di IVO BLANDINO
ALMESE – Il 10 settembre 1978, nella chiesa parrocchiale di Drubiaglio ad Avigliana, due giovani di Rubiana decisero di sposarsi: si chiamano Anna Manuele e Roberto Cammarata. I due si erano conosciuti a Torino ad una festa tra amici, e da quel momento non si sono più lasciati. Dal loro matrimonio sono nate due figlie, Chiara e Deborah: entrambe lavorano come insegnanti e sono sposate.
Roberto Cammarata ha lavorato in vari hotel torinesi, prima al Principi di Piemonte come cuoco e poi al Jolly Ambasciatori, ricoprendo anche il ruolo di economo, mentre la sua sposa Anna era assunta come impiegata per un’azienda di Almese.
La vita sembrava scorrere felice, tra alti e bassi, come quella di tante famiglie valsusine. Fino a dieci anni fa, quando Roberto venne colpito dal morbo di Parkinson. Passa il tempo e la situazione peggiora. Nell’aprile di quest’anno Roberto è stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano, ma mentre segue i corsi di riabilitazione viene colpito da un arresto cardiaco, che aggrava ancora di più le sue condizioni di salute.
Oggi Roberto è in coma vigile: la famiglia lo ha trasferito in una struttura specializzata a Torre Pellice, dove viene seguito amorevolmente da dottori e infermieri.
Le difficoltà e le sofferenze sono grandi, ma tutto questo non ferma l’amore. Ieri, domenica 9 settembre, la moglie Anna ha festeggiato con lui le “nozze di rubino”, insieme alle figlie Chiara e Deborah (con i rispettivi coniugi Andrea e Francesco), alcuni parenti e amici della Valle di Susa. Ieri nella cappella della casa di cura di Torre Pellice l’atmosfera era commovente: nonostante le difficoltà, i due sposi hanno rinnovato le loro promesse di fedeltà coniugale e di amore, con la benedizione degli anelli.
Don Manuel Capa, parroco della chiesa San Martino di Torre Pellice, ha celebrato la messa e nell’omelia ha commentato un brano del vangelo di Luca, dove Gesù guarisce i malati. Il sacerdote ha invitato la famiglia di Roberto a non scoraggiarsi, ma ad avere fiducia nell’aiuto di Dio.
È stato veramente un momento speciale, in cui si è colta la grande forza della moglie Anna, delle figlie e dei parenti che in questo doloroso momento della vita non hanno voluto rinunciare al ricordo del giorno più bello, quello del matrimonio. Dopo quarant’anni Anna e Roberto sono rimasti uno accanto all’altro.
E dopo la messa, c’è stato un momento di festa con il brindisi e il taglio della torta. Con lo stesso amore, ma forse oggi ancora di più rispetto a 40 anni fa.
Sono rimasto colpito da questa bellissima testimonianza di amore eterno tra un uomo e una donna, dovrebbe essere di esempio per le nuove generazioni e non solo dove la parola d’ordine e EGOISMO.
COMPLIMENTI VIVISSIMI PER LA VOSTRA BELLISIMA STORIA D’ AMORE.