VALSUSA, CATTURATO IL PRIMO LUPO-CANE IBRIDO: INFERTILIZZATO E LIBERATO

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VILLAR FOCCHIARDO – Nella giornata di venerdì 28 ottobre 2022, si è conclusa positivamente la prima campagna all’interno di una più ampia operazione per la neutralizzazione riproduttiva di un branco di ibridi in bassa Valle di Susa (To).
La cattura risale alla sera del 25 ottobre scorso quando il lupo era stato preso nelle trappole allestite nel territorio di Villar Focchiardo (To) all’interno del Parco naturale Orsiera Rocciavré, nell’ambito della campagna condotta dall’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, dalla Città Metropolitana di Torino, dall’Università di Torino e dal Centro Animali Non Convenzionali (CANC), volta al contenimento dell’ibridazione lupo-cane che è stata documentata in un branco della bassa Val di Susa. L’animale catturato è presumibilmente un figlio della coppia formata da una femmina pura e da un maschio dal manto insolitamente chiaro che, dai dati dei monitoraggi, è risultato geneticamente incrociato con il cane.
Trattandosi di un giovane con colorazione del manto tipica, il lupo catturato non è stato immediatamente identificato come ibrido, ma è stato ricoverato presso il CANC in attesa dei risultati delle analisi genetiche su un campione di sangue inviato all’Area per la genetica della conservazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale a Ozzano dell’Emilia (Bo). Grazie all’efficienza dell’equipe coordinata dal prof. Romolo Caniglia, in meno di 24 ore è stata certificata l’ibridazione e il giovane lupo è stato infertilizzato dai chirurghi del CANC. In serata, munito di collare satellitare applicato dall’Università di Torino, è stato liberato dai guardiaparco e dagli agenti della Città Metropolitana in una zona vicina al luogo di cattura.
Premessa: il “biondo” della Val di Susa Nel mese di gennaio 2020, le attività di fototrappolaggio dei guardiaparco avevano permesso di individuare un lupo dal manto chiaro (ribattezzato “biondo”) all’interno del branco che gravita tra le montagne sulla destra orografica della bassa Valle di Susa. Le caratteristiche morfologiche e fenotipiche insolite suggerivano che potesse trattarsi di un ibrido, cioè di un individuo figlio o nipote di un incrocio tra cane e lupo. La conferma è giunta durante il monitoraggio 2020/2021 quando le analisi genetiche di una fatta raccolta in zona hanno confermato la presenza dell’ibrido, proveniente da una cucciolata nata nell’alessandrino da una femmina incrociata. Poiché l’ibridazione del lupo è considerata una delle principali minacce alla conservazione della specie, dopo le opportune segnalazioni all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), i Parchi delle Alpi Cozie insieme alla Città Metropolitana di Torino e alla Regione Piemonte hanno predisposto la documentazione necessaria per inviare formale richiesta di cattura e infertilizzazione dell’ibrido. La preparazione della cattura
Dopo aver ricevuto da ISPRA e dal Ministero della Transizione Ecologica l’autorizzazione alla cattura dell’ibrido il personale delle Aree Protette delle Alpi Cozie, sotto la supervisione scientifica di Francesca Marucco dell’Università di Torino e la consulenza del biologo Luca Anselmo, ha avviato le attività preparatorie alle operazioni vere e proprie. È stata effettuata una formazione specifica per il ruolo di trapper (le figure che dispongono le trappole e coordinano le operazioni di cattura e trasporto del lupo) ed è stato incrementato il lavoro di fototrappolaggio per comprendere al meglio la composizione del branco e individuare i percorsi che segue con più frequenza in modo da delineare una serie di aree adatte al posizionamento delle trappole. Il branco è presumibilmente formato dalla coppia alfa (maschio ibrido e femmina pura) e da alcuni giovani nati nel 2021, più i cuccioli nati nella primavera del 2022. Queste informazioni, come vedremo oltre, sono determinanti nella strategia da adottare in caso di cattura.
Le aree di cattura Dal punto di vista della scelta delle aree dove tentare questa prima fase delle catture, si è cercato un compromesso tra zone di maggior presenza del branco e territori logisticamente adatti alla movimentazione del personale per accorciare le tempistiche di intervento in caso di successo.
