VALSUSA, LA STORIA DI MARIELLA: IL TUMORE AL CERVELLO E L’AIUTO DELL’ARPA

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di LAURA BELLANDO

SANT’ANTONINO DI SUSA – Mariella Meena Mauro è un angelo avvolto nella luce, la luce che guarisce. Incontrarla è un piacevole abbraccio che rassicura e dona speranza. L’angelo dalle mani d’oro, è un’arpista valsusina, che ha superato la malattia. Si parla di una patologia oncologica che le ha colpito il cervello e che la ha costretta a prendere decisioni importanti nella sua vita. “Quando ho scoperto che avevo l’inquilino, a quei tempi, non suonavo l’arpa, alla quale mi sono avvicinata nel 2018. Insegnavo tecniche meditative, in modo particolare la Nadabrahma, che, con la malattia, è diventata, la mia pratica quotidiana, con reiki e pensieri positivi. Io mi sentivo già guarita, non davo forza alla paura, la meditazione che ho utilizzato, a un suono, la M, mi era stato trasmesso come insegnamento, rigeneratrice di cellule. Poi per ultima, ma non da meno, è arrivata l’arpa che mi ha aiutata, dopo aver provato tutti i farmaci esistenti per far regredire le crisi epilettiche auree, lasciatemi come postumi, riducendo il dosaggio e la qualità del farmaco. Nel 2023 con i consigli di una bravissima arpa terapeuta, ho ripreso a suonare l’elegante strumento a corde, che avevo lasciato, un po’ come mobile in casa. Da allora la mia meditazione quotidiana è il suono dell’Arpa. E’ incredibilmente, non ho più avuto crisi epilettiche e soprattutto il farmaco che io utilizzo è quello che danno ai bambini di 2 anni e per me è stato un grande traguardo. La musica da sempre è la medicina”. Questa è la testimonianza di Mariella, che ha accolto la malattia dandole un nome, le ha parlato giorno e notte, come si fa con un amico, ha lavorato sulla respirazione, ha meditato e le ha suonato dolci melodie con l’arpa per fargli sentire la sua forza, una forza buona, una forza che sa sconfiggere quello che il collettivo considera il male. Perché è necessario accettare, accogliere e respirare tutto quello che la vita ci propone, ed essergli grati. Inutile avere paura, dimenarsi e riempirsi di rabbia, questa vita è un passaggio e dobbiamo renderla migliore con le nostre possibilità. E così accarezzando le corde dell’arpa, producendo vibrazioni ancestrali, ha ottenuto la riduzione delle crisi epilettiche. Con grande stupore dell’équipe di specialisti al suo seguito che ha iniziato a studiare il fenomeno, le vibrazioni che penetrano nei tessuti, raggiungono le cellule e le modificano. In un, tutto si trasforma, come affermava Antoine-Laurent de Lavoisier, nella legge della conservazione della massa.
Gli effetti benefici del suono dell’arpa, non riguardano solo la sfera emotivo-esistenziale, ma anche quella più strettamente fisiologica. Numerosi studi riportano infatti miglioramenti sia immediati, sia protratti nel tempo, come un maggiore rilassamento, miglioramento del sonno, diminuzione del dolore e dell’ansia, stabilizzazione dei parametri vitali e dell’umore. Ma non è tutto. A seconda dell’ambito di applicazione dell’arpa terapia, sono stati riscontrati effetti positivi specifici.
L’elenco degli ambiti di intervento dell’arpa terapia è lungo, perché man mano che questa disciplina si diffonde, si sperimenta in svariati contesti educativi, terapeutici e sociali ottenendo sempre ottimi risultati, oggi supportati anche da ricerche scientifiche. La rivista americana Harp Therapy Journal, creata nel 1996, da Sara Williams, raccoglie ogni anno studi, esperienze, ricerche all’avanguardia nell’ambito dell’arpa terapia.
Sicuramente un ambito molto importante è quello ospedaliero, a più livelli, al fianco della medicina che è scienza e garantisce salute. L’arpa terapia fa bene al malato, ai famigliari e anche allo staff medico e sanitario.
Trova applicazione in patologia neonatale, in pediatria, in cardiologia, in oncologia, in geriatria e nei reparti di lungo degenza.
La dolcezza del suo suono e il modo particolare in cui si propaga nello spazio, fanno dell’arpa uno strumento particolarmente adatto a: creare un ambiente rilassante per pazienti, famiglie, visitatori e personale; permette ai pazienti ospedalieri e alle famiglie di concentrarsi su qualcosa di bello, per distrarli dal dolore e donare loro speranza; vibra e penetra nei tessuti e nelle cellule del corpo; fornisce una stimolazione sensoriale positiva; rappresenta una cura palliativa per i pazienti ospedalieri e per quelli in fase di transizione; migliora gli effetti fisiologici, come tensione muscolare rilassata, maggiore ossigenazione, battito cardiaco più lento, abbassamento della pressione sanguigna.

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