di PAOLA TESIO
RUBIANA – Lavandare la nota poesia di Giovanni Pascoli sembra riecheggiare a Monpellato emergendo dal recente murales realizzato a titolo di dono dall’artista Samantha Capaldo: “Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi che pare dimenticato, tra il vapor leggero. E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandarecon tonfi spessi e lunghe cantilene: Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese,quando partisti, come son rimasta,come l’aratro in mezzo alla maggese”.
Pascoli con questa lirica soleva ricordare la malinconia dell’abbandono e il riecheggiare del lavoro solenne ritmato dalle voci delle lavandaie, che in una sorta di contrasto, emergevano nel ricordo di un ambiente non più presente. Sentimento che ancor oggi può pervadere e permanere nelle zone di montagna dove un tempo le borghigiane andavano a recarsi ai lavatoi. Del resto l’intento dell’associazione gli Amici di Mompellato, nel realizzare quest’opera, è stato volto a riqualificare il territorio nel rispetto delle tradizioni e degli antichi mestieri, ponendo l’attenzione all’importanza storica delle borgate.
Come precisa Samantha Capaldo: “A Mompellato ho realizzato diversi murales tra cui quello dedicato all’antico fornaio oppure al pascolo. Nel realizzare il lavatoio mi sono ispirata ad alcuni documenti d’epoca cercando di rievocare la coesione sociale e il clima di vicinanza tra le persone, oltre all’impegno che le donne investivano nel fare questo lavoro quotidiano, trasportando e lavando i panni a mano. Ho immaginato una scena che potesse rievocare e trasportare l’osservatore agli istanti del passato che fanno parte della nostra memoria collettiva”.
Le lavandaie nella storia dell’arte hanno da sempre abitato con il loro fare le grandi opere: Honoré Daumier, William-Adolphe Bouguereau, Ernest Hébert, Jules Breton, John Lavery, Paul Gauguin, sono alcuni splendidi autori Ottocenteschi che realizzarono lavori memorabili e straordinari. Il lavatoio di Mompellato rappresenta un simbolo storico della comunità, anche se non vi sono origini certe della sua realizzazione, avvenuta tra l’ottocento e il novecento (in precedenza vi era una fontana) e veniva un tempo utilizzato in ripartizioni per lavare i panni e la biancheria, per abbeverare gli animali e per attingere l’acqua. Oggi grazie alla pittura di Samantha Capaldo riprende vita trasportando ai momenti e alle voci che lo avevano abitato e vissuto e trasmettendo una poetica serenità. Sabato 6 luglio alle ore 16 si terrà l’inaugurazione del murales e della panchina con la presenza dei membri dell’Associazione Amici di Mompellato che offriranno un rinfresco.
Brava l’ artista che ha ricreato l’ acqua e i riflessi delle lavandaie nel da farsi , e la mia
riflessione su quanto era dura ma sociale la vita , ora nella modernità del lavaggio anche l’ inquinamento , un tempo con sapone di Marsiglia e lisciva nessun problema di depurazione delle acque , elementi naturali , non si sintesi come i tessuti…..