VALSUSA, ACQUA INQUINATA DA PFAS: ECCO I DATI COMUNE PER COMUNE

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VALSUSA – Il Comitato “L’Acqua SiCura”, dopo la buona riuscita dell’evento di domenica scorsa a Mompantero organizzato per comunicare agli abitanti della valle le recenti iniziative legate al caso PFAS nelle acque della Valsusa, viste le richieste dei cittadini, propone una sintesi dei dati, sia quelli già pubblicati che quelli più recenti e per la prima volta qui proposti, relativi alle analisi positive ai PFAS nelle acque potabili di buona parte dei comuni valsusini. Queste analisi ufficiali sono state ottenute da SMAT per il 2023 e di recente dalla ATO3 torinese per la seconda parte del 2023 e per il primo semestre del 2024, in seguito a richieste di accesso agli atti da parte di Greenpeace e del Comitato Acqua Pubblica di Torino nel corso del 2024, che il Comitato ringrazia. Come già anticipato si conferma quindi una situazione preoccupante, in particolare per alcuni comuni, dove si riscontrano alcuni specifici composti facenti parte della famiglia dei PFAS.

I valori della Valsusa sono i più elevati registrati in tutta la Città Metropolitana di Torino, e in alcune di queste analisi troviamo il PFOA, dichiarato “sicuramente cancerogeno” dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro). Una particolarità del documento ricevuto dalla ATO3 Torinese con i dati più recenti è l’indicazione di una generica “somma di PFAS”, che non permette di determinare quali specifici composti siano la causa di questo inquinamento. Una seconda particolarità dei dati, tutta da indagare, è che negli stessi punti di prelievo dove si riscontrano molti dei valori più elevati di PFAS, poche settimane dopo vengano ripetute le analisi e dei valori ritrovati di PFAS in precedenza non vi sia più traccia. Sarà quindi fondamentale per le indagini che questa dinamica venga presa in considerazione e chiarita.

Le analisi riguardano l’acqua di fontanelle pubbliche, Punti acqua SMAT dove riempire le proprie bottiglie per uso domestico oppure in ogni caso punti specifici della rete idrica che approvvigiona i rubinetti delle case dei valsusini. Si riscontrano a titolo di esempio valori recenti anche di 60, 80 e 90 ng/L, rispettivamente nei comuni di Villardora (2023) e di Caselette (2024). Quest’ultimo è un valore tra i più elevati di tutto il Piemonte insieme a quelli di Chiomonte e Gravere del 2023, e ad un passo dal limite di legge previsto per queste sostanze (100 ng/L), la cui entrata in vigore è imminente.

Che cosa succederà con i nuovi limiti di legge? Un campione come quello analizzato in una fontanella pubblica di Caselette oppure Gravere, con soli 5-10 nanogrammi in più, avrebbe portato alla sospensione della fornitura di acqua potabile. Va ricordato che si tratta di limiti di legge che non tutelano la salute, dato che i più importanti studi recenti hanno dimostrato che concentrazioni molto inferiori ai limiti di legge sono dannose per il corpo umano. Per questo il Comitato “L’Acqua Sicura” chiede ZERO PFAS nelle acque della valle. Non è sufficiente per risolvere il problema che SMAT distribuisca acqua dall’acquedotto di valle di Rochemolles, ad oggi privo di PFAS, ma è necessario che tutte le sorgenti e le fonti locali coinvolte nell’inquinamento da PFAS vengano tutelate e le cause dell’inquinamento individuate ed eliminate per evitare che il problema riemerga in futuro, come sta già accadendo e come questi dati dimostrano.

Per tutti questi motivi, il Comitato richiede alle Unioni Montane che alle dichiarazioni rese alla stampa rispetto alla volontà di affidare al CNR e alla figura del dr. Polesello l’incarico di effettuare indagini sulle cause dell’inquinamento e un piano di monitoraggio straordinario, faccia seguito con urgenza l’atto formale di affidamento dell’incarico e l’inizio delle attività di indagine. Il Comitato continuerà nelle prossime settimane a informare i cittadini della Valsusa, a tutela dell’ambiente della valle e della salute di tutti.

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