VALSUSA, ACQUE INQUINATE DA PFAS: “PRESENZA ANOMALA”, MA L’UNIONE MONTANA NON DÀ L’INCARICO ALL’ESPERTO

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RICEVIAMO DAL COMITATO ACQUA SICURA

VALSUSA – IL CNR escluso e il ricercatore Polesello, convocato per indagare, non riceve l’incarico. Il comitato acqua sicura: “una presa in giro per tutti i Valsusini. Ora iniziative in tutti i comuni”. Martedì 10 dicembre si è tenuto, presso la sede dell’Unione Montana Valle di Susa, il primo incontro della Commissione che avrebbe dovuto occuparsi delle indagini sulle cause dell’inquinamento da PFAS delle acque potabili della Valle. L’obiettivo era quello di scongiurare potenziali rischi futuri per la salute degli abitanti, dato che i nuovi dati certificano che anche nel 2024 questi composti di origine industriale, non prodotti da alcuna industria valsusina e dunque in questo territorio utilizzati impropriamente o smaltiti illegalmente, sono stati ritrovati a concentrazioni vicine al limite di legge nelle acque di diversi comuni. Valori record per tutto il Piemonte di composti cancerogeni, per di più registrati in una valle alpina. Il Comitato “L’Acqua SiCura” ha lavorato affinché questa Commissione avesse luogo e avviasse i lavori in tempi rapidi e con la massima efficacia. I Presidenti delle Unioni Montane, su mandato dei sindaci e di concerto con il Comitato, avevano deciso di affidare al CNR (Consiglio nazionale delle Ricerche) un Piano di Monitoraggio degli acquiferi e delle acque superficiali sul territorio per individuare le fonti inquinanti. A tale fine era stata concertata la presenza al tavolo del Ricercatore CNR-IRSA, il Dr. Stefano Polesello, massimo esperto in Italia della problematica, per l’attribuzione formale dell’incarico. Il Comitato, presente all’incontro, ha dovuto però registrare un improvviso cambiamento di programma da parte dei rappresentanti delle Unioni Montane, che hanno comunicato che nessun incarico per il piano di monitoraggio sarebbe stato affidato al Dr. Polesello, presente in sala. In assenza di rappresentanti dell’Unione montana per l’Alta Valle, i rappresentanti di SMAT, ASL, ATO, ARPA, si sono limitati a rassicurare riguardo il rientro dei valori di PFAS entro i futuri limiti di legge, senza però dare spiegazioni sulla presenza del tutto anomala degli inquinanti né escludere, come già avvenuto, che i PFAS tornino a inquinare le acque che escono dai rubinetti dei valsusini. Il Comitato ha preso atto e ha potuto solo ricordare che in questo modo i valsusini non sono tutelati, dato che i futuri limiti di legge sono stati decisi prima delle recenti scoperte riguardo la pericolosità dei PFAS e dunque non garantiscono rispetto ai rischi per la salute. Il Dr. Polesello ha tra l’altro evidenziato la presenza del tutto anomala del PFAS denominato C6O4 in aree montane dell’Alta Valle che necessita già di per sé di un approfondimento di indagine. Si è registrata soltanto la generica dichiarazione di intenti per una maggior collaborazione tra ARPA ed ASL che potrebbe migliorare il monitoraggio in futuro e la proposta di ATO di attivazione di un Piano di Sicurezza che deve coinvolgere tutti gli attori. Ma nessuna iniziativa concreta per risolvere il caso PFAS in Valsusa e solo un generico accordo per “riunire un gruppo di lavoro” nei mesi a venire. Il Comitato si attendeva maggiore incisività dalle Unioni Montane. L’iniziativa del Piano di Monitoraggio era peraltro auspicabile anche a tutela dei Sindaci quali responsabili sanitari del territorio di competenza. Così non è stato e le Unioni Montane si assumeranno davanti ai cittadini le proprie responsabilità. Per raccogliere sostegno il Comitato organizza domenica 15 dicembre un pomeriggio di festa presso il Polivalente di Mompantero, frazione Grangia 2 a partire dalle ore 15. Sarà occasione per aggiornare tutti i valsusini sul lavoro del comitato, sugli sviluppi e le prossime iniziative. Tutti i cittadini sono invitati a portare il proprio sostegno e a partecipare attivamente. Zero Pfas nelle acque della valsusa.

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4 COMMENTI

  1. CNR non è una valida soluzione anche se gratuita , troppo spinoso il problema e da cauterizzare alla “fonte” ,potrebbe essere troppo costoso rifare certi impianti e tubazioni e assai penalmente rilevante per quella società pubblica che brinda con acqua e ci magna.
    Fare causa a SMAT ,fare intervenire Report e poi qualche giudice prenderà coraggio, non solo nel linciaggio.

  2. Oggi vorrei esprimere la mia gratitudine per il vostro giornale online, a cui molti di noi cittadini della Val Susa siamo profondamente affezionati e sostenitori.

    Con questa premessa, vorrei gentilmente richiedere la pubblicazione di un articolo che riporti i dati ufficiali relativi alla qualità dell’acqua, un elenco dettagliato in ogni paese della nostra area.
    Penso che sia importante portare alla luce questi dati per garantire una trasparenza totale in tema di salute pubblica.

    Un articolo del genere su “ValsusaOggi” sarebbe davvero apprezzato da me e da tutti i lettori affezionati.
    Pertanto chiedo di reperire e di pubblicare l’elenco dei paesi dove sono stati effettuati gli accertamenti, insieme ai relativi valori riscontrati, sarebbe utile, considerando che l’acqua che utilizziamo nelle nostre case la paghiamo, ma viene anche venduta nei chioschi nelle piazze dove molti vanno a rifornirsi con le bottiglie.

    Come cittadini, abbiamo il diritto di essere informati con dati concreti per tutelare il nostro interesse e quello di tutta la comunità in tema di salute, perchè con la salute non si scherza.

    Ringrazio La Redazione e il Direttore per l’ottimo lavoro di informazione e l’impegno, e la passione che ci mettete quotidianamente.
    A mio parere il vostro impegno sta davvero migliorando il giornale giorno dopo giorno.

    Vi ringrazio ancora anticipatamente per l’attenzione.
    Cordiali saluti.

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