di ANDREA MUSACCHIO
SANT’AMBROGIO DI TORINO – Un ex dipendente comunale dovrà pagare 6.044,34 euro di risarcimento al Comune di Sant’Ambrogio di Torino. L’uomo, il 7 maggio 2012, è stato condannato in primo grado a due anni e sette mesi di reclusione per il reato di peculato e di falso ideologico. Il funzionario comunale, tra gli anni 2002 e 2008, si era appropriato di circa 2400 euro. Soldi che erano stati versati dai cittadini al Comune, per pagare i diritti relativi ai permessi di costruzione.
Nel 2002 il tribunale stabilì anche un risarcimento dei danni non patrimoniali di circa 5mila euro a favore del Comune (più il pagamento delle spese legali). Una cifra pagata dal dirigente dopo la sentenza di condanna.
Ma proprio poche settimane fa c’è stata una novità: è stata firmata un transazione tra l’ex dipendente e il sindaco: l’ex funzionario del municipio dovrà pagare a rate ulteriori 6044 euro. La cifra comprende i danni patrimoniali, gli interessi, i danni morali e d’immagine (soldi che sono stati quantificati in via forfettaria in fase di transazione) e le spese legali. Quando si concluderà il pagamento dell’ultima rata, il Comune revocherà “a propria cura e spese, la costituzione di parte civile nel procedimento penale”.
Io credo che si , sia giusto che l’ex dipendente rimborsi il comune
dell’ ammanco , e tutte le parti coinvolte con i relativi interessi.
Ma che il comune debba speculare sulla vicenda pretendendo i danni di immagini lo vedo un furto peggio di quello che a fatto il dipendente.
chiaramente e solamente la mia opinione.
La notizia dal lato giuridico è piuttosto confusa.
I danni (non) patrimoniali (quali?) e le spese legali sembrerebbero già pagati con una sentenza del 2012.
E’ ben difficile che il Tribunale potesse già essersi espresso nel 2002, comunque quanto stabilito in quella data è dichiarato come pagato e NON patrimoniale, presumibilmente in sede civile a seguito della condanna penale, resta da capire in cosa consistesse.
La transazione dovrebbe comportare la rinuncia a pretese nel prosieguo in secondo grado di giudizio ma, se questo avvenisse prima della conclusione della rateizzazione, il Comune dovrà comunque costituirsi parte civile per mancato perfezionamento della transazione stessa.
Che sia intervenuta la buona volontà da parte di entrambi si evince tortuosamente dal testo, che sia una buona soluzione anche per l’ente pubblico e per la collettività che rappresenta lo si può sperare, che sarebbero occorsi un pizzico in più di trasparenza negli atti e di privacy verso l’interessato è fuor di dubbio, che una storia simile, dopo essersi trascinata per due/tre dozzine di anni, dovrebbe da tempo essere o giudicata o prescritta è una certezza.