LETTERA DI CATERINA AGUS (consigliera comunale di Bussoleno)
Le criticità della sanità nazionale e territoriale, purtroppo, sono note da tempo e si sono inasprite in questi ultimi due anni di emergenza pandemica. La nostra vita quotidiana è tuttora scandita dai ritmi e dalle regole resi necessari dalla particolare situazione che stiamo vivendo…si è passati, nell’arco di 24 mesi, dalla paura alla speranza, e poi di nuovo all’angoscia e all’esasperazione. In una situazione come questa, destabilizzante non solo fisicamente ma anche psicologicamente, non può essere accettabile leggere, in queste ore, delle difficoltà a retribuire nei giusti termini, e con i giusti compensi, il personale sanitario, che si è speso con impegno straordinario nella lotta alla pandemia, pagando un prezzo altissimo, con centinaia di morti, le falle che via via si sono evidenziate nel servizio sanitario ( scarsità di dispositivi di protezione individuale, carenza di personale ecc.). Il territorio valsusino, in particolare, paga da anni il dimensionamento sia dell’ospedale di Susa che delle conseguenti difficoltà; anche in queste settimane è pesantemente colpito dalla pandemia e come pubblico amministratore, sebbene di minoranza, ritengo che il rimpallo di responsabilità sulla risposta alle legittime istanze del personale del comparto sanità sia un’operazione che toglie fiducia e dignità alla politica stessa, e che costituisca una modalità politica in cui non mi riconosco. Per questo sarò a Torino il 28 gennaio, per stare dalla parte di chi lavora nel campo sanitario, di chi tanto si è speso e continua a farlo, attraverso difficoltà enormi e con riconoscimenti professionali non commensurati all’impegno e alla fatica. Una buona parte del personale è costituito da donne, penalizzate sotto tanti aspetti per il fatto di essere tali, pertanto in qualità di vicepresidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, condivido i principi e lo spirito del comunicato elaborato e diffuso dalla nostra Commissione a sostegno dei lavoratori del comparto sanità. I sanitari, gli infermieri sono stati spesso le ultime persone che i pazienti covid hanno visto prima di morire, spesso si sono infettati, molti sono morti, eppure continuano a lavorare in prima linea.
RICEVIAMO DALLA COMMISSIONE REGIONALE DELLE PARI OPPORTUNITA’
La Commissione Regionale Pari Opportunità vuole esprimere vicinanza e totale solidarietà alle rivendicazioni del personale sanitario e alle istanze ineludibili a cui occorre dare una risposta. Nella lotta contro la pandemia COVID-19 il contributo delle donne è stato fondamentale, anche perché la loro presenza è dominante nel settore sanitario.
Le condizioni di lavoro in cui gli operatori sanitari si trovano ad operare sono diventate nel tempo sempre più pesanti e hanno raggiunto il culmine dell’inaccettabilità durante il periodo pandemico. Il carico fisico e psicologico che si deve affrontare diventa infatti ogni giorno che passa più gravoso. Ormai da due anni il personale opera incessantemente, con scarsi presidi, ferie sospese, carenze di personale e necessità riorganizzative dei reparti che comportano repentini cambi di mansioni.
Esprimiamo solidarietà e vicinanza agli operatori sanitari perché siamo ben consapevoli dell’importanza che la loro figura riveste all’interno del nostro Sistema Sanitario Nazionale e perché sappiamo quanto la qualità dell’assistenza sia direttamente correlata al benessere degli operatori stessi.
Riteniamo prioritario che si tenga conto della necessità di conciliare i tempi di vita e di lavoro: la conciliazione non deve essere considerata una politica diretta esclusivamente alle giovani mamme che lavorano ma tutti i lavoratori devono poter beneficiare delle politiche di conciliazione, che si tratti di formule di lavoro flessibili o della prestazione di servizi personalizzati, indipendentemente dallo stato di famiglia, dall’età dei figli o dalla presenza di situazioni particolari di cui è necessario tenere conto (es. assistenza a familiari fragili, anziani o disabili). Ci troviamo di fronte ad una situazione in cui scarseggiano anche le prospettive future, il giusto riconoscimento professionale, la possibilità di valorizzazione e accrescimento delle competenze attraverso percorsi accademici e universitari.
Per difendere la validità del nostro Sistema Sanitario che pone proprio nell’universalità della cura le sue fondamenta abbiamo bisogno e sentiamo il dovere oggi di schierarci a fianco di chi sciopera perché gli vengano garantite migliori condizioni lavorative e riconoscimento economico e professionale.
Ne va della salute di tutti.
La madre dei Gabriele 2 è sempre incinta 🙁
Ringraziate i NoVax in terapia intensiva che ci costano 10000-20000 Euro al giorno. I soldi non sono infiniti. O paghiamo gli straordinari, o le cure a questi ritardati.