di NORMA RAIMONDO
CONDOVE – Un tempo lo Scone Palace, il palazzo dell’omonima cittadina, in Scozia, era il luogo ove venivano proclamati i re. Non ambiscono alla corona, ma sono comunque in gara per il titolo mondiale dei campionati della Federazione internazionale di combattimento medioevale (International Medieval Combat Federation) i giovani che dal 10 al 13 maggio disputeranno duelli singoli e di gruppo, indossando l’armatura.
Tra di loro, anche i due fratelli condovesi Dario e Luca Davì, in gara con i Taurus. Nella location scozzese si svolgeranno combattimenti in armatura, duelli singoli, scontri 5 contro 5, 10 contro 10, 16 contro 16. Ogni squadra prenderà parte alla disciplina prescelta, con un unico scopo.
“L’obiettivo – fanno sapere dalla delegazione italiana – è buttare gli avversari a terra con tutte le botte possibili, incluse le prese di judo. Ovviamente siamo coperti dall’armatura, ma abbiamo anche delle protezioni moderne. Pur trattandosi di rappresentazioni storiche reali, non si può pensare di affrontare l’impresa senza misure adeguate. Vengono pertanto utilizzati piccoli adattamenti per la sicurezza e griglie per evitare di ingoiare i denti“.
La spedizione tra cui spiccano anche Davide Rospi, Giorgio Dovera, Nicola Loda, Sergio Quattrini e Thomas Briguglio capitanati da Gabriele Ho, il cui cognome tradisce origini orientali, si arricchisce anche degli Iron Tower di Pisa, rappresentati da Federico Scolaio di Massa, che sarà loro compagno nella battaglia.
“I round sono tre, da un minuto e mezzo l’uno. Sono scontri molto fisici. Noi ci siamo conosciuti partecipando a rievocazioni storiche – precisa Thomas – ma ai campionati mondiali si accede tramite una selezione nazionale. Quest’anno, tuttavia, nessuna squadra italiana ha voluto partecipare, così siamo gli unici a tenere alto il tricolore“.
A smorzare la voglia di prendere parte alla competizione, contribuisce forse anche il fatto di partire già penalizzati. “È un po’ come quando i bianchi gareggiano nell’atletica a fianco delle rappresentanze di colore: si sa già dall’inizio come la prestanza fisica sia differente. Beh, bisognerebbe vedere i russi, gli ucraini, quelli che abitualmente vincono il titolo, per capire. Oltre che il fisico adatto, hanno sponsorizzazioni importanti, per loro è uno sport quanto per noi in Italia il calcio. Hanno palestre attrezzate di tutto punto. Noi, solo per far capire la differenza, ci alleniamo nel soprascala di una carrozzeria quando riusciamo a conciliare gli impegni di ciascuno”.
Chi pensasse ai combattimenti medioevali come prerogativa del sesso forte, tuttavia, sbaglierebbe. Nella delegazione italiana che mercoledì pomeriggio è decollata in direzione della Scozia ci sono anche due ragazze. Sono Martina Ravarini dei Taurus, che scenderà in arena con spada e scudo e Sara Fabbri degli Iron Tower, pronta a combattere con spada lunga.
“Abbiamo circa mezza tonnellata di bagagli al seguito – raccontano i combattenti italiani – ognuno di noi si porta appresso qualcosa come 50 kg tra equipaggiamento ed effetti personali”.
I medioevali di casa nostra non pensano di tornare vincitori, anzi presumono di prendere botte da orbi, ma sono convinti che si divertiranno. Perché, nonostante la pesante armatura che indosseranno, non avvertiranno il peso, bensì la sensazione di appagamento e leggerezza di chi si diverte davvero a fare quello che gli piace.
I combattimenti medievali erano molto cruenti e spesso il morire in fretta era un sollievo,
una prospettiva molto diversa dal sapere che tanto non ti succede niente.