VALSUSA, AUGURI A DANIELA E FORTUNATO: 50 ANNI DI MATRIMONIO E DI AMORE, MANO NELLA MANO

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OULX – Cinquant’anni di matrimonio, 50 anni di Amore. Si sono sposati il 10 giugno 1974, Daniela Buffa e Fortunato Tanzilli. Una lunga storia d’amore, come canta Gino Paoli, iniziata in quel bar a Chivasso oltre 50 anni anni fa. Dove Daniela, giovanissima, aiutava i genitori. Mentre Fortunato ci andava ogni sera a sedersi al tavolo, in silenzio solo per guardarla, bevendo una tisana. Lui era emigrato dalla Ciociaria in Piemonte, dove svolgeva il servizio militare nel Genio Ferrovieri, prima di diventare Capostazione. Poi il matrimonio, la nascita dei figli Roberto e Fabio. E poi alcuni anni dopo, il trasferimento in Valsusa, prima a Salbertrand e poi a Oulx. Cinquant’anni di matrimonio, tra gioie e dolori, tempeste e mare calmo, perché la vita è così, un continuo ballare in equilibrio su quel sottile filo da una parte all’altra di due tetti.
Si riesce anche da soli a farlo, ma tenendosi per mano, o abbracciati, forse è più bello. La vera sfida è riuscire a farlo a lungo insieme, nonostante tutto, senza cadere. Perchè quel filo, oltre a essere sottile, è scivolosissimo.
Nonostante la pioggia e i temporali, il vento e il ghiaccio, la sfida è rimanere in equilibrio su quel filo, così sottile su cui è difficile stare sopra, e non arrendersi. Se c’è l’Amore e sei felice con l’altra persona, il sole asciuga la pioggia e le tempeste. Altrimenti percorri quel filo da sola, o da solo, e stai pure meglio.
Non è così scontato, e non è affatto facile: così come a volte ci vogliono anni per perdonarsi, a volte non accade mai. Eppure, si va avanti, credendo in quel sogno, che Daniela e Fortunato hanno iniziato in quel bar e che continua ancora oggi. Prima come coppia, poi come genitori e in crescendo come nonni degli amati nipoti Sophie, Stella, Bryan e Soleil.
A volte non me ne capacito, di come si riesca a stare insieme per tutto questo tempo, su quale sia il segreto di Daniela e Fortunato, così come di altre coppie di nostri genitori e nonni. E come si fa a volersi ancora bene, a dormire ancora insieme per 50 anni di fila, ad amarsi uno nell’altra, camminando mano nella mano, a scriversi la mattina sulla lavagna della cucina, ancora oggi, “Ti amo”. “Lui mi fa sorridere – dice Daniela – l’altra sera prima di andare a dormire, mi ha ancora detto “sei bellissima”. Ma si può?”.
A noi, di generazioni successive e differenti, basta davvero poco, troppo poco a volte, per stufarci o per mandare tutto all’aria. Non so cosa sia meglio, e non mi permetto di giudicare, perché ogni storia vale da sé. Non so se sia meglio l’autentica resilienza delle coppie delle passate generazioni, o la fluidità e precarietà delle relazioni di oggi. L’importante, credo, sia trovare quella dimensione di felicità e soddisfazione reale: che sia nella coppia consolidata, oppure da soli, o nella libertà degli affetti, senza vincoli o etichette. L’unica cosa che conta, davvero, è stare bene.
E io, che a volte non riesco ad andare d’accordo neanche con la mia gatta, li guardo con ammirazione, e mi rendo conto ancora una volta che, ogni giorno, ho davvero ancora tutto da imparare. Tanti auguri!
Fabio

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