VALSUSA: “CANTIERI TAV, VIETATE L’USO DI ADDITIVI CON PFAS PER LO SCAVO DEL TUNNEL DI BASE”

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di MARIO CAVARGNA (Presidente di Pro Natura Piemonte)

In una lettera comparsa il 5 marzo scorso, TELT, la società incaricata della progettazione e della costruzione della Torino Lione, ha affrontato la questione del picco di presenza di PFAS, composti persistenti, bioaccumulabili e tossici, secondo la definizione che ne ha dato l’ARPA, che sono stati riscontrati nell’acqua potabile dei comuni di Chiomonte e Gravere, che sono vicini al cantiere della Maddalena nel quale la stessa TELT opera, negando ogni relazione. Ma la lettera diventa inquietante là dove, successivamente, dice che: “Le lavorazioni previste per lo scavo del tunnel di base faranno probabilmente uso di additivi durante la fase di sottoattraversamento del rio Cenischia ed in fase di progettazione si valuterà se si rende necessario l’impiego di additivi contenenti PFAS“. Pro Natura Piemonte chiede pertanto che sia esplicitamente ed assolutamente vietato l’uso di tali composti altamente tossici, in modo particolare nei casi in cui le quantità usate possono creare vasti inquinamenti e gravi minacce alla salute pubblica. Ricorda che l’uso di tensioattivi per consolidare i terreni che presentano scarsa coerenza è stato specificatamente previsto nel progetto della Torino Lione per tre quarti del tunnel che attraverserà la collina morenica di Rivoli e Rivalta e che le attuali ammissioni di TELT gettano profonde preoccupazioni sulle tecniche di scavo in uso e sollevano la assoluta necessità di garanzie. Sempre nella collina morenica di Rivoli e Rivalta, la nuova campagna di sondaggi che è in corso a Rivalta, ripropone la necessità di effettuare analisi sulla presenza di fibre di amianto nelle rocce verdi estratte con i carotaggi. Su questo argomento Pro Natura Piemonte aveva presentato il 15 marzo 2013 un esposto che era stato consegnato dal senatore Scibona al Procuratore Capo della Repubblica di Roma e che riguardava la percentuale cumulata del 41% di rocce verdi che compariva nel progetto del 28 marzo 2011 che è tutt’ora valido. Anche l’esposto è ancora aperto e nel 2019 si sono aggiunte le parole dell’allora ministro dell’Ambiente Costa che il 30 aprile di quell’anno ha dichiarato “di aver fatto presente al resto del governo che alcuni percorsi della Torino Lione tagliano colline con vene di amianto e che per me questo è motivo di preoccupazione”. Pro Natura Piemonte evidenzia la situazione per ribadirne i contenuti e per chiedere che le analisi sulla presenza di amianto vengano fatte prima che della presentazione di qualsiasi nuovo progetto.

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1 COMMENTO

  1. A quello che avevo scritto in po’ di tempo fa si è puntualizzato ,anche se questo comunicato un po’ farlocco , non descrive bene il modus operandi per gestire grandi infiltrazioni sorgive nello scavo , con si fa riferimento a quel materiale con caratteristiche tali da assorbire e incanalare l’ acqua che si accumulerebbe tra le centine o la parete in calcestruzzo e la roccia , una specie di schiuma poliuretanica con ottima resistenza a carichi distribuiti e percolazione , non è il problema nel materiale ma l’ acqua contaminata che esce , i contaminanti si accumulano e aumentano e scendono sino a contaminare le falde profonde , un giorno dovremo scavare pozzi molto più profondi per trovare più acqua e di qualità migliore , non ho ben capito se sia possibile depurarla da queste sostanze e altre e ci affanniamo a cercarla sulla Luna o su Marte .

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