di FRANCESCO RICHETTO (Assessore comunale di Bussoleno) / FOTO DI FEDERICO CAMBURSANO (da Facebook)
BUSSOLENO – Cosa sta succedendo ai mulini dell’Orrido di Foresto? O meglio, cos’è successo ai mulini? Nei prossimi giorni verranno abbattuti, non per volontà del Comune di Bussoleno bensì su ordine della Regione Piemonte con Dgr (deliberazione giunta regionale) del 30/11/2009.
Ricostruiamo in breve gli eventi:
- Nel 2009 il Comune di Bussoleno approva una variante al piano regolatore (aggiustamento periodico del piano per consentire e recepire i cambiamenti sociali ed economici della comunità).
- Sempre nel 2009 la Regione Piemonte, che è il garante e l’esaminatore dei piani regolatori per la loro legittimità e validazione, si esprime: “Tutto bene per le migliorie e gli aggiustamenti richiesti ma con alcune prescrizioni”. Alcuni immobili lambiti da eventi idrogeologici (alluvioni ecc.) vengono classificati in classe IIIC, ossia una situazione di grave pericolo che comporta l’abbattimento.
- Nel 2012 la Regione finanzia la rilocalizzazione di tali immobili. I proprietari, di fatto quasi tutti, accettano e vengono istruite le pratiche per il rimborso.
- nel 2014, in località frazione Gerbido 2, viene abbattuto il primo fabbricato (area di esondazione del fiume Dora Riparia).
- Nel 2015, in località Ghiare 1, viene abbattuto un secondo fabbricato (sempre area di esondazione del fiume Dora Riparia).
- Nel 2015 i proprietari dei mulini dell’orrido di Foresto vengono risarciti.
- Nel 2019 (ahimè) i mulini dell’orrido di Foresto verranno abbattuti.
Cosa possiamo imparare da questa vicenda? Per anni sul nostro territorio la normativa urbanistica e i permessi per costruire erano di competenza comunale. Per anni si è costruito in modo un po’ “selvatico”: si veda la vicenda di via San Lorenzo a Bussoleno, dove ad oggi la norma è passata di competenza alle regioni. Quest’ultime, dagli anni 2000 si sono poste come “garanti urbanistici” e in modo molto rigido e stringente hanno dato una “stretta” ad una situazione quasi imbarazzante. Interi abitati edificati sui conoidi di rii e a cavallo di fiumi importanti. Corsi di acqua tombati o deviati e via così discorrendo. Queste Dgr, che abbiamo citato, sono un po’ il frutto di questo “giro di vite”.
I mulini di Foresto, come le abitazioni di via San Lorenzo abbattute, sono azioni di una Regione che si è “stufata” di arrivare il giorno dopo un’emergenza, contare i danni e in alcuni casi anche le vittime.
Questo significa che siamo d’accordo con alcune scelte e supinamente le riceviamo? Personalmente assolutamente no. In futuro se avrò la sfortuna di ricevere in comune richieste di abbattimento le vorrei discutere a fondo con la popolazione, con dei tecnici di parte “nostri” e se necessario oppormi (quella dei mulini personalmente è una scelta che non condivido).
Oggi penso sia difficile discutere di una cosa decisa 10 anni fa e per la quale la proprietà (legittimamente e aggiungo meno male) ha anche ricevuto un indennizzo.
Ponzio non trova Pilato.
Storici forse, da abbattere sicuramente.
Quando l’ente pubblico agisce con cognizione e lungimiranza non possiamo che rallegrarcene.
L’avvenuto indennizzo ai proprietari permette pure di escludere ricadute negative e perdite economiche per gli interessati.