VALSUSA, LA RICHIESTA DI AIUTO DELLE OSS DI UNA CASA DI RIPOSO: “SIAMO SFINITE, NON ASSUMONO PERSONALE”

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L’appello a ValsusaOggi arriva da alcune lavoratrici di una casa di riposo, Rsa, della Valsusa. Per adesso le lavoratrici chiedono il totale anonimato a loro tutela, sia delle persone coinvolte, che del nome della struttura ove operano, ma hanno annunciato che se la situazione non cambia – dopo che i responsabili della struttura leggeranno questo appello – oltre a rendere noti tutti i fatti pubblicamente, chiederanno anche l’intervento dei carabinieri direttamente nella casa di riposo. Il problema è la carenza di personale, a danno degli ospiti anziani della Rsa e ovviamente dei lavoratori. “La situazione è insostenibile. L’altro giorno a lavorare c’era solo una Oss in un intero reparto, mancava la collega ad aiutare, che non è neppure una Oss” spiegano. “È una cosa vergognosa, la capo servizio non risponde, noi siamo pronte ad avvisare i carabinieri. Non c’è abbastanza personale, ma la direzione continua ad accogliere in struttura nuovi anziani. Noi siamo tutte sfinite, non vi lamentate che alcune di noi prendono la mutua”. Queste Oss della Valsusa denunciano di essere poche al lavoro, senza altro personale per i cambi turno, ma con tanti ospiti da assistere: “I parenti degli anziani ospiti non hanno idea della grave situazione di carenza di personale, oltre al fatto che ci sono colleghe in mutua, dovuto sia al picco di influenza e al fatto che lavoriamo tantissime ore, fino allo sfinimento. La direzione starebbe attuando la strategia di pagare il doppio del compenso, piuttosto che assumere altro personale per sopperire alla carenza. Il personale che è rimasto attivo in questi giorni, lo fa per dovere professionale e “umano” nei confronti degli ospiti anziani, che hanno bisogno di noi. Oltre al fatto che gli anziani pagano una retta non indifferente. Chi di dovere sa benissimo cosa sta succedendo nella casa di riposo”.

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12 COMMENTI

  1. Che senso ha denunciare senza nominare la struttura… se veramente ci tenete ai nostri fragili anziani… fate nome della RSA in questione e saranno direttamente le competenze sanitarie territoriali a verificare facendo assumere le responsabilità alla direzione sanitaria della struttura. Lo sappiamo che le rette sono alte ed un sacrificio per le famiglie; sapere anche d’essere presi in giro, a me pare troppo.

    • Se facessero come dice lei, perderebbero il lavoro…le cooperative licenziano per molto meno, licenziano una mamma perchè chiede che non le si cambino i turni all’improvviso perchè altrimenti non sa come programmare la baby sitter che guarda il bimbo, per dirne una… forse io so dov’è questo posto… fino a pochi mesi fa c’era mia nonna che risiedeva lì, poi purtroppo è mancata… in pieno luglio con temperature proibitive, zero aria condizionata…sole sulle finestre delle camere tutto il pomeriggio, temperatura che passava i 30 gradi all’interno… ma vietato mettere un deumidificatore che togliesse umidità e abbassasse almeno di due o tre gradi la temperatura nelle ore più calde… mia nonna aveva un’età più che eccellente, ma ci teneva ad arrivare fino a fine anno per compiere un anno in più…invece si è beccata una polmonite forse proprio indebolita dal troppo caldo…curata in ospedale, è rientrata in struttura abbastanza in forma, il giorno successivo, per il caldo insopportabile ha ricominciato a peggiorare a vista d’occhio, ma l’infermiera diceva che dovevamo aspettare che facessero effetto gli antibiotici…solo dopo 5 giorni di mia insistenza l’hanno nuovamente ricoverata, e mia nonna aveva un blocco renale da disidratazione, evidentemente nel periodo precedente non davano basta da bere agli ospiti e non mettevano le flebo necessarie per tempo… fatto sta che si è salvata anche dal blocco renale dopo diversi giorni di ricovero, ma appena rientrata in struttura le hanno puntato un bel ventilatore in faccia per sollevarla un po’ dal caldo, invece di tentare con il deumidificatore… questo è stato fatale: è gonfiato l’esterno dell’orecchio probabilmente per colpa del ventilatore, ed è stata curata nuovamente con antibiotici e cortisone che non si dà dopo un blocco renale. Tutto ciò ha condotto mia nonna, quando l’estate stava per terminare, alla tomba…so che prima o poi sarebbe morta lo stesso, certo, ma fa male vedere accelerare le cose per incuria umana spesso causata anche dal fatto che le oss devono sobbarcarsi il lavoro di 10 persone e ad un certo punto, ovviamente, non ce la fanno più…il personale è sottopagato e sotto organico in maniera gravissima, e questo fa si che i nostri poveri anziani muoiano prima del tempo, perchè non sono accuditi come si dovrebbe. Comunque, anche se non hanno fatto il nome della struttura, i NAS hanno solo da fare un bel giro in tutte le strutture della Valle, facendo controlli a tappeto, le magagne salteranno fuori e con laute multe si potrà forse obbligare la direzione di queste strutture ad assumere il personale necessario, perchè anche le Oss hanno diritto al riposo e all’aiuto necessario per svolgere un lavoro così complesso e che riguarda la vita dei nostri cari, che oltre tutto pagano delle rette molto pesanti per dei pensionati.

