VALSUSA, LA BANDIERA DEL PIEMONTE ILLUMINA LA SACRA DI SAN MICHELE PER I 50 ANNI DELLA REGIONE

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dalla SEGRETERIA DELLA SACRA DI SAN MICHELE (Fotografia di CHIARA BELLANDO)

SANT’AMBROGIO DI TORINO – La bandiera del Piemonte illumina per un’intera settimana la Sacra di San Michele. Lo stemma del Piemonte dunque sul monumento simbolo della Regione. Un’iniziativa che nasce nell’ambito dei festeggiamenti organizzati per il 50° anniversario della stessa. Un’iniziativa che vuole essere l’occasione per ritrovare un sentire comune attorno ad un simbolo di identità e coesione, il Drapò. La bandiera sarà proiettata da domenica 19 fino a domenica 26 luglio.

Ha spiegato spiega Stefano Allasia, presidente del Consiglio Regionale: “Partire dal drapò vuol dire riscoprire l’identità, le specificità e le tradizioni storiche che fanno parte della nostra terra. Penso che la bandiera abbia un valore vitale per una comunità, perché rappresenta la libertà conquistata da un popolo che si riconosce nei valori della propria storia. Per questo, come Assemblea legislativa, abbiamo realizzato per la prossima settimana una serie di iniziative rivolte soprattutto ai giovani, perché riscoprano il senso di appartenere ad un territorio e ne conservino la memoria”.

La bandiera. Lo stemma della Regione Piemonte ha forma quadrata, con croce d’argento in campo rosso spezzata da lambello azzurro a tre gocce. Di fatto è stato ripreso l’antico stemma al quale nel 1424 Amedeo VIII, primo duca di Savoia, fece apporre il lambello per l’erede al trono Principe di Piemonte. È la più nobile delle brisure e spesso utilizzata quale segno di primogenitura, in capo allo stemma sabaudo. Ecco dunque un riferimento storico tra la storia di Casa Savoia e la Sacra di San Michele che si intreccia ancora una volta al nuovo secolo guardando con rispetto il passato.

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2 COMMENTI

  1. Lodevole iniziativa per un monumento che, ricordo ai più distratti, è simbolo del Piemonte. Peccato che ci metta più di un’ora ad accendersi completamente e dopo poco più di tre quarti d’ora venga spenta del tutto. La struttura dovrebbe essere illuminata sempre e comunque, proprio perchè simbolo della nostra regione.

  2. A Sant’Ambrogio ci sono ben cinque cave dismesse e degradate (l’ultima verso ovest sul confine con Chiusa di San Michele) che ancor meglio avrebbero accolto e valorizzato, moltiplicato per cinque, questo luminoso drapò.
    Partire dalla cave, ferite ancora da rimarginare dopo settant’anni, avrebbe voluto dire attenzione vera per la storica abbazia e per il territorio che la circonda, anche utilizzando questo sinistro inquinamento luminoso con tonalità da film di Dario Argento, fortunatamente temporaneo.

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