VALSUSA, “IL NOSTRO VIAGGIO IN AFRICA”: IL DIARIO DI GIORGIO E ROSY CANTORE

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di GIORGIO E ROSY CANTORE

Il nostro viaggio nel cuore dell’Africa.
Sono state tre settimane veramente intense, i ventidue giorni trascorsi ad Asrama in TOGO. Giornate impegnative, in tutti i sensi, sia per il lavoro che abbiamo fatto, sia per il fattore emotivo. Non avremo mai immaginato, quanto è difficile qui affrontare le giornate, con tanti problemi per Noi banali, ma qui di difficile soluzione. Quando manca la tecnologia e gli strumenti per svolgere qualsiasi attività. Da più di vent’anni i Francesi hanno smesso di seguire il Togo, sono arrivati i cinesi che hanno costruito strade e pozzi, aiutando il governo centrale. Ma vogliono anche loro il proprio tornaconto. La capitale Lomé sembra più avanti come tenore di vita, e i governanti sono la casta privilegiata. Ma nei villaggi c’è troppa miseria. Ogni tanto fanno qualcosa, ma le strade sono impercorribili. Si transita solo su delle moto (tutte cinesi) e la maggior parte della popolazione fa chilometri e chilometri a piedi. L’unica strada asfaltata costruita dai cinesi, attraversa il paese per lunghezza. Ma ogni 30 km c’è una specie di casello a pagamento, presidiato da guardie armate. L’energia elettrica non arriva in ogni luogo e dove c’è, regolarmente manca due giorni su tre per ore e ore. Questo è il maggior problema che abbiamo dovuto affrontare. Oltre tutto si paga prima di consumarla (si ricarica il contatore come da noi per ricaricare il telefonino). Non abbiamo un peso per pesare, così ho insegnatop loro come regolarsi per sale e lievito negli impasti. Edoh ha imparato molto bene, ma anche Didier ha capito gli impasti che deve fare. Sono soddisfatto perché in pochi giorni sono già stati capaci di fare parecchie cose e saranno certamente in grado di proseguire anche da soli. Ho anche insegnato ad impastare a mano, quando non c’è l’energia. Ma per cuocere? Sono andato in una missione di suore dove hanno un forno a carbone, ma ho consigliato nei prossimi mesi di costruire uno forno a legna. Il problema sarà poi per le tempistiche, e per la temperatura del forno. Ma ha assicurato però il capo distretto Chief. Canton, che sicuramente il governo con l’aiuto della Cina migliorerà le cose. (Speriamo) Per spostarci in queste settimane abbiamo percorso km e km su queste moto, guidate da ragazzi, che si fanno chiamare chafour, su strade con dei salti e dei fossi da incubo. Io e Rosy non avremmo mai immaginato di fare questi percorsi (tra l’altro sempre senza casco). Qualcuno ci ha protetto. È veramente stata un esperienza bella, ma vedere come si vive qui, lascia l’amaro in bocca. Si vorrebbe fare di più, ma non sempre è possibile. Sicuramente aiutare direttamente è la cosa migliore, anche con la presenza, e la partecipazione con tutti i problemi che incombono ogni giorno. Una cosa abbiamo imparato IO e Rosy ad essere più sereni con noi stessi, per affrontare qualunque difficoltà, nella buona o cattiva situazione vedere sempre un motivo e uno scopo per continuare ad andare avanti, e se possibile tendere una mano a chi ne ha bisogno. Siamo anche felici di tornare a casa per riabbracciare Nicoletta e Manuel,e tutti gli amici che con i loro messaggi, e non solo, ci hanno sostenuto. Siamo sull’aereo per Milano, dopo ore di viaggio arriveremo a casa, ma un pò di nostalgia dei bambini, che ti salutano e ti corrono incontro ci rimarrà per sempre. Un grazie va sicuramente alla Associazione Tengo al Togo, nello specifico ad Anna e Ciro; ed anche ai volontari che abbiamo conosciuto in questo nostro viaggio: Edoardo, Barbara e Paolo e anche Letizia e Cristina. In particolare Anna e Ciro in tanti anni hanno fatto tantissimo, contribuendo alla costruzione di ospedali e scuole (proprio nelle vicinanze di Lomé c’è una scuola intitolata a Anna, la scuola Anna Vighetto, gestita e diretta da un Togolese Alberto, un ragazzo che fin da bambino loro hanno fatto studiare ed è diventato il loro tramite con il Togo). Grazie ancora a tutti di cuore, per averci sostenuto. In questo viaggio che abbiamo fatto senza conoscere l’Africa centrale, La vera Africa, quella che io penso e che i ragazzi e le ragazze miglioreranno se saranno aiutati Speriamo di aver fatto qualcosa di buono, anche se e pochissimo, un grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto. Vi vogliamo bene un abbraccio forte.
Rosy e Giorgio

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2 COMMENTI

  1. Pero’ c’è ne avete messo di tempo a vedere come vivono i poverelli, siete arrivati ben maturi Io invece ho visto come vivono gia’ nel 2004 all’ eta’ di 25 anni , In Asia non in Africa.Viale con case di carta , fornello/ grill dove all’ aperto cucinano, a fianco e davanti grande immondiziaio dove cani e bimbi fanno i bisogni, lato opposto un biliardo.Mao voleva che il popolo facesse qualcosa di ricreativo. Perché’ non vi siete interessati prima al prossimo?

    • Finché ci sarà gente con scarsa sensibilità come lei non esisterà un popolo benestante ed evoluto, persino se abitasse in case fatte di oro. E comunque ormai i poveracci ce li abbiamo anche sotto casa…li ha visti per caso? Mao comunque è morto nel 1973, buongiorno…

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