di IVO BLANDINO
NOVALESA – Tutta Novalesa questa mattina si è stretta attorno alla famiglia dell’amato sindaco del paese Tullio Faletti, un uomo di grande bontà, disponibilità e cultura molto apprezzato dai suoi cittadini. Domenica è morto all’improvviso a causa di un malore, all’età di 65 anni.Tullio lascia la moglie Renata, i figli Federico, Flavio e Francesco e i numerosi parenti. A Novalesa aveva iniziato la sua attività politica nel 2009 come vicesindaco del suo amico Ezio Rivetti, morto anche lui a causa di un malore a febbraio.
Mercoledì mattina una folla di persone ha partecipato all’ultimo saluto. La camera ardente è stata allestita presso la Casa degli Affreschi, che si trova a pochi passi dalla chiesa. Alle esequie erano presente la banda musicale di Novalesa, che ha suonato all’esterno della chiesa, e numerose autorità: il prefetto di Torino Renato Saccone, il comandante dell’Arma dei Carabinieri di Susa, i vigili del fuoco, la Croce Rossa, gli Aib, le associazioni locali e tantissimi sindaci dell’Alta e Bassa Valle di Susa con le loro fasce tricolori, tutti quanti per sottolineare l’amicizia e la stima per Tullio.
La celebrazione si è tenuta nella chiesa parrocchiale Santo Stefano presieduta da don Luigi Crepaldi parroco di Novalesa: con lui hanno concelebrato don Gianluca Popolla e padre Daniele dell’abbazia della Novalesa, mentre la cantoria ha animato la liturgia.
Commentando il testo del Vangelo di Matteo “Venite a me voi tutti…”, don Crepaldi ha sottolineato, rivolgendosi ai famigliari, che “la mente lacera e strazia il cuore, ma Dio anche in questa dolorosa ed angosciante situazione vi è vicino per consolarvi, il Signore non vi lascia soli e non vi abbandonerà”.
Nella sua commovente omelia, don Luigi ha più volte sottolineato non solo l’amicizia che lo legava a Tullio, ma anche la grande umanità e l’impegno che aveva verso il prossimo.
Don Luigi ha ricordato il giorno del suo ingresso nella parrocchia di Novalesa, quando il sindaco fece il saluto di benvenuto. “Lo aveva scritto su un semplice foglio di carta a mano…Tullio mi disse: “Mi scusi per il foglio”, ma io gli risposi che ciò che contava era quanto avesse detto con il cuore, questo era il sindaco di Novalesa, un uomo semplice alle volte diretto, ma buono, fortemente amante del suo paese, del suo territorio, della sua gente delle sue montagne…”. Don Crepaldi ha ancora voluto ricordare l’impegno di Tullio per gli emarginati, i rifugiati e coloro che vivono nel terzo mondo, anche in questo campo Tullio, si è sempre reso disponibile.
Al termine della messa, prima della benedizione della salma, ha preso la parola il presidente dell’Unione Montana Valle Susa, il sindaco di Susa Sandro Plano, ricordando la collaborazione e l’amicizia che lo legava a Tullio: “Chi è credente gli dice arrivederci, per chi non crede è un addio, ma tutti noi avremo di Tullio un esemplare ricordo”.
L’ultimo intervento è stato di Mauro Carena, sindaco di Villar Dora e consigliere metropolitano di Torino, che ha espresso “il cordoglio della Città Metropolitana di Torino, con la sindaca Appendino, per la morte di Tullio”.
Sul sagrato, mentre sfilavano tutti i labari dei Comuni e delle associazioni, la banda musicale eseguiva le struggenti note del brano di Bepi De Marzi “Signore delle cime”, salutando il feretro che proseguiva il suo viaggio verso il Tempio crematorio.
Dopo l’amico Tullio non sarà facile fare il sindaco a Novalesa.