Monsieur Hubert du Mesnil
Presidente T.E.L.T. sas
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo Metropolitana di Torino
Amministratore Apostolico Diocesi di Susa
Gentile sig. Hubert du Mesnil,
scriviamo una lettera aperta a Lei per il ruolo che ricopre all’interno della società Telt (Presidente) e per quello che ha ricoperto, fino a pochi mesi fa, all’interno del prestigioso Collège des Bernardins di Parigi (Direttore).
Siamo rimasti colpiti da alcuni passaggi della riflessione sulla “Bienheureuse humilité” (Beata umiltà) che Lei ha redatto per il Magazine du Collège lo scorso mese di luglio. L’articolo cui facciamo riferimento è leggibile sul sito https://www.collegedesbernardins.fr/content/bienheureuse-humilite.
In particolare Lei scrive: “Cette période de crise que nous avons traversée a été une école d’humilité. Nos certitudes, nos prévisions, nos projets tout a été remis en cause. Ce que personne n’arrivait à faire ou n’osait imaginer a été obtenu par une mystérieuse contagion qui a pris possession de la planète”.
È vero, il mondo si trova a dover fare i conti con una nuova pandemia di vaste proporzioni che noi, del mondo industrializzato occidentale e orientale, non immaginavamo. Ci sentivamo al riparo da certe sciagure convinti com’eravamo dei notevoli traguardi raggiunti in campo medico e tecnologico. Nessuno “osava immaginare”. Pensiamo tuttavia, che forse sarebbe più scrupoloso dire che si aveva paura ad immaginare, oppure che proprio non si voleva immaginare.
Non mancavano infatti autorevoli avvertimenti: l’Unep (United Nations Environment Programme) nel rapporto “Frontiers 2016” avvertiva che le zoonosi «sono in aumento, mentre le attività antropiche continuano a innescare distruzioni inedite degli habitat selvatici (….) e minacciano lo sviluppo economico, il benessere animale e umano e l’integrità degli ecosistemi.
Vi è una connessione tra epidemia e attività antropiche. Molti studiosi ritengono che la pandemia di coronavirus è nata dallo stress che l’Antropocene ha inflitto agli ecosistemi planetari e identificano nel “The Great Acceleration” le condizioni ambientali che hanno contribuito alla trasformazione delle infezioni: sovrappopolamento urbano nelle metropoli, deforestazione, grande intensificazione degli allevamenti intensivi e modifica dell’uso del suolo.
In poche parole si potrebbe riassumere che noi, esseri umani, con le nostre decisioni siamo diventati, nell’evoluzione della vita sulla Terra, la più implacabile macchina di distruzione del pianeta. Ecco la questione che desideriamo metterLe in evidenza, fiduciosi di un suo riscontro in merito.
Se identifichiamo l’umiltà come virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma di orgoglio, superbia, sopraffazione, anche noi, come Lei, riteniamo che il futuro “est à repenser” e, con Papa Francesco, che questo futuro passa attraverso la conversione. La Laudato Si’ [n°66] richiama al ripristino della relazione dell’uomo con la terra. L’essere inclini alla presunzione di assumere il controllo sulla natura denota un
atteggiamento tutt’altro che umile.
Umiltà può dunque voler dire ascoltare il “grido della Terra” e abbandonare gli stili di vita che sono all’origine del “misterioso contagio” che, a questo punto, non è più tanto misterioso.
Anche noi, come Lei, siamo dei cristiani che si occupano del progetto Tav Torino-Lione: se ci accomuna l’appartenenza alla Chiesa Cattolica, ci differenzia però l’assenso ad assecondare la realizzazione di tale opera.
Lei dice che “tutto è stato messo in discussione”. Non ci risulta, il progetto Tav Torino-Lione non è stato messo in discussione e in questo ultimo periodo sgomita freneticamente per volersi riposizionare nel “consorzio green”.
Eppure ci sono molti elementi che lo rendono causa, piuttosto che rimedio, alla grave situazione ambientale appena descritta. Le emissioni di CO2 che prevedete ci saranno in fase di cantiere non rispondono alla legge sul clima del 7 ottobre scorso del Parlamento Europeo che fissa l’obiettivo di ridurle del 60% entro il 2030.
Il 15 marzo dello scorso anno 2019, Lei esaltava in Rai Radio 1 “la magnificenza del cantiere di Chiomonte”. Alla luce dell’insegnamento ricevuto dalla pandemia ci aspettiamo un ripensamento circa la volontà di proseguire su un binario che non conduce al benessere dell’umanità.
La salutiamo cordialmente.
Gruppo cattolici per la vita della valle No Tav
Paolo Anselmo (Bruzolo)
Laura Favro Bertrando (Sant’Antonino di Susa)
Rosanna Bonaudo (Caprie)
Elisa Borgesa (Chiusa San Michele)
Eugenio Cantore (Sant’Ambrogio di Torino)
Maria Grazia Cabigiosu, Donatella Giunti, Mira Mondo (Condove)
Roberto Perdoncin (Susa)
Giorgio Perino (Bussoleno)
Gabriella Tittonel (Villar Dora)
Dacci oggi il nostro attimo di comicità quotidiano. Uno di loro tempo di fa diceva “il buco di Chiomonte si vede fin dalla Luna”…
🙂
Una lettera allo IOR per chiarimenti su fondi prestati, per costruire alta velocità milano roma.