OULX / TORINO – Un pezzo della storia dell’Oratorio e dei Salesiani di Oulx se n’è andato. Luigi “Gigi” Ballan, 83 anni, è morto. Confratello e coadiutore salesiano, dagli anni ’90 Ballan aveva fatto rinascere l’oratorio salesiano di Oulx, facendolo diventare un grande centro di ritrovo giovanile per tutta l’alta Valsusa.
Poi era stato trasferito negli ultimi anni alla Comunità di Torino Valdocco, Beato Filippo Rinaldi. Ballan ha dedicato tutta la sua vita ai giovani, nel segno di San Giovanni Bosco: salesiano esemplare, maestro, ed amico. Una scelta fatta fin da giovanissimo, raggiungendo i 66 anni di vita religiosa.
Gigi è mancato domenica 12 marzo: il funerale è stato celebrato martedì 14 marzo alla Basilica di Maria Ausiliatrice, a Torino Valdocco. La sua salma è stata tumulata al Cimitero di Foglizzo, nella tomba dei Salesiani.
Gigi Ballan è stato l’ultimo grande salesiano ad essersi occupato concretamente dell’oratorio salesiano di Oulx, negli anni di maggior sviluppo e crescita, a cui erano iscritti oltre un centinaio di giovani: dopo la sua partenza da Oulx, nonostante vari sostituti al suo posto, c’è stato un progressivo declino e disinteresse verso l’oratorio, fino all’addio totale da parte dei Salesiani, che hanno lasciato Oulx e l’alta Valsusa nel 2019.
Musicista, artista, maestro della creatività, della grafica e delle arti visive, uomo di fede e che univa l’altissima cultura alla vita pratica, in modo diretto e schietto, cristallino.
Ballan è stato un grande educatore. Ha cresciuto generazioni di giovani, organizzando a Oulx numerose attività e iniziative: laboratori musicali, di artigianato, teatrali, tornei sportivi di ogni genere, animazione liturgica e didattica. Organizzava eventi per la comunità: tanti spettacoli nel teatro salesiano, il presepe vivente, feste ed attività per grandi e piccini, per le famiglie e gli adulti, appuntamenti di ritrovo lavorando in squadra.
Un vero Animatore, con la A maiuscola, della comunità. Sapeva valorizzare i giovani, scovarne i talenti, metterli al centro, sempre.
Aiutava i ragazzi con maggiori problemi, supportandoli nelle difficoltà.
Negli anni in cui era stato responsabile del centro giovanile di Oulx, l’oratorio era aperto tutti i giorni fino a tardo pomeriggio, e a volte anche alla sera. Perché Gigi Ballan sapeva che l’oratorio e il momento creativo e formativo salesiano erano una valida alternativa e risposta concreta al disagio giovanile, alla solitudine, alla dispersione scolastica.
Il suo oratorio aveva sempre la porta aperta, a tutti, e sapeva radunare e accogliere bambini e giovani, offrendo una valida risposta alternativa alla piazza “senza alcun punto di riferimento”, che oggi viene sostituita spesso dalle mille attività extra-scolastiche per bambini e ragazzi, a cui siamo abituati.
Dopo la partita di pallone, Gigi non mancava mai nel preparare per tutti i ragazzi la merenda con pane e nutella, dedicando sempre un momento di preghiera nel ricordo di San Giovanni Bosco.
E poi spazio alle attività culturali, al doposcuola, ai laboratori di pirografia o sbalzo su rame, ai corsi di chitarra, flauto dolce, tastiera oppure organo. E poi il gruppo con decine di chierichetti e ministranti che erano talmente tanti al punto da dover organizzare i turni per ogni messa festiva, il gruppo dei musicisti e il coro dell’oratorio, il gruppo teatrale.
Il gruppo degli animatori, con attività alla sera per i più grandi. I tornei di calcio, pallavolo, basket, ping pong o calciobalilla, il laboratorio di cartellonistica per insegnare i principi della grafica pubblicitaria e di comunicazione. E ancora: la biblioteca, i corsi di canto, le feste con le famiglie per tutti alla domenica, con i tornei organizzati con gli altri oratori della Valsusa e di Torino.
Instancabile educatore, nel corso degli anni Gigi ha sofferto sulla sua pelle la fatica del dedicarsi interamente ai giovani, anima e corpo, al punto anche di ammalarsi, ma era riuscito a superare anche i suoi problemi di salute.
Il suo grande impegno per i giovani dell’oratorio di Oulx, paradossalmente, era stato anche criticato da alcuni sacerdoti e “confratelli”, che lo avevano anche ostacolato, sovente per incapacità o invidia. Ma lui non si fermava, mai.
Padre, maestro ed amico: chi scrive deve molto a Gigi Ballan, se non quasi tutto, del percorso formativo e di crescita intrapreso, della strada trovata, dei risultati raggiunti.
Sapeva che i giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere.
Ciao, Gigi. E grazie di tutto.
VALSUSA, È MORTO LUIGI BALLAN: GRANDE SALESIANO E MAESTRO DI VITA
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