SUSA / BUSSOLENO – Il dimensionamento della rete delle autonomie scolastiche e la programmazione dell’offerta formativa per il 2025/2026 – sulla base di un atto annuale di Regione Piemonte che detta gli indirizzi e i parametri da seguire nel rispetto delle norme nazionali – sono stati al centro della conferenza metropolitana sulla programmazione scolastica, convocata online dalla consigliera Caterina Greco, delegata all’istruzione. Una riunione molto partecipata, che ha visto riuniti centinaia fra sindaci e dirigenti scolastici del vasto territorio metropolitano al termine di un delicato percorso partecipato che ha fatto emergere la mancanza di armonia sul territorio fra le autonomie scolastiche, la componente genitoriale.
“Abbiamo lungamente indagato e lavorato agli 8 dimensionamenti previsti dalle norme e dal PNRR nelle scuole inferiori e ai 4 previsti nelle superiori – ha sottolineato Caterina Greco – ben consapevoli delle enormi difficoltà per le ricadute territoriali: al termine, il sindaco di Città metropolitana Stefano Lo Russo ci ha dato come indirizzo politico di non procedere alla proposta di dimensionamento se non con il parere favorevole delle istituzioni interessate. Quindi Città metropolitana proporrà alla Regione Piemonte solo 2 dimensionamenti nel primo ciclo infanzia, primaria e secondaria di I grado di competenza dei Comuni: l’accorpamento fra l’Istituto comprensivo primario di Condove (accorpante) e di Sant’Ambrogio (accorpato); l’accorpamento fra l’Istituto comprensivo di Cambiano (accorpante) e di Pino Torinese.
Il Comune di Torino non effettuerà dimensionamenti, ma solo riorganizzazione della rete delle scuole dell’infanzia comunali e statali.
“Nessuna proposta di accorpamento per le scuole superiori – ha aggiunto Greco – perché si vuole tenere conto delle specificità del territorio piemontese ed ottenere la massima condivisione”.
I dimensionamenti del secondo ciclo per le scuole superiori che Città metropolitana di Torino non proporrà riguardano lo scorporo della succursale di Chivasso dell’I.I.S Ubertini di Caluso e sua attribuzione al Liceo Newton di Chivasso, e contestuale accorpamento fra I.I.S. Ubertini di Caluso e I.I.S. Martinetti di Caluso (dove il parere degli istituti sono stati tutti contrari al dimensionamento); la soppressione dell’I.I.S. Galilei Ferrari di Torino con accorpamento della succursale di Via Gaidano 126 all’I.I.S. Majorana di Torino e con accorpamento della sede di Via Lavagna 8 all’I.I.S. Giolitti di Torino; l’accorpamento fra I.I.S. Ferrari di Susa e Liceo Norberto Rosa di Susa; l’accorpamento fra I.I.S. Peano di Torino I.I.S. Zerboni di Torino.
“La riorganizzazione non comporta la chiusura di scuole, ma solo la riorganizzazione delle autonomie scolastiche, cercando di eliminare gli effetti negativi delle reggenze” hanno precisato i tecnici della Regione Piemonte spiegando che in assenza delle proposte di dimensionamento, saranno altri Enti a procedere fino a fare in modo che vi siano tante autonomie scolastiche quanti sono i Dirigenti scolastici e i DSGA prefissati dal Ministero dell’Istruzione.
E’ emersa forte da parte degli amministratori locali intervenuti l’esigenza di un altro anno di tempo per una valutazione più complessiva sul territorio prima di attuare la razionalizzazione e gli accorpamenti.
Nel discorso del dimensionamento rientrano anche i cosiddetti P.E.S. in deroga, cioè quelle scuole che sono situate in Comuni montani e marginali: questi Comuni possono chiedere il mantenimento della scuola purché abbiano per la scuola dell’infanzia un numero di alunni e alunne compreso tra 10 e 19, per la scuola primaria un numero tra 10 e 24, per la scuola secondaria un numero compreso tra 20 e 39.
Quest’anno sono state presentate domande di deroga per 97 scuole appartenenti a 63 Comuni, un numero crescente ogni anno.
Vi sono poi le cosiddette deroghe della deroga, ovvero le scuole che hanno un numero di iscritti addirittura inferiore alle soglie: per il prossimo anno scolastico saranno 5 nei Comuni di Claviere, Cossano Canavese, frazione Boschetto a Chivasso, Giaglione e Marentino.
VALSUSA, ANCHE LA CITTÀ METROPOLITANA CONTRO L’ACCORPAMENTO DEL LICEO ROSA CON IL FERRARI
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Ci sono mille motivi per cui possa essere un apparente vantaggio l’ accorpamento di istituti comprensivi. Sicuramente però non è un bel segnale per una cittadina che vuole attrarre nuove famiglie offrendo servizi e comodità presenti sul proprio comune anche solo a titolo di immagine. Stessa cosa vale per i mezzi pubblici, le banche, i mercati ecc. ecc.. Sant’ Ambrogio, purtroppo negli ultimi anni non ha brillato nella difesa di tutto ciò.
La città metropolitana è un territorio vasto ( corrisponde alla vecchia provincia di Torino) e dall’ articolo sembra che solo Sant’ Ambrogio e pochissimi altri abbiano ” accettato” di essere fagocitati da Comuni limitrofi, nella fattispecie da Condove. E perchè non il contrario ? E’ bene ricordare che il Sindaco di Condove è anche vice della città metropolitana. Se ci sono solo vantaggi, perchè sembra che non ci sia la corsa agli accorpamenti ? Sarebbe bello che i Sindaci di Condove e Sant’ Ambrogio firmassero una carta di intenti ( magari supportati da alcune sigle sindacali) in cui risulti nero su bianco che qualora in futuro questi accorpamenti causassero un esubero di personale ( docenti, personale di segreteria, bidelli ecc,) le eventuali perdite di posti di lavoro vengano equamente suddivise fra i 2 comuni. Così, tanto per mettere le mani avanti, as sa mai…….
Sarebbe un bel segnale di onestà intellettuale , di sussidiarietà e solidarietà. Soprattutto si spegnerebbero sul nascere alcuni malumori che serpeggiano tra la cittadinanza santambrogese.