VALSUSA, DAD DECISA ALLE 20.30: BIMBI A CASA E GENITORI INFURIATI

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L’istituto comprensivo di piazza Cavour, Bussoleno

di ANDREA MUSACCHIO

BUSSOLENO – Dallo sfogo dei genitori degli alunni della scuola primaria Piazza Cavour di Bussoleno, si può intuire come la situazione sia ormai satura sotto ogni grado di sopportazione e anche paradossale. Nessun dito puntato in particolare, uno sfogo nato dall’impossibilità di rispondere a quelle che sono le decisioni prese da un dirigente scolastico con le mani sempre più legate, a causa di inadempienze da parte di Enti superiori. Tutto parte dalla comunicazione arrivata alle 20.40 di ieri sera, giovedì 13 gennaio, sul registro elettronico, dove si legge che da oggi, venerdì 14, e per i prossimi 10 giorni, per gli alunni valsusini inizia la Didattica a distanza, a causa di una positività all’interno della classe.

Oltre all’imbarazzo provato per una comunicazione arrivata ad un orario insolito, in cui non tutti i genitori passano il proprio tempo al telefono, la decisione ha fatto esasperare le famiglie perché in caso di una positività all’interno di una classe, il protocollo prevede che tutti gli alunni si sottopongano al tampone (T0) e, in caso di totale negatività, si prosegui in presenza. La stessa normativa prevede che, passati 5 giorni, gli stessi rifacciano il test: solo in caso di almeno 2 positivi è necessario andare in Dad per 10 giorni. Eppure così non è stato. Dopo la positività nessun bambino è stato sottoposto a tampone, come ci raccontano dei genitori. “La decisione è stata presa dalla dirigente scolastica, in quanto dal Sisp non hanno comunicato quando fare i test. Anzi, sembrerebbe che manchino proprio 23 tamponi”, spiegano. “Per questo motivo la dirigente scolastica ha dovuto far partire la Dad per 10 giorni, per preservare la salute dei bambini”.

Il problema che i genitori evidenziano non è la Didattica a distanza, né la positività all’interno di una classe ma il fatto che dopo 2 anni di smart working e permessi, è sempre più difficile stare a casa per guardare i propri bambini. “Non ci sono più sostegni da parte dell’Insp per noi famiglie. Se vogliamo stare a casa per guardare i nostri figli, dobbiamo metterci in ferie. Arriveremo a giugno senza più ore a disposizione. Ci pare paradossale che, dopo ben quattro ondate, non si riesca a rispettare i protocolli e ci si trovi obbligati a mettere i ragazzi in Dad dalla sera alla mattina. Come sempre tutto ricade sulle famiglie. Non possiamo neanche lasciarli ai nonni, perché sono soggetti fragili. Facciamo 2 milioni di tamponi in Italia, e poi non ne troviamo 23 per una classe della primaria? Chiaramente è giusto preservare il tampone a persone fragili, però bisogna trovare una soluzione per far sì che venga rispettata la norma sul T0 e sul T5. E se dopo 10 giorni un bambino risulta positivo? Ricominciamo di nuovo daccapo. Ci sembra paradossale”.

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8 COMMENTI

    • Se si accetta sempre tutto, fra non molto dovremmo chiedere anche il permesso per andare in bagno
      Signorsi, sempre e solo Signorsi
      Ma ci stiamo rendendo conto dove si va a parare? La democrazia e solo un bellissimo e lontanissimo ricordo, pensateci seriamente

  1. Ipocondriaci che fanno un tampone a ogni starnuto ne abbiamo? Infatti ora ha difficoltà anche chi deve farlo per lavoro. File interminabili.

  2. Scuola sería ,dad per tutti ,ci sono troppi contagi,e la cosa e preoccupante.
    Smettete di rompere le palle gli interessi non devono prevalere sulla salute .

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