza del consiglio comunale di Chiomonte.
Riteniamo, infatti, che in tempi in cui le notizie false circolano con preoccupante facilità sui social network, la stampa e i giornalisti professionisti costituiscano ancora un argine alla pubblicazione arbitraria di menzogne.
Nell’articolo in questione, infatti, si legge: “Giovedì scorso (a Chiomonte, ndr.) in Consiglio la maggioranza ha deliberato la cessione della quota comunale della società Valle Dora Energia srl”. Falso. Non abbiamo deliberata alcuna cessione, ma solamente una valutazione di opportunità. Il titolo stesso della deliberazione è chiaro: “IPOTESI DI CESSIONE QUOTA PARTECIPATIVA IN VALLE DORA ENERGIA S.R.L. (VDE) DEL COMUNE DI CHIOMONTE”.
Il testo ne dà ulteriore conferma, poiché si legge che la Giunta Comunale delibera “di appovare la proposta di valutare le reali possibilità per la vendita della quota di proprietà del Comune di Chiomonte”.
Tutto è opinabile, ma vendere e valutare non sono sinonimi. Ed è altrettanto chiaro che, qualora se ne accertasse la convenienza per il comune, la proposta di vendita verrebbe portata in CC per l’approvazione.
Nell’articolo si legge quindi che “i gruppi di minoranza (….) hanno votato contro in quanto la vendita comporta la perdita di un utile annuo attualmente fissato a 31.875 euro, ma che, considerato l’aumento del fatturato, è destinato a salire fino anche a 70.000 euro annui per Chiomonte”.
Tali affermazioni rientrano nel campo delle legittime opinioni, ma sono oggettivamente prive di ogni fondamento razionale e tecnico. I consiglieri di minoranza si preoccupano della perdita di “Un’entrata fissa e garantita anche per il futuro”, ma, purtroppo, non c’è nulla di garantito, come spesso accade nella vita: gli utili dipendono dalla piovosità, dall’andamento del mercato elettrico, da eventuali guasti, dal notevole peso degli investimenti appena effettuati, elementi che la minoranza sceglie di non valutare, al contrario dell’attuale maggioranza.
Oggi, tuttavia, la minoranza sostiene che la presunta cessione di quote, così come “la vendita dell’azienda elettrica municipale AEM, permette di avere un tesoretto da spendere subito, mantenendo così le promesse fatte e precludendo però una buona gestione futura del Comune che sarà priva di queste rilevanti entrate fisse”.
Al riguardo eravamo stati chiari già in campagna elettorale: in un momento in cui hai bisogno di soldi, raccogliere tutti insieme e subito gli utili sicuri per molti anni (a mero titolo esemplificativo: 31.875 euro/anno per 25 anni = 796.875 euro) sembrerebbe un segno di buon senso, tanto più se si usano in modo più proficuo producendo maggior ricchezza locale.
Ed è naturalmente su questo che, giustamente, speriamo d’essere giudicati. I consiglieri procedono poi a criticare Iren, che “anziché investire nella manutenzione della linea di alimentazione, pensa a comprare quote azionarie”, con il risultato che “a Chiomonte quasi quotidianamente manca la corrente elettrica e l’amministrazione comunale non dice niente”.
I disservizi denunciati sono reali, ma anche prima di questo articolo della minoranza, abbiamo scritto alla società elettrica e, in copia per conoscenza, a SE il Prefetto, convocando i vertici di Iren in comune. Abbiamo poi provveduto a condividere con i cittadini, anche sui social media, le immediate scuse di Iren e le assicurazioni di massimo impegno per il risarcimento dei danni provocati.
Un’ulteriore doverosa smentita: si legge nell’articolo che “il Sindaco Garbati giovedì in Consiglio ha affermato che la scelta di vendere è obbligata”” Ma il primo cittadino di Chiomonte ha mai dichiarato nulla di simile. Il comune non è obbligato a vendere.
La minoranza ritiene poi di coglierci in contraddizione, sottolineando che “non si comprende come mai di riscontro il Comune porti avanti due progetti relativi a impianti idroelettrici”. Fra i citati interventi c’è quello di manutenzione straordinaria dell’esistente impianto idroelettrico Touron, ormai obsoleto, che migliorerebbe anche l’affidabilità e la funzionalità dell’acquedotto relativo. Tale intervento consentirà di disporre di una liquidità annua per Chiomonte superiore ai 90.000 euro (e cioè tre volte tanto quello di VDE). Crediamo, dunque, che non ci sia da spiegare nulla a questo riguardo.
Rinvieremmo invece al mittente le accuse, ricordando che Chiomonte ha mai insistito, già decenni addietro alle prime automazioni, per far fermare il personale in paese, che fu invece spostato come sede a Susa, con grave danno per il nostro territorio. Mai era stata richiesta ad Iren la ripartizione della interessante liquidità annua generata dai vecchi impianti di Chiomonte e Susa nel periodo 2014, 2015 e 2016 nonostante le esplicite proposte al riguardo in CC di un Consigliere.
I predecessori dell’attuale gruppo di minoranza, per altro, si astennero quando si trattò di fare entrare il comune di Chiomonte con una quota del 12,75% in Valle Dora Energia per il prezzo simbolico di 10.000 euro, attualmente del valore di un ordine di grandezza superiore. Per non parlare del totale silenzio sugli oneri ora a carico Iren (vedere Convenzione firmata nel 2016) per lo smaltimento del limo della Clarea. Sono tutti vantaggi, mai ottenuti prima da Iren, non certo grazie alla minoranza ed ai suoi rappresentanti.
È curioso che l’opposizione sia fautrice di un immobilismo che, nel tempo, ha portato il paese al declino; forse sarebbe lecito aspettarsi proposizioni innovative e soprattutto documentate. Indubbiamente sarebbe un atteggiamento più serio, difficile ed impegnativo rispetto a quello di spargere sensazioni prive di qualsiasi elemento concreto, ma sempre vagamente diffamatorie.
“Al riguardo eravamo stati chiari già in campagna elettorale: in un momento in cui hai bisogno di soldi, raccogliere tutti insieme e subito gli utili sicuri per molti anni sembrerebbe un segno di buon senso, tanto più se si usano in modo più proficuo producendo maggior ricchezza locale.”
di fatto si ammette l’intenzione di dismettere le quote delle partecipazioni societarie (verso chi?, ci sono potenziali conflitti di interesse in queste cessioni?)
PS e quali sarebbero gli investimenti proficui che produrrebbero maggior ricchezza locale?