Facciamo una premessa: in Italia la qualità dell’acqua potabile dei nostri rubinetti è molto elevata ed è tra le migliori in Europa. Ma la maggior parte degli italiani (oltre il 60%) tende a consumare acqua in bottiglia.
Questo è dovuto alla mancanza di fiducia perché spesso l’acqua arriva con un sapore non proprio gradevole dovuto a diversi fattori che ne condizionano le caratteristiche organolettiche e olfattive (in linea generale il cattivo sapore dell’acqua di rubinetto può dipendere dalla presenza di alcuni sali, dalla secrezione di microrganismi, da particolari trattamenti, infine dalla combinazione di questi elementi).
Quali sono i principali parametri da tenere in considerazione?
Durezza, pH, residuo fisso e conducibilità elettrica sono solitamente i parametri dell’acqua a cui si fa maggior riferimento per valutarne la qualità.
Prendiamo in esame tre comuni della Val Susa dove è presente un unico gestore idrico, la Smat:
COMUNE |
PH (CONCENTRAZIONE IONI IDROGENO) |
RESIDUO SECCO A 180°C mg/l |
DUREZZA TOTALE °F |
CONDUCIBILITÀ ELETTR. SPEC. 20°C µS/cm |
Oulx |
7,8 |
440 |
33 |
602 |
Sant’Ambrogio |
7,8 |
198 |
14 |
260 |
Susa |
7,9 |
266 |
21 |
369 |
Come potete notare i valori differiscono molto tra loro e denotano che, a pochi chilometri di distanza, l’acqua può avere caratteristiche molto diverse.
A Sant’Ambrogio l’acqua è molto leggera con una durezza al di sotto della media (20°).
Oulx, invece, è tra i comuni con l’acqua più dura con 33° francesi e 440 mg/l di residuo a secco.
Susa si pone a metà rispetto agli altri due comuni con una durezza dell’acqua medio bassa e una conducibilità limitata.
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Ma facciamo chiarezza:
Ph: il giusto equilibrio
È una grandezza che indica quanto un’acqua è aggressiva, acida (pH inferiore a 7) o basica (pH superiore a 7). È inserito tra i parametri indicatori, con valore consigliato compreso tra 6,5 e 9,5. Tali valori seguono le indicazioni dell’OMS. Con tale intervallo è garantito un giusto equilibrio tra il sapore, l’odore, la trasparenza dell’acqua con la prevenzione della contaminazione da microrganismi e la presenza di metalli come ferro, rame, alluminio e zinco.
Residuo Secco Calcolato: minerale o oligominerale?
È una misura dei sali disciolti nell’acqua e deriva principalmente dalla presenza degli ioni sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruro, solfato e bicarbonato. In base al residuo secco le acque possono essere classificate come segue:
Minimamente mineralizzate: < 50 mg/l
Oligominerali o leggermente mineralizzate: <500 mg/l
Mediamente mineralizzate: tra 500 e 1000 mg/l.
Ricche di Sali: > 1500 mg/l.
Durezza: acqua leggera o pesante?
È una caratteristica naturale dell’acqua ed è strettamente legata alla presenza in soluzione di ioni calcio e magnesio. L’unità di misura più utilizzata è il Grado Francese (°F), che corrisponde a 10 mg/l di carbonato di calcio. In funzione dei diversi gradi di durezza, le acque possono essere classificate come segue:
Acque leggere o dolci: < a 15°F
Acque mediamente dure: durezza compresa tra 15 e 30°F
Acque dure: durezza > a 30°F
CONDUCIBILITÀ (sale sì, sale no?)
È la capacità di una soluzione di condurre una corrente elettrica ed è misurata in unità micro Siemens per centimetro (µScm-1) ad una temperatura di 20°C. I sali disciolti nell’acqua consentono il passaggio della corrente elettrica: un valore alto di conducibilità è indice di una elevata quantità di sali minerali disciolti nell’acqua.
Ci sono molti altri parametri che si riferiscono alla quantità di magnesio, ammonio, cloruri, solfati, potassio, sodio, arsenico, cloro residuo libero, fluoruri, nitrati (come no3), nitriti (come no2), manganese. I loro valori però rimangono abbondantemente sotto il limite consentito di legge.
Osmosi inversa o Microfiltrazione?
Sono entrambe tecniche di separazione utilizzate nei processi di trattamento dell’acqua, ma differiscono significativamente nei meccanismi e negli scopi d’uso.
L’osmosi inversa è un processo basato sulla pressione che impiega una membrana semipermeabile per separare le impurità dall’acqua. La membrana consente il passaggio delle molecole d’acqua attraverso di essa, ma trattiene le particelle più grandi, i soluti e gli ioni.
L’osmosi inversa è comunemente utilizzata per rimuovere in percentuale sali, contaminanti inorganici, batteri e virus dall’acqua.
La microfiltrazione è un processo di filtrazione basato sulla dimensione delle particelle. Utilizza membrane porose con pori di dimensioni micrometriche per trattenere particelle di dimensioni maggiori rispetto ai pori stessi, consentendo alle particelle più piccole e alle molecole di solvente di passare attraverso.
La microfiltrazione è spesso impiegata per rimuovere particelle di grosse dimensioni, batteri e sedimenti dall’acqua.
Sia l’osmosi inversa che la microfiltrazione sono molto importanti nel trattamento delle acque, ma vengono applicate in contesti diversi a seconda delle esigenze specifiche di purificazione.
Sicuramente l’osmosi inversa è consigliabile per correggere e ridurre in percentuale la salinità dell’acqua, oltre a migliorare i sapori e i cattivi odori.
La microfiltrazione è più adatta per un’acqua già leggera o nella media e ha lo scopo di migliorare il gusto dell’acqua attraverso due stadi di filtrazione.
Riassumendo
In Valsusa, come nel resto d’Italia, l’acqua potabile differisce da un comune ad un altro per caratteristiche di durezza, salinità e mineralità e, di conseguenza, sapore e odore.
In base al proprio gusto personale sono presenti sul mercato sistemi di filtrazione dell’acqua che possono correggere e migliorare significativamente il gusto dell’acqua.
Se vuoi conoscere le caratteristiche dell’acqua nel tuo comune in Valsusa clicca qui.
Compila il modulo e scarica l’allegato al cui interno troverai i principali parametri e valori dell’acqua ai quali abbiamo associato il sistema di filtrazione consigliato.
È bene ricordare che ognuno di noi ha necessità e gusti diversi e, per questo motivo, farsi guidare nella scelta del sistema più indicato è la strada giusta per poter bere un’acqua migliore, più salutare, ancora più sicura e totalmente green!
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