dall’ENTE DI GESTIONE DEI PARCHI DELLE ALPI COZIE
SALBERTRAND – Attenti al lupo? No. Attenti alle zecche. Spesso ci si ostina ad aver paura di animali più grandi, in realtà molto più timorosi nei confronti dell’uomo e più difficili da incontarare, e ci si dimentica dal pericolo rappresentato da altri più piccoli e subdoli.
Con gli inverni sempre meno freddi e il caldo di questi giorni, si moltiplicano le segnalazioni di incontri ravvicinati con zecche. Per questi parassiti, appartenenti alla classe degli aracnidi, l’uomo rappresenta un ospite accidentale rispetto alla fauna selvatica e domestica, che però non disdegnano qualora ne entrino a contatto.
Prediligono gli ambienti umidi e freschi frequentati dagli animali selvatici, in particolare il sottobosco, ma non è impossibile incontrarli in luoghi più caldi e asciutti. Il periodo di massima attività è maggio-ottobre, ma a causa degli inverni sempre più miti è possibile trovarle anche in altri momenti.
Dal monitoraggio ripreso anche per la stagione 2022 ed effettuato dal personale dell’Ente in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli studi di Torino si è potuto constatare un graduale aumento della quota a cui si può ritrovare il parassita e un incremento del rischio di trasmissione di patologie all’uomo.
La puntura di zecca non va mai sottovalutata. Dato che la sua presenza è sempre più abbondante e diffusa, è importante sapere come evitare o come affrontare l’eventuale puntura, per non rischiare malattie che possono anche rivelarsi serie. Prevenire è meglio che curare.
Per ridurre significativamente la possibilità di incontrare zecche è preferibile camminare su sentieri battuti evitando le zone ricche di sottobosco e erba alta, indossare pantaloni lunghi di colore chiaro (per individuarle immediatamente qualora si entri in contatto) e calzature chiuse. Può essere utile applicare prodotti repellenti sulla cute e sugli abiti.
Dopo escursioni in luoghi a rischio, è indispensabile imparare a controllare attentamente tutto il corpo per verificarne l’eventuale presenza.
L’asportazione precoce della zecca è fondamentale per impedire la trasmissione di agenti infettivi.
Per estrarre la zecca è preferibile impiegare specifiche pinzette (molto efficaci quelle a forma di piede di porco) afferrandola vicino alla pelle, tirando delicatamente con una leggera torsione; prima di asportare il parassita è necessario evitare l’impiego di sostanze oleose, acetone e alcol, o schiacciarlo per evitare il rigurgito di sangue infetto e il conseguente rischio di infezioni. La porzione di cute interessata dalla puntura va disinfettata solo dopo l’estrazione e tenuta sotto controllo per 30-40 giorni per assicurarsi che non compaiano rossore, gonfiore o altri sintomi. In tal caso è necessario RIVOLGERSI AL MEDICO segnalando che si è stati morsi da zecca.
A partire dal 2015, l’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie ha avviato un progetto di ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli studi di Torino relativo a agenti di zoonosi trasmessi da zecche Ixodidae, con particolare riferimento alla Borrelia burgdorferi, a cui sono destinate parte delle risorse provenienti dal 5 x1000 per la ricerca scientifica.
“Zecche istruzioni per l’uso” è l’opuscolo informativo dedicato alle zecche curato dai Parchi delle Alpi Cozie in collaborazione con professori e ricercatori del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli studi di Torino, realizzato graficamente da Christian Belletti. Un importante strumento dove trovare risposte chiare e precise alle domande più comuni: Cosa sono le zecche? Come sono fatte? Dove vivono? Come proteggersi? Cosa fare in caso di puntura? Sono pericolose? Cosa si sta facendo?
Pantaloni lunghi, no merenderos sui prati e bordi dei sentieri con vegetazione erbacea e arbustiva tagliata con decespugliatore.
Poverine…chissà il dolore che provano.
Commento respinto al mittente e segnalato alle autorità competenti per palese mancanza di materia grigia.
E’ anche pieno di mosche, attirate da escrementi come “Chiamare le cose con il proprio nome.”
E scrivono pure vedo….. 😀
Ci sono tante zecche in valle e poi ci sono le piattole come te e i tuoi amici leghisti.
Io trovo molto utile spruzzare (biokill) su scarpe e pantaloni, tiene lontano anche le odiate zanzare, evito accuratamente l’erba alta e i cespugli, le zone dove dormono o transitano animali selvatici, anche per evitare la (trombicula) meno pericolosa della zecca ma molto fastidiosa, controlliamo bene anche i nostri amici pelosetti.
Come mai spariscono i commenti più gustosi e stimolanti?