VALSUSA, IL MISTERO DELLE 60 OPERE D’ARTE RUBATE: INDAGATI UN SACERDOTE E ALTRE TRE PERSONE

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La chiesa di San Francesco a Susa, con il suo convento

SUSA – Il mistero di circa 60 opere d’arte rubate in Valsusa: in gran parte nell’antico Convento di San Francesco a Susa, oltre che un paio alla Consolata di Torino e altre nella chiesa di Pecetto, con quattro persone indagate, tra cui un sacerdote esorcista. E’ questa la vicenda che sta facendo discutere nel mondo della chiesa Torinese. La procura di Torino ha aperto un’inchiesta che vede indagati monsignor Marino Basso, esorcista e parroco di Pecetto da circa 10 anni (nonché rettore della Consolata dal 2006 al 2014) insieme ad altre tre persone, con l’accusa di presunto furto pluriaggravato: il coinquilino del prete, Vincenzo Simone, suo fratello Francesco Simone (restauratore) e il titolare di una bancarella del mercatino di Borgo d’Ale, in provincia di Vercelli. L’inchiesta è condotta dai carabinieri nel nucleo tutela patrimonio culturale di Torino, che martedì 30 gennaio hanno fatto una perquisizione a Villa Sacro Cuore, l’edificio dove vive il sacerdote, vicino alla parrocchia di Santa Maria della Neve di Pecetto. Le forze dell’ordine hanno trovato una decina quadri e icone, riconducibili al convento di San Francesco a Susa, che vengono recuperati e sequestrati. Le indagini continuano, perché tra le varie opere d’arte scomparse vi sono anche putti e altri quadri della parrocchia Santa Maria della Neve, dove il prete è parroco dal 2013, e bisogna capire soprattutto dove sono finite tutte le altre opere che erano state rubate a Susa, e alla Consolata di Torino. Il religioso, difeso dall’avvocato Maurizio Caldararo, si è dichiarato estraneo a qualsiasi addebito: “Sarà fatta luce su tutta la vicenda, sono sereno”. “Siamo nella fase delle indagini preliminari – ha spiegato nei giorni scorsi l’avvocato – la magistratura ritiene di fare chiarezza su alcuni aspetti, che sta approfondendo. Don Basso è totalmente estraneo ai fatti contestati”. Tutto risale al 2021, quando, durante uno dei tanti mercatini che si tengono a Borgo d’Ale, un carabiniere del comando di Tutela del Patrimonio Culturale riconosce tra le bancherelle un dipinto, che faceva parte del database di quelli rubati nel convento francescano di Susa, e per i quali era stato denunciato il furto. La conferma che si trattasse proprio di quel quadro, consentì un passo in avanti nelle indagini che erano state avviate dopo la denuncia del furto a Susa, arrivando ai fatti di oggi. Intanto, a proposito dell’inchiesta giudiziaria, la Diocesi di Torino e Susa ha espresso la sua posizione: “Riguardo alla vicenda di don Marino Basso, la diocesi di Torino nutre piena fiducia che egli, per quanto a sua conoscenza, possa chiarire ogni aspetto in modo limpido ed esaustivo. Le diocesi di Torino e di Susa sono interessate alla massima tutela del proprio patrimonio artistico e culturale, collaborano ad ogni livello per la sua conservazione e confidano nell’operato della magistratura”. Bisognerà fare luce su tutta la vicenda: il Convento di San Francesco, con la sua chiesa, risale al 1200. I Francescani vivevano al suo interno fino al 2008, poi se ne sono andati definitivamente e per alcuni anni la struttura è stata utilizzata come casa per ferie dalla Diocesi. Il furto delle opere d’arte è avvenuto prima del 2021. Nel 2022 il convento è poi diventato un boutique hotel, acquisito e gestito da una società privata, estranea a tutta la vicenda.

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14 COMMENTI

      • Pagate l’Imu sugli edifici non di culto, scuole private, convitti vari trasformati in pensioni hotel, case di riposo , immobili vari nelle grandi città . In cominciate a buttare fuori dalla chiesa, i delinquenti di natura sessuale. La gente avrebbe più fiducia.

    • Sacerdoti in panda? Forse,….. ne conosco in vallata che girano con la jeep Renegade nuova di pacca, per non parlare dei cardinali con attici di 450 metri quadri a Roma. Gli unici che hanno il pass per il paradiso sono i e le missionarie. Gli altri valutare caso per caso.

  1. Mi sembra che questa notizia sia a scoppio ritardato , già ne aveva parlato il TG regionale , comunque una delle tante vicende che mettono in crisi la chiesa cattolica, che già soffre per i problemi delle vocazioni e carenza di parroci , bisogna colpire e lasciare colpire gli ecclesiastici malfattori ,e questa storia del parroco esorcista se così fosse lui il demonio

  2. Prendere appunti.
    Occasioni di ottimi affari (ironicamente detti per più semplice: ricettazione) al mercatino di Borgo d’Ale.
    In ogni consesso possono trovarsi soggetti che agiscono scorrettamente ma le responsabilità personali debbono essere perseguite singolarmente, senza fare di un’erba un fascio.
    Questa furia anticlericale trova in disaccordo anche me, figuriamoci i cattolici onesti e sinceri.

  3. Premesso che la Chiesa è il mezzo, e non il fine (che è l’eterno abbraccio con Gesù immersi nella gioia della Trinità), la Chiesa non è fatta di persone che arrivano da Krypton, ma da esseri umani con pregi e difetti come tutti.
    La differenza è che mentre nella Chiesa si predica BENE (per cui i princìpi sono riconosciuti) e si razzola come si riesce, fuori dalla Chiesa spesso si predica MALE (es aborto) e si razzola anche peggio.

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