di ANDREA MUSACCHIO
AVIGLIANA – “È una storia sbagliata”. Lo cantava De André (seppur in un contesto totalmente differente) e qua, ad Avigliana, sono in tanti a pensarlo. È la storia delle tante attività dei nostri paesi, delle nostre valli, che dopo anni di impeccabile servizio, abbassano la saracinesca per sempre, portandosi dietro milioni di ricordi, sorrisi ed emozioni. È la storia, purtroppo, di Alberto e Ivana e del loro negozio “Ghiano, tutto per la casa”.
“Non si lavorava più – ci racconta Alberto Oliva, proprietario del negozio e in pensione da quattro anni – In dieci mesi abbiamo fatto pochissimi incassi. Fortunatamente, con la svendita qualcosa è arrivato“.
La scelta di non proseguire, è chiaramente un segno di un mondo che sta cambiando. Di un commercio sempre più in formato digitale: “Il calo è iniziato nel 2018. Poi nel 2019 c’è stato l’apice. Sicuramente il nuovo centro commerciale (parla dell’area Conad, ndR) avrà influito. Ma l’online ci ha letteralmente steso. Speravamo di andare avanti ancora per qualche anno, almeno fino alla pensione di mia moglie Ivana. Ma niente. Nell’ultimo periodo andavamo avanti grazie ai clienti affezionati. Ma con le spese che ci sono oggi, non potevamo più farcela“.
La commozione negli occhi di Alberto è facilmente visibile. Ieri, venerdì 31 gennaio, è stato per “Ghiano, tutto per la casa” l’ultimo giorno. Sembra ieri quando, nel 2014, Alberto e Ivana festeggiavano i 60 anni di attività: “Ci mancherà sicuramente il contatto con la clientela. Molte volte le persone entravano soltanto per fare due chiacchiere. Per raccontarci i loro problemi quotidiani. C’era molto contatto umano. C’è stata una buona riconoscenza da parte del paese. Sono stati diversi i clienti che ci hanno salutato commossi. Si chiude una parentesi e ne apriremo un’altra”.
LA STORIA DI “GHIANO, TUTTO PER LA CASA”
Nella vetrina del negozio è possibile leggere la storia del negozio aviglianese. Si tratta di una lettera scritta a cuore aperto dalla proprietaria Ivana, mista di ricordi ed emozioni: “Tutto è iniziato nel 1953, quando due sposini si sono avventurati nell’apertura di un negozio di radio e televisioni. Era l’epoca di “Lascia o raddoppia” e la televisione si andava a vederla nei bar o, come succedeva ai miei genitori, si accendeva in vetrina così le persone potevano vederla e nello stesso tempo si faceva pubblicità. Il loro primo negozio era in via Pinerolo Susa, vicino alla curva del Paschè (dove fino a poco tempo fa c’era la cartoleria di Piera). I primi anni sono stati faticosi. Papà lavorava di notte in Fiat e di giorno in negozio. Solo nel 1958 si sono trasferiti qui, in via Garibaldi 4, dove con una stretta di mano si sono accordati con il signor Viano Panicco“.
I ricordi proseguono: “Papà è stato un grande pioniere, già all’epoca aveva preso il treno per andare alla fiera a Milano, dove stipulò un grosso contratto per comprare, senza un soldo, le famose gettoniere, che all’epoca ad Avigliana nessuno sapeva cosa fossero. Si trattava di una specie di scatoletta, simile ad un salvadanaio con la fessura per inserire monete, applicata al televisore, che permetteva con un soldo di vedere un’ora di tv. Papà ogni mese passava a riscuotere il contenuto, scalando la quota dal debito dell’acquisto. In questo modo, molti ebbero la possibilità di comprare la televisione“.
