BARDONECCHIA, DOPO 10 ANNI PARTONO I LAVORI PER LA FRANA DEL MELEZET: UNA GRANDE MURAGLIA PROTEGGERÀ LE CASE

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
La frana del Melezet a Bardonecchia: da 10 anni i lavori sono bloccati

di FABIO TANZILLI

BARDONECCHIA – Forse è la volta buona. Dieci anni dopo la frana del Melezet, finalmente partiranno i lavori definitivi per mettere in sicurezza tutta l’area. Si tratta di opere da circa 8 milioni di euro.

Alle porte dell’autunno 2020, dopo anni di annunci, cantieri partiti e poi bloccati, finalmente si è giunti alla soluzione del problema e di questo “scandalo all’italiana”: entro la prossima settimana (forse già martedì 8 settembre) la Città Metropolitana di Torino firmerà il decreto per approvare il progetto esecutivo del primo lotto di lavori: in totale i lotti sono tre.

“Finalmente siamo arrivati a questo importante risultato e potranno partire i lavori – spiega il primo cittadino Francesco Avato – nel 2016, quando sono stato rieletto sindaco, ho trovato la situazione bloccata e ci siamo impegnati tantissimo per riprendere in mano le cose e arrivare alla soluzione del problema. Ora il cantiere potrà ripartire”.

LA FRANA DEL MAGGIO 2010 E IL RESIDENCE SOTTO SEQUESTRO

Sono passati oltre 10 anni da quel fatidico maggio 2010, quando dalla montagna sopra il Melezet si staccarono improvvisamente 150 metri cubi di massi, arrivati sulla strada provinciale e fino al cortile del residence con 40 appartamenti appena costruiti.

A causa della frana e dei lavori mai realizzati, da 10 anni il residence è sotto sequestro e in stato di abbandono: ai proprietari non è consentito l’accesso per ovvi motivi di sicurezza, ma nel corso degli anni gli appartamenti sono stati danneggiati dai vandali, mentre in altre occasioni sono stati occupati abusivamente dai migranti diretti in Francia.

A proposito dei cantieri, le ultime notizie in merito risalgono al 2017, quando il Comune affidò i primi lavori alla Idroter snc di Reggio Emilia per rinforzare la parete rocciosa del Rouas mediante l’installazione di disgaggi, ancoraggi e reti paramassi. Poi c’è stato il blocco delle opere più importanti, a partire dal vallo paramassi che si sarebbe dovuto realizzare come opera di compensazione per la seconda canna del Frejus.

SETTEMBRE 2020: LA FIRMA CHE SBLOCCA IL PROGETTO ESECUTIVO

Tutto era rimasto in fase di stallo, fino al nuovo accordo raggiunto tra le parti (Comune, Sitaf e Città Metropolitana) e alle buone notizie di queste ultime settimane, con l’imminente firma del decreto che dà il via libera ai lavori, prevista da martedì 8 settembre 2020.

IL PRIMO LOTTO DEI LAVORI: LA COSTRUZIONE DELLA “MURAGLIA” PROTETTIVA

Dal momento dell’imminente firma del decreto, la Sitaf potrà fare partire a breve il primo cantiere al Melezet per la realizzazione del vallo che servirà a proteggere le case. La spesa di questi primi lavori ammonta a 3,5 milioni di euro, tutti a carico della società autostradale del Frejus.

La grande muraglia che realizzerà la Sitaf sarà alta circa 30 metri e lunga 200 m, con l’obiettivo di fermare l’eventuale discesa di altri massi. In questo modo saranno ripristinate sia la destinazione urbanistica dell’area che la viabilità.

GLI ALTRI DUE LOTTI DEL MAXI CANTIERE DEL MELEZET

Poi ci saranno altri due lotti da approvare e completare. Il secondo lotto di lavori, già finanziato, potrà partire solo al termine del primo cantiere: altri 3,5 milioni di euro saranno finanziati dalla Città Metropolitana di Torino.

