IL RISVEGLIO DELLE VIPERE: I CONSIGLI DELL’ASL

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dall’ASL TO3

È tempo di vipere quindi NO all’allarmismo, ma SÍ alla prudenza. Le temperature di questo inizio di primavera, ben superiori alle medie climatiche stagionali, hanno favorito anzitempo il risveglio di vipere e altri rettili dal letargo invernale. Nelle nostre zone sono presenti due specie di vipere, la Vipera aspis e la Vipera berus, detta comunemente “marasso palustre”.

La Vipera aspis predilige areali asciutti e assolati oltre i 1.000 metri d’altezza, ha un colore tendente al marrone, difficilmente supera i 90 cm di lunghezza e ha un carattere poco aggressivo. Il marasso può raggiungere i 120 cm, il colore tende al grigio scuro, preferisce i luoghi umidi e riparati, vive ad altezze collinari e attacca facilmente.

Il veleno, più potente nella aspis, viene inoculato (non sempre) attraverso il morso, che generalmente lascia il caratteristico segno di due puntini arrossati distanziati di circa 1 cm, dovuti alla presenza dei denti veleniferi, assenti negli altri serpenti non velenosi. Se si viene morsi da un serpente, eventualità tutt’altro che frequente, è d’obbligo recarsi immediatamente, ma senza ansia, presso il più vicino pronto soccorso o punto di primo intervento, dove il personale medico valuterà se possibile la forma del morso e, in caso di sospetto o conferma di morso di vipera, metterà in atto una terapia sintomatica assolutamente sicura.

Sono da evitare interventi quali l’applicazione di lacci emostatici, mentre l’aspirazione del veleno tramite le pompette è praticamente inutile.

Ricordiamoci: di morso di vipera non si muore, l’importante è rimanere calmi e recarsi tempestivamente al pronto soccorso. È appena il caso di ricordare, inoltre, che le vipere sono animali utili e protetti: non si uccidono mai.

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4 COMMENTI

  1. Mah… l’articolo chiude con “di morso di vipera non si muore” e poi, tra i correlati, c’è questo:
    https://www.valsusaoggi.it/bimbo-morso-da-una-vipera-a-condove-e-in-coma-rischia-la-vita/

    In pratica cosa dobbiamo fare? Sarebbe interessante saperlo visto che, tra leggende metropolitane e nuove interpretazioni dell’emergenza, non si capisce più nulla! Cosa significa, in termini di tempo, “recarsi tempestivamente al pronto soccorso”? Se sono in montagna devo chiamare il 118 o posso scendere a valle senza problemi? Quanto tempo …rimane, senza conseguenze pericolose?

    So bene che sarebbe meno sensionalistico, ma credo che da un articolo come questo le persone si aspettino delle regole precise in modo da saper cosa fare praticamente qualora si fosse in montagna e distanti da tutto!
    Una cosa del genere, insomma:
    1) capire quanto tempo ci vuole per raggiungere l’ospedale
    2) se il tempo è superiore a TOT chiamare il 118
    3) ecc…

  2. Sicuramente un potenziale pericolo in particolare lungo i sentieri pieni di erbacce e non puliti. Personalmente ritengo che il problema maggiore siano le zecche meno visibili, più diffuse e comunque pericolose.

  3. Sicuramente da evitare il siero antiofidico che portavamo obbligatoriamente in gita da bambini.
    Credo che nessuno l’abbia mai usato perché dopo ore ed ore fuori dal regolamentare frigorifero sarebbe stato sicuramente letale.

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