Gli anni passarono e per i genitori di Ivana arrivò il momento della pensione: “Nel gennaio 1984, andati in pensione, hanno passato il testimone a me ed Alberto. Anche noi abbiamo cresciuto i nostri figli con l’aiuto dei nonni. Negli anni abbiamo condiviso storie personali, divertenti, toccanti e non. Cercando sempre, con molta discrezione, di regalare una buona parola e offrire professionalità nel lavoro. Sono passate nel nostro negozio tantissime persone, che ricordiamo con tanto affetto. Molti non ci sono più, ma non per questo sono stati dimenticati. Purtroppo i tempi sono cambiati e siamo costretti, nostro malgrado, a chiudere. Con l’occasione vogliamo ringraziare tutti i rappresentanti e i fornitori. Sono stati sempre gentili e disponibili. Inoltre, ringraziamo tutti coloro che in questi anni ci hanno dato fiducia e supportato. Vi porteremo sempre nel nostro cuore, ognuno con le vostre unicità“.
Questo negozio non lo conosco ma proprio impeccabile i neg.qui nonlo sono.In un neg.di Susa di elettronica avevan pure lasciato scritto se non ti va piu’ lavorate megip vai in pensione.Questo perche’ eraaperto part- time e fuori c’ era scritto torno subito. Ho incontrato una sig.ra di Bussoleno che si lamentava della merceria che c’era prima e che ha chiuso per un commento sulla sua taglia e era una sig.ra di tg da magra a normale….alcuni nwgozi sono impeccabili altri non proprio.
leggendo questo articolo, mi torna in mente l’ entusiasmo pochi mesi fa, per l’ apertura del nuovo ( ennesimo ) centro commerciale di Avigliana. Un tripudio di gioia per i posti di lavoro che sarebbero fioccati e tra i primi a congratularsi gli amministratori di Avigliana, e a seguire i colpevoli ( a mio giudizio) silenzi di quelli dei comuni vicini.
Ora , poco per volta , ma molto rapidamente , i nodi vengono al pettine. La statale 25 ( in particolar modo tra Sant’ Ambrogio e Chiusa di san Michele) è stata tappezzata da una decina di cartelli del tipo: a 8 minuti da qui….a 3 minuti da qui….a 1 minuto da qui….
A Sant’Ambrogio attaccato alla posta , a meno di 100 metri dal centro storico un tabellone gigante con la freccia invita ( inconsapevolmente) i consumatori a NON entarre nel centro storico ( Via Umberto I ) ma a prendere la direzione opposta e in pochi minuti raggiungere Conad , Mc Donald ecc. TUtto assolutamente legittimo e regolare.
A pochi passi dal quel luccicante tabellone nuovo di zecca decine di serrande abbassate e arruginite ormai da tempo. Nell’ ultimo anno a Sant’ ambrogio hanno chiuso una decina di attività.
La colpa è un po’ di tutti: tante le responsabilità dei singoli commercianti , non meno quelle di chi potrebbe ( se volesse ) prendere decisioni strategiche. In ogni caso i centri storici muoino, si ingrigiscono e degradano. E non saranno di sicuro i Signori ” Conad”, ” Amazon” o “Mc Donald ” che verranno in soccorso a spazzare le cicche in strada, bagnare i fiori , addobbare per Natale o a dare una ” mano” alle associazioni. Ma sarà troppo tardi.
Ma lei rilegge quello che scrive
Era per la signora Elisabetta
Condivido il pensiero del Sig.Mauro…si arriverà un giorno in cui lo stato …e quindi i cittadini pagheranno chi vorrà tenere aperto un piccolo negozio….del resto già avviene in una provincia autonoma italiana….saluti
Mi spiace, Ivana è stata un’amica d’infanzia. Tutte le estati le passavo al Paschè dove mia mamma aveva una lavanderia e con tutti gli amici dei dintorni organizzavamo le giornate a giocare. A mio modo sono stato un cliente affezionato, tutte le mie cerbottane sono state costruite con i tubi elettrici comprati nel loro negozio