di CESARE NOSIGLIA (arcivescovo di Torino e nuovo amministratore della diocesi di Susa)
Cari presbiteri, diaconi, religiosi e religiose e fedeli della diocesi di Susa,
in seguito alle dimissioni per raggiunti limiti di età di mons. Alfonso Badini Confalonieri, il Santo Padre mi ha nominato Amministatore aposto-lico della vostra diocesi, con tutte le facoltà del vescovo diocesano.
Desidero con questa mia lettera salutarvi e assicurarvi che svolgerò il mio ministero ponendomi in stretta continuità con quanto mons. Alfonso ha promosso e avviato in quasi diciannove anni di episcopato. Tutto quanto egli ha stabilito per l’attuale programma pastorale per l’anno 2019-2020 re-sta il punto di riferimento da porre in atto con impegno da parte mia e di voi tutti. Vi chiedo una preghiera e, insieme, la vostra piena collaborazione per svolgere al meglio il compito che mi è stato affidato.
La diocesi di Susa ha una lunga storia: dal 1772, quando fu eretta, fino ad oggi ha segnato profondamente le tradizioni non solo religiose della po-polazione, ma anche quelle civili. Mantenerle e rinnovarle rappresenta dun-que un compito da svolgere insieme, per accoglierne le scelte positive e permanenti nella coscienza e nella memoria della popolazione.
Oggi la Chiesa è fortemente impegnata a promuovere quei traguardi strettamente congiunti e ricordati con particolare forza dalla Evangelii gau-dium, l’esortazione apostolica che Papa Francesco ci ha donato: essi sono la sinodalità e la missione. La sinodalità comporta un saper camminare insie-me, riuniti attorno a Cristo Signore, ma anche con le necessarie sollecita-zioni che ci provengono dal mondo che ci circonda. La missione ci apre a questo nuovo orizzonte ampio, che investe le nuove Chiese particolari dell’Africa, dell’Asia e del mondo intero, ma vuole altresì operare concre-tamente nel tessuto dei nostri ambienti di vita, perché la fede in Cristo ri-torni ad essere fonte di speranza e di futuro per ogni persona. È su questi binari convergenti che siamo chiamati a muoverci come Chiesa, aiutandoci tutti – vescovo, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose e laici –, perché nes-suno si senta escluso da una responsabilità che riguarda e impegna ogni di-scepolo del Signore.
Cari amici, nel dirvi queste cose sento nascere in me tanta speranza, an-che se so bene quante siano le difficoltà che giorno per giorno assillano sia sul piano spirituale che sociale tante persone e famiglie, particolarmente in questo tempo di difficoltà economiche e spirituali che aggravano la preca-rietà del lavoro, le incertezze del futuro, le fatiche di molti per situazioni di malattia e disabilità dei loro congiunti. Eppure, sono convinto che la Chiesa di Susa, proprio per le sue radici cristiane così forti e tuttora vitali a cui può attingere, deve guardare avanti con fiducia e contribuire al vero progresso spirituale e sociale della gente, promuovendo quella stretta unità tra carità e giustizia a cui ci richiama con forza il Magistero pontificio. Certo questo sa-rà possibile, se contribuiremo a sostenere la pastorale vocazionale e a dare vita a una nuova stagione di laici credenti, adulti nella fede e testimoni competenti e coraggiosi del Vangelo anche negli ambiti impervi, ma pur ne-cessari, della politica, della finanza, dell’economia, del mondo del lavoro e della salvaguardia dell’ambiente, che nella Valle di Susa ha una rilevanza particolare e di grande impegno da parte di tutti.
Mi auguro che, sostenuti dallo Spirito Santo, possiamo approfondire in-sieme questi obiettivi, aiutandoci con i rispettivi doni di grazia che ciascuno di noi ha ricevuto e mettendoli a disposizione della comunità. Affido il mio ministero all’intercessione della Madonna del Rocciamelone, di San Giusto, patrono della diocesi, e del Beato Edoardo Giuseppe Rosaz, vescovo di Su-sa, molto attivo sul versante della carità e dell’attenzione ai poveri.
Vi benedico di cuore e spero di potervi incontrare al più presto, per co-noscerci e lavorare insieme per il bene comune della Chiesa che è in Susa e di tutta la sua popolazione.
Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino
Amministratore apostolico di Susa
“Desidero con questa mia lettera salutarvi e assicurarvi che svolgerò il mio ministero ponendomi in stretta continuità con quanto mons. Alfonso ha promosso e avviato in quasi diciannove anni di episcopato.” Allora non avrà bisogno di darsi un granché da fare, solo qualche cena ed inaugurazione qua e là per il resto vuoto pneumatico: a no, anche bastonare i No t+Tav
Una specie di commissariamento prima della non lontana soppressione definitiva della diocesi.
Una perfetta sovrapposizione con quanto portato avanti da Regione e ASL per l’ospedale o dal ministero della giustizia per il tribunale.