Il terzo lotto di lavori ammonta invece a circa 1 milione di euro, ma non è ancora chiaro chi dovrà mettere i soldi tra Sitaf, Città Metropolitana o Comune, magari con l’aiuto della Regione Piemonte.

ANNI DI ATTESA, TRA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI E POLEMICHE

La situazione era in fase di stallo da anni: un paio di mesi fa, l’8 luglio, la questione dei lavori incompiuti era finita anche a Roma con un’interrogazione parlamentare.

Recentemente il nostro giornale aveva anche ospitato una lettera dell’ex assessore Grisa, dove si riassumeva la vicenda.

L’ACCORDO RAGGIUNTO TRA COMUNE, SITAF E CITTÀ METROPOLITANA

In questi anni il Comune e la Città Metropolitana hanno lavorato in sinergia per sbloccare i lavori: “Ci siamo impegnati moltissimo per raggiungere questo obiettivo e far ripartire i cantieri- spiega il sindaco Francesco Avato a ValsusaOggi – avevo seguito la questione direttamente fino al 2011, poi solo nel 2016 dopo essere stato rieletto sindaco ho potuto riprendere in mano il dossier sui lavori al Melezet, accelerando notevolmente l’iter di approvazione dei progetti mancanti”.

Il sindaco Avato
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

10 COMMENTI

  1. Sarebbe stato meglio demolire tutto e distribuire gli 8 milioni di euro ai 40 proprietari!
    200 mila euro a testa, che sono pressappoco la cifra che ognuno dei proprietari ha pagato per l’acquisto, sarebbe stato un sufficiente rimborso per il danno e la beffa che sti poveracci stanno subendo da un decennio!
    Una ennesima pagina penosa per Bardonecchia dalla A alla Z!

  2. Finalmente ,il duomo di Milano è stato costruito in meno tempo ,ha ragione Daniele si faceva prima e si spendeva meno. Ora chi paga per la ristrutturazione degli appartamenti e tutti i servizi del caseggiato????

  3. Eppure io sono convinto che il caseggiato sarà ricostruito in un altro posto…anche perché se la prende la responsabilità di dare l’agibilità?? Forse gli stessi della statale che è rimasta chiusa un anno??

  4. Un vero affarone.
    La beffa non finisce qui.
    Dopo gli otto milioni pubblici buttati per salvaguardare 40 bilocali semidistrutti e da rifare, ammesso che i proprietari siano disposti a rifarli a spese loro, dopo un’agibilità che se verrà sarà da brivido, resterà un bel residence praticamente invendibile perché gli scemi del villaggio, semmai ne esistessero ancora oltre a quelli narrati nelle storie del passato, di solito non dispongono dei migliaia di euro per una seconda casa ed plausibile tutti gli altri, i savi del villaggio, lo saranno abbastanza da cercarsela altrove.

  5. Come sovente succede, la maggior parte dei commenti sono di persone che non conoscono realmente la situazione. Infatti
    1. L’immobile non ha subito alcun danno dalla frana, che si e’ fermata piu’ a monte; i danni all’immobile sono stati invece provocati da atti vandalici per cui il costo del ripristino e’ stimato in circa 300/400k€.
    2. Il vallo costruito ovviamente non ha lo scopo di impedire un’eventuale nuova frana, ma, nel caso succedesse, di contenere il materiale a monte del muraglione ed impedire che si riversi sulla strada provinciale e sulla costruzione.
    3. La necessita’ di realizzare il muraglione di protezione e’ in primis permettere la riapertura della strada provinciale che porta in valle Stretta ed in Francia, eliminando l’attuale percorso provvisorio che passa sul parcheggio degli impianti di sci e sul ponte Bailey provvisorio che deve essere smantellato.
    4. Una buona parte del costo complessivo se l’e’ accollato la Sitaf come contropartita per aver potuto smaltire per la costruzione del muraglione lo smarino prodotto nella realizzazione del nuovo tunnel autostradale del Frejus.
    5. Gia’ adesso, prima ancora che venga riattivato l’immobile, mi risulta siano in corso trattative di compravendita di alcune unita’ abitative.

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.