RICEVIAMO DAL PARCO ALPI COZIE
SALBERTRAND – Dal 15 marzo l’ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie ha assunto la gestione delle seguenti “Zone Speciali di Conservazione (ZSC)”, appartenenti alla Rete Natura 2000 dell’Alta Valle di Susa:
– Champlas – Colle Sestriere
– Boscaglie di Tasso di Giaglione (Val Clarea)
– Valle Thuras
– Col Basset (Sestriere)
– Pendici del Monte Chaberton
– Bardonecchia / Val Fredda
– Les Arnaud e Punta Quattro Sorelle
– Valle Argentera
– Arnodera / Colle Montabone
– Cima Fournier e Lago Nero
che si aggiungono alle sei aree già gestite dall’Ente
– Orsiera Rocciavrè
– Laghi di Avigliana
– Gran Bosco di Salbertrand
– Oasi xerotermiche della Val di Susa – Orrido di Chianocco
– Rocciamelone
– Val Troncea
per una superficie complessiva di 35.474 ettari.
La Regione Piemonte il 13 giugno scorso aveva sottoscritto la convenzione di delega della gestione di 27 Siti della Rete Natura 2000 con la Città Metropolitana di Torino che aveva già in gestione 4 Siti ed 8 aree protette. Nello stesso tempo aveva proposto di attivare lo strumento della subdelega per la gestione dei siti territorialmente prossimi e naturalisticamente affini alle aree naturali protette già gestite dall’ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie.
La Città Metropolitana di Torino aveva espresso piena condivisione alla proposta regionale, attivandosi per stipulare la convenzione con le Alpi Cozie, che è stata sottoscritta nei giorni scorsi. La consigliera delegata della Città Metropolitana di Torino Barbara Azzarà ha espresso soddisfazione per il provvedimento poiché esso consente una gestione più razionale e condivisa dei siti dell’alta Valle Susa nella quale ha mantenuto quelli relativi al comune di Oulx e la possibilità di concentrare le risorse a disposizione nei restanti 21 di propria competenza che spaziano dai laghi ed aree umide dell’anfiteatro morenico di Ivrea, agli stagni di Poirino fino al Pian della Mussa e, verso sud, al Pra Barant in valle Pellice.
Per il presidente dell’ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, Stefano Daverio “Una corretta gestione dei siti di natura 2000 è essenziale per la loro conservazione, ma una corretta gestione passa attraverso la partecipazione delle persone che vivono il territorio. Alpi Cozie fin dalla sua istituzione ha sempre condiviso ogni azione gestionale con le comunità locali e nonostante le sempre maggiori difficoltà economiche e la carenza di personale i nostri sforzi proseguiranno in questa direzione”.
Con la sottoscrizione la Città Metropolitana e l’ente di gestione delle Alpi Cozie hanno deciso di collaborare, sviluppando progetti comuni volti a tutelare e gestire gli habitat e le specie presenti nei siti subdelegati e a stimolare nei visitatori e nelle comunità locali un atteggiamento favorevole e partecipativo alla protezione del patrimonio naturale e culturale.
Cosa sono Rete Natura 2000 e le Zone Speciali di Conservazione dell’Alta Val di Susa?
La Rete Natura 2000 è una rete ecologica di aree istituite in applicazione delle Direttive Europee Habitat ed Uccelli per garantire la protezione ed il mantenimento di habitat, specie animali, e vegetali in pericolo, vulnerabili o rare. I siti proposti dalla Regione e approvati dal Ministero dell’Ambiente, ora in gestione dell’ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, tutelano aspetti molto diversi dell’Alta Valle di Susa, come i detriti calcarei che ospitano endemismi come la Berardia subacaulis, una pianta ancestrale di origine Nord Africana, le foreste montane e subalpine di Pino uncinato su terreni calcarei, le stazioni relitte di Pino mugo, gli arbusteti umidi di rododendro ricchi di farfalle minacciate su tutto l’arco alpino, le praterie su cui vive la popolazione più consistente in Italia settentrionale di Passera
lagia.
Rilevanti sono anche i laghi e le zone umide con vegetazione di torbiera bassa calcifila dove si possono osservare la Genziana di palude (Swertia perennis) e rare orchidee come la Dactyloriza incarnata, le boscaglie, rare in Piemonte, di un arbusto dei climi oceanici, il Tasso
(Taxus baccata), i greti ancora naturali e non regimati dei torrenti in quota caratterizzati dalla presenza di Tamerice alpina (Myricaria germanica), solo per citarne alcuni.
Cosa comportano le Zone Speciali di Conservazione?
La tutela dei Siti della Rete Natura 2000 è obbligatoria per legge e prevede che ogni intervento, progetto, strumento di programmazione e di pianificazione territoriale, che possa avere ripercussioni sullo stato di conservazione delle specie e degli habitat dei siti, sia sottoposto ad una procedura di valutazione di incidenza.
Per verificare se un intervento sui siti debba essere assoggettato a questa procedura, occorrerà presentare istanza all’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, utilizzando la scheda guida che individua le informazioni minime necessarie (reperibile alla pagina
https://www.parchialpicozie.it/page/view/rete-natura-2000/).
La scheda può essere compilata ed inviata all’Ente oppure servire come schema per individuare le informazioni necessarie per produrre un proprio elaborato. Poiché le Zone speciali di conservazione sono aree delicate e di grande valore naturalistico, tanto da costituire un interesse sovranazionale, per esse sono state stabilite dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Piemonte delle misure di conservazione generali (valide per tutti i siti della regione) e specifiche per ogni zona.
Queste regole possono essere scaricate dal sito dell’Ente (https://www.parchialpicozie.it/page/view/rete-natura-2000/).
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare la sezione Aree Protette → Rete Natura 2000 disponibile online sul portale dell’ente www.parchialpicozie.it.
Perchè la protezione della rara farfalla , la Zerynthia polyxena, in zona cantiere TAV alla Maddalena protetta dalle Direttive Europee, non viene affidata al Parco Alpi Cozie anzichè affidarla
a chi ha tutto l’interesse a farla sparire(TELT)?
Il parco andate a farlo attorno al cantiere TAV di Chiomonte magari li serve a qualcosa. Magari con l’aiuto dell’Arpa x inquinamenti vari!!!!
Sulle pendici del Monte Chaberton passano centinaia di tir al giorno alla faccia del parco.
Forse qualche verde se lo è dimenticato?
Ma per loro l’ importante e’ continuare a far morire la nostra terra!!!