  2. Sarebbe comunque opportuno conoscere il nome della struttura. Purtroppo questo potrebbe essere il risultato di una “cattiva” gestione, che nel tempo conduce direttamente a conseguenze anche poi molto gravi……
    perdita d’immagine della RSA,
    dipendenti insoddisfattii e soprattutto per gli ospiti della struttura che a queste condizioni, dopo quello che pagano nutro seri dubbi e perplessità in merito ai servizi che possono poi effettivamente usufruire.
    Potrà sembrare strano, ma il principale imputato è quasi sempre la disponibilità di risorse finanziarie immesse direttamente dalla cooperativa e più in generale dalla proprietà.

  3. Ho esperienza personale di attività svolta come medico nell’ambito della assistenza domiciliare ed in RSA per cui capisco la condizione del personale OSS e, nel contempo, l’importanza fondamentale di tale personale nella cura degli ospiti della struttura nel soddisfacimento delle loro esigenze strettamente personali al riguardo dei normali atti quotidiani della vita , attività che spesso e volentieri risulta scarsamente nota anche ai familiari degli ospiti.
    Nel complesso ,poi , da considerare l’elevato rischio di burn out sotto vari aspetti a cui l’intero personale della RSA , sanitario e non , risulta esposto , rischio amplificato dalle condizioni di lavoro descritte e la conseguente ricaduta sugli ospiti.
    Pertanto , direi che il primo intervento di controllo sui requisiti della struttura appartiene alla ASL locale per cui la stessa dovrebbe intervenire ,ordinariamente e straordinariamente , per verificare la congruità del rapporto personale /ospiti nel garantire il soddisfacimento delle necessità degli stessi sia che abbiano un rapporto privato diretto con la RSA che nell’ambito di un convenzionamento in cui la stessa ASL si fa carico di una quota della retta mensile e , in caso di manifesta carenza di personale garantire lei stessa tale soddisfacimento.
    Aumentare il compenso orario chiedendo di effettuare più ore di lavoro ritengo abbia solo l’effetto di accelerare il burn out del personale e non corrisponda ad una migliore presa in carico dell’ospite della struttura.
    Mi permetto un ringraziamento al personale OSS per la quotidianità del loro fondamentale lavoro che conosco non solo dal punto di vista professionale ma anche per il fatto di avere mia madre di anni 100 in RSA quindi coinvolto emotivamente nella consapevolezza della importanza del loro ruolo.
    Spero possano risolvere fattivamente la situazione ed in ultima estrema ratio , se cosi non fosse, potrebbe imporsi anche una segnalazione diretta ai Carabinieri .
    Grazie comunque agli OSS per il loro lavoro , cordiali saluti.

  4. Dovete denunciare come facciamo noi parenti da fuori. Questa storia deve finire una volta per tutte. È così in tutte le aziende, poco personale sottopagato e chi comanda si ingrassa, ma voi avete a che fare con persone fragili che non si meritano di certo questo schifo.

  5. E’ grave , il datore di lavoro puo’ decidere il numero dei lavoratori da assumere.Quindi nel reparto devono essere obbligatoriamente 2.Come tecnico dei servizi sociali lo so perché’ si studia la sicurezza nelle strutture . Gli utenti così’ hanno mala pena l’ assistenza , non possono ricevere nemmeno una parola, perché’ tempo non c’è n’ e’.E’ davvero vergognoso.

    • Le posso assicurare che nella struttura che dico io e che non nomino per non mettere nei guai le dipendenti, 2 persone in reparto non ci sono praticamente MAI. C’è una sola persona a badare a magari 15/20 persone e in caso di urgenza chiama la oss di un altro piano per farsi aiutare… solo durante i pasti sono in due perchè sarebbe impossibile servire il pranzo e la cena a tutti visto che ci sono anche pazienti che non riescono a mangiare da soli… così si trascurano molti sintomi, e ripeto quanto ho già detto, per quanto molti pazienti siano grandi anziani, e quindi prima o poi vadano incontro alla morte, lì spesso muori prima perchè molti sintomi gravi vengono trascurati…tra l’altro assumono infermiere straniere incompetenti…probabilmente i titoli di studio di alcuni Paesi non sono analoghi ai nostri e poi purtroppo non sanno parlare bene l’italiano…sarebbe opportuno che gli infermieri dovessero fare dei corsi e un esame integrativo sia relativo al loro mestiere sia relativo alla lingua italiana, perchè da loro dipende la vita e la morte dei nostri cari, e spesso, mi spiace dirlo, sottovalutano molto i sintomi, così la morte è certa… peraltro il pronto soccorso non si comporta meglio, a volte si rifiuta di ricoverare i grandi anziani, conducendoli così velocemente alla morte… è un sistema sanitario alla frutta e dunque siamo arrivati al punto che se sei giovane ti curano, se no puoi morire quando ti pare… e il sistema sanitario almeno è gratis, o perlomeno pagato dalle tasse di tutti, ma le RSA si fanno pagare profumatamente per darti servizi e cibo scadente e sono fortunati solo gli ospiti che hanno parenti che vanno più volte la settimana a trovarli, difendendo i loro diritti e scoprendo le magagne esistenti, anche se poi, parlando con le direttrici di questi luoghi, spesso si rimbalza contro un muro di indifferenza…è molto triste che chi ha lavorato prima di noi venga trattato così, come è triste che non vi siano abbastanza oss e che non siano pagate nel modo congruo al loro lavoro.

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