La decisione è stata presa in concerto con gli attori del territorio, il Comune di Villar Focchiardo in primis, per limitare più possibile qualsiasi limitazione alle attività umane. In particolare, si è attesa la demonticazione di mandrie e greggi che pascolano quella porzione di montagna durante la stagione estiva ed è stato organizzato un incontro con cacciatori, allevatori, agricoltori e associazioni ambientaliste per illustrare le modalità di intervento e suggerire misure di precauzione. È stata incrementata l’attività di vigilanza a scopo informativo per indicare ai frequentatori percorsi alternativi lontani dalle trappole ed è stato emesso il divieto temporaneo di introdurre cani nel Parco perché avrebbero potuto rimanere intrappolati in caso di allontanamento dal padrone. Le modalità di cattura In accordo con ISPRA il personale delle Aree protette delle Alpi Cozie ha studiato una serie di procedure per rendere la presa del lupo meno traumatica per l’animale. La squadra di cattura, composta dal trapper, da un veterinario e da due agenti del Parco o della Città Metropolitana, è rimasta a disposizione h24 per l’intero periodo in prossimità dell’area in cui sono state installate le trappole. Al momento dell’attivazione, la trappola ha inviato un segnale radio alla squadra che ha raggiunto a piedi, in pochi minuti, il luogo della cattura dove il veterinario ha potuto anestetizzare l’animale per il trasporto a valle. Le procedure post cattura Le indicazioni di ISPRA fornivano 3 linee di intervento in base alla tipologia di lupo catturato. • In caso di cattura della femmina alfa, cioè l’individuo puro del branco, le procedure imponevano l’immediata liberazione con un radiocollare per scopi scientifici. • In caso di cattura del “biondo”, cioè il maschio alfa ibrido o i suoi cuccioli caratterizzati da manto chiaro, le procedure imponevano la sua immediata infertilizzazione, direttamente nella clinica mobile portata sul posto dal CANC e sempre pronta a intervenire, consentendo poi di liberare l’animale con un radiocollare entro poche ore dall’intervento. • In caso di cattura, come è avvenuto, di un lupo dal fenotipo normale, si è proceduto con il prelievo di materiale genetico e del suo invio presso ISPRA per le analisi. Le professionalità coinvolte Oltre al personale delle Aree protette delle Alpi Cozie che ha organizzato il lavoro fornendo il trapper e i guardiaparco di appoggio, l’operazione si è avvalsa del contributo degli agenti della Città Metropolitana di Torino e di un’equipe di veterinari coordinata dal prof. Luca Rossi della facoltà di Veterinaria dell’Università di Torino che hanno fatto parte delle squadre di cattura e hanno studiato attentamente la letteratura scientifica per individuare le procedure più efficaci e meno rischiose con cui addormentare il lupo catturato e monitorarne le condizioni di salute durante il trasporto a valle. Il CANC ha collaborato con la propria squadra di veterinari a bordo della clinica mobile che stazionava presso il campo base e ha ospitato il lupo catturato. Tutto il personale coinvolto si è alternato nelle 24 ore per controllare i segnali di allarme provenienti dalle trappole, esaminare continuamente i filmati del monitoraggio e risolvere ogni problematica, piccola e grande, che inevitabilmente si verifica durante attività di campo complesse in territori scomodi, impervi e con scarsa copertura telefonica. Perfetti per i lupi, molto meno per i professionisti umani. COMUNICATO DEL PARCO ALPI COZIE
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5 COMMENTI

  1. Tanto apparato, tante spese per sistemi all’avanguardia… per un lupo ibrido. Ma quando si avvisto lo stambecco albino niente.

    Niente per lo stambecco alpino e tutto per il lupo? Sara per il progetto finanziato UE wolfalp? Posti caldi da tenetere nel cda parco e citta metropolitana torinese?

    • Lo stambecco albino è l’incrocio con una capra e normalmente viene soppresso. L’ibridazione del lupo avviene a causa del randagismo, l’intervento di infertilizzazione evita la dispersione del branco. Anche per i cinghiali vari studi dimostrano che il miglior modo per ridurne il numero è l’infertilizzazione. La caccia al cinghiale sta ampiamente dimostrando di essere poco efficace e di provocare null’altro che lo spostamento disastroso degli individui più giovani e quindi più riproduttivi.

  2. Povero lupo…. “Infertilizzato” dai chirurghi… A l’an tajaje le bale!
    Le ” colpe ” dei genitori ricadono sui figli!

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