di FABIO TANZILLI
VAIE – Il 2025 inizia male per gli ex lavoratori dell’Alcar di Vaie. A 6 dicembre gli ex dipendenti sono stati convocati dai sindacati, in merito alla sentenza di fallimento emessa il 28 ottobre 2024 dal tribunale di Lecce, dove c’è la sede centrale dell’azienda. I lavoratori della Valsusa sono i soggetti più deboli e che ci hanno rimesso di più su tutta la vicenda: è emerso che dopo 6 anni, ben 111 dipendenti (cui 500 totali) non hanno ancora percepito, o hanno percepito solo in parte, le spettanze dall’Inps per il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr), restando dunque creditori della procedura fallimentare. Il debito da saldare tra tutti gli ex lavoratori è pari a € 2,3 milioni di euro. Ma visto che le somme disponibili sul conto corrente ammontano a € 1.3 milioni, il tribunale ha deciso di dare agli ex lavoratori solo il 58% lordo del dovuto: praticamente la metà. Ad esempio, ad uno degli operai con maggiore anzianità di Vaie, a cui spetterebbero 8667 euro di Tfr, tra un taglio e un altro, saranno dati – forse – soltanto 3900 euro. I sindacati hanno comunicato agli ex lavoratori che, secondo quanto riportato nella sentenza, i soldi rimasti a disposizione sono insufficienti per pagare tutti i debiti accumulati dall’Alcar. Però c’è una piccola speranza: il restante 42% di Tfr non pagato ai lavoratori, verrà richiesto al fondo di garanzia dell’Inps dai sindacati. “Dopo 4 anni di attesa, avremmo dovuto ottenere il 52% del nostro TFR entro fine anno – spiega una ex operaia – invece ancora oggi, a inizio gennaio 2025, nessun pagamento è stato effettuato, con nessuna comunicazione in merito. Senza neanche avere la certezza che questi pagamenti sarebbero avvenuti: ci sentiamo presi in giro”. A fine 2024, sul conto corrente dell’azienda fallita, ci sono 1,3 milioni di euro. Una cifra irrisoria, rispetto ai milioni di euro di debiti teoricamente ancora da saldare ai vari creditori, a partire dagli ex lavoratori, allo Stato, Inps, banche, fornitori vari, ecc.
L’Alcar è fallita dal 3 luglio 2018, quando il Tribunale di Lecce ha nominato curatore fallimentare l’avvocato Francesco Macario, unitamente al dottor Massimo Bellantone. Nella sentenza di fallimento di fine ottobre 2024, emerge che lo stabilimento di Vaie era quello più indebitato, rispetto alla sede centrale di Lecce. Il debito residuo di Vaie ammonta a oltre 10 milioni di euro, un debito accumulato tra il 2004 e il 2011 con 5 banche diverse, e che non verrà mai restituito. Essendoci in cassa solo 1,3 milioni disponibili, viene data precedenza ai creditori privilegiati, ossia gli ex dipendenti.
Ma io mi domando ma se tra il 2004 ed il 2011 ho accumulato 10.000.000,00 di euro di debiti, vuol dire che proprio il mio lavoratore dii imprenditore non lo so fare. Il problema è che come al solito chi ci rimette sono i dipendenti che ora, oltre ad essere senza lavoro, sono anche senza soldi. Bisognerebbe capire quali sono state le cause che hanno condotto ad un indebitamento del genere. Non vedo perché debbano pagare i dipendenti per l’incapacità imprenditoriale dei dirigenti della ditta. Non vorrei che, come da copione italiano, questi fossero falliti con i soldi in tasca…..
La mia solidarietà a questi lavoratori ,vorrei dire tante cose ma i fatti si commentano da soli , vorrei soltanto fare osservare a quei pro TAV perché non si è dato lavoro all’Industria in Valle? , l’ Azienda è lider nella carpenteria e forse quell’ Arcar per identificare la vocazione…. quello svincolo tutto in acciaio non poteva essere prodotto sul luogo?, chissà forse con il lavoro si poteva ottenere il consenso perché siamo tutti ragionevoli e tutti bisognosi di lavoro onesto , e lo Stato poteva guadagnarci qualcosa come il cittadino , non rimetterci dei soldi perché alla fine paghiamo tutti e al privilegio del credito spesso le Banche , la Finanza sta mettendo le mani sulla salute e il nostro futuro ,assicurazioni e “”liquidazioni” gestite, lo Stato come l’ ARCA
di Noè ma con meno posti nella tempesta del Mondo.
Ma lei è a conoscenza di cosa produceva l’Alcar?
Si tratta di branche della metalmeccanica completamente diverse,sia come applicazioni che come dimensioni.
Per le dimensioni dei particolari costruiti posso darle ragione ,ma
l’ attività è la saldatura la carpenteria industriale , so che producevano parti per escavatori, bracci forse benne ecc , comunque vorrei ricordare che gli Italiani senza specificare hanno inventato proprio gli escavatori mossi oleodinamicamente che hanno soppiantato quelli a fune e meccanici , siamo stati lider mondiali e abbiamo insegnato …una volta le opere pubbliche facevano lavorare tutta la nostra economia e noi Italiani abbiamo costruito nel mondo con manodopera ,
ingegneria e tecnologia di mezzi e soluzioni ,il rimpianto dellla FIAT che produceva tutto dalla vite, bullone
all’ acciaio anche speciale di mezzi per lavorare e trasportare materiali e persone ,mettere in movimento quell’economia che cresceva e non lasciava indietro nessuno .