VALSUSA, ACQUA INQUINATA: “PFAS ELEVATO A CASELETTE E VILLAR DORA”, INCONTRO CON LE UNIONI MONTANE

Il Comitato “L’ Acqua SiCura” ha preso visione delle più recenti analisi ufficiali fornite alla ATO di Torino. Il 10 dicembre Stefano Polesello avrà un primo incontro con le Unioni Montane e il Comitato, con l’obiettivo di avviare le indagini e discutere il piano di monitoraggio delle acque della valle

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COMUNICATO DEL COMITATO “L’ACQUA SICURA”

Il Comitato “L’ Acqua SiCura” comunica di aver preso visione delle più recenti analisi ufficiali fornite alla ATO di Torino (Ente di governo per la programmazione, organizzazione e controllo del servizio idrico integrato), relativamente alla presenza di PFAS nelle acque potabili del torinese. Queste analisi, a quanto risulta al Comitato, non sono state ad oggi ancora rese pubbliche e dimostrano ancora una volta che l’inquinamento da PFAS nelle acque dei comuni valsusini è tuttora presente in maniera diffusa e persistente, sia in alta che in bassa valle.
Non solo i comuni della valsusa sono nuovamente interessati da questa pericolosa contaminazione, come già evidenziato dalle analisi della prima parte del 2023 portate all’attenzione dell’opinione pubblica da un report di Greenpeace, ma le concentrazioni di questi composti toccano nuovamente i livelli record assoluti di tutta l’area della Città Metropolitana di Torino, sia per la seconda parte del 2023 che per la prima metà del 2024. A titolo di esempio, si riscontrano valori anche di 60 e 90 ng/L, rispettivamente nei comuni di Villardora (2023) e di Caselette (2024). Quest’ultimo è uno tra i più elevati di tutto il Piemonte insieme a quelli di Gravere e Chiomonte del 2023, e ad un passo dal limite di legge previsto per queste sostanze (100 ng/L), la cui entrata in vigore è imminente. Altrettanto grave è l’ampio numero di comuni con valori inferiori, ma comunque significativi, presenti in più analisi e punti di prelievo all’interno del comune stesso, come a Oulx e a Mattie.
Ritrovare questo inquinamento in alta e bassa valle costituisce un segnale davvero grave e preoccupante e del tutto anomalo in una valle alpina, per quanto sede di infrastrutture come autostrade, tunnel ferroviari e cantieri TAV, che insieme al possibile smaltimento illecito di rifiuti, costituiscono sicuramente gli ambiti da indagare attentamente: area per area, comune per comune. Una ulteriore anomalia che andrà indagata riguarda il fatto che analisi di poche settimane successive a quelle con valori elevati, per gli stessi punti di prelievo o per gli stessi comuni danno come risultato una assenza totale di queste sostanze. Solo una indagine urgente e approfondita potrà chiarire tutti questi punti oscuri.
Nel corso di queste settimane si è aperto un tavolo di confronto tra il Comitato e le Unioni Montane ai fini di procedere a queste indagini. Allo scopo è stato coinvolto il più importante ricercatore italiano sull’inquinamento da PFAS delle acque, il Dr. Stefano Polesello del CNR-IRSA, che ha già preso visione dei dati in questi mesi e ha ritenuto di collaborare allo studio del caso. Nella giornata del 10 dicembre Stefano Polesello visiterà alcuni siti in valsusa e avrà un primo incontro con le Unioni Montane e il Comitato, con l’obiettivo di avviare le indagini e discutere il piano di monitoraggio delle acque della valle. Allo stesso tempo, il Comitato ha deciso di inviare a tutti i sindaci della valle una PEC che li invita a monitorare e indagare la situazione nei loro comuni, dato il loro ruolo di responsabili della salute pubblica. Sarà inoltre avviata una raccolta firme in tutti i comuni della valle per dare forza a queste iniziative e dimostrare che gli abitanti della valsusa non accettano che il caso passi sotto silenzio o che questa situazione di grave inquinamento diffuso venga ritenuta accettabile.
I PFAS sono composti poli e perfluoroalchilici, detti “inquinanti eterni” e in alcuni casi definiti “sicuramente cancerogeni” dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro). Proprio in merito alla tipologia di PFAS, va sottolineato che nelle ultime analisi a disposizione della ATO, non figurano più i singoli PFAS ma un dato generale espresso come “somma di PFAS”, modalità che rende di fatto impossibile conoscere quali specifici composti siano stati ritrovati, cosa che nelle analisi precedenti era espressa con trasparenza e che ha permesso di determinare ad esempio come in valsusa le più alte concentrazioni di PFAS della prima parte del 2023 riguardassero nello specifico il PFOA, ovvero il composto dichiarato “sicuro cancerogeno” dalla IARC e la cui produzione e utilizzo non sono ammessi da tempo. Chiediamo quindi che questo dato, a tutela della salute dei cittadini e a beneficio delle indagini, venga comunicato al più presto. L’obiettivo del Comitato “L’acqua SiCura” è che SMAT, ASL, Arpa e sindaci dei comuni valsusini, aumentino numero e frequenza delle analisi, individuino ed eliminino le fonti inquinanti che si trovano alla base di questo specifico inquinamento, che per i valori riscontrati non può essere casuale, tantomeno in un territorio montano dove non sono presenti siti produttivi di queste sostanze. Il Comitato chiede la salvaguardia assoluta della salute dei cittadini e del territorio valsusino, passando attraverso la pretesa imprescindibile del livello ZERO di PFAS nelle acque. Il Comitato sollecita quindi nuovamente di procedere nel modo più serio possibile all’individuazione delle cause dell’inquinamento da PFAS e alle conseguenti azioni per rimuoverle. Pretende analisi pubbliche e monitoraggio mensile della presenza di PFAS in tutti i comuni e nelle aree a rischio della valle, in particolare quelle a carattere industriale e interessate da cantieri lo stoccaggio di rifiuti.

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4 COMMENTI

  1. Considerazione personale, in Val Susa ci sono molti acquedotti montani che alimentano piccole borgate e l’acquedotto di valle. E fare un’analisi alle sorgenti, compreso l’invaso di Rochemolles, lalle vasche intermedie e alle vasche di distribuzione ai comuni ? Si saprebbe subito se l’inquinamento arriva da condizioni ambientali, dalle tubazioni di cui è composto il sistema di distribuzione o dal rivestimento interno delle vasche. Complicato ? No, troppo semplice. Grazie

  2. Che peccato bastava tacere ,dire che tutto và bene e non alzare il polverone ,il ciclo naturale dell’ acqua senza l’ ospite umano sul pianeta purificherebbe ogni goccia di questa materia preziosa , rassegniamoci di qualcosa bisogna pur morire e antipatico rovinare tutte queste cose inventate per il progresso , anche noi evaporeremo ma non ripioveremo , e l’ acqua che arriva dal cielo non raccoglie più solo l’azoto che per altro è quello che concima ma ogni genere di sostanza che subiremo

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