VAIE / RIVOLI – Il tribunale di Torino, con la sentenza di primo grado, ha condannato lunedì 28 novembre l’imprenditore Roberto Ginatta (ex proprietario dell’Alcar di Vaie) per il fallimento della Blutec di via Ferrero a Rivoli: anni fa aveva acquisito lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, in Sicilia: sarebbe dovuto diventare un nuovo polo di produzione di auto elettriche, e con questa motivazione aveva ricevuto un finanziamento statale, che poi è svanito nel nulla.
L’imprenditore 75enne è stato condannato – in primo grado – a sette anni di carcere per i reati di malversazione, riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Il tribunale ha disposti anche la confisca di beni per 15 milioni di euro, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, il divieto di guidare imprese per i prossimi cinque anni e l’obbligo di risarcimento a vari enti e imprese: 41 milioni alla società Blutec, 16 milioni alla Regione Sicilia e di 6 milioni al fallimento della società Metec, che controllava la Blutec. I giudici hanno invece assolto il figlio Matteo Ginatta “per non avere commesso il fatto”, e la segretaria Giovanna Desiderato “perché il fatto non sussiste”. La procura di Torino aveva chiesto la condanna di tutti e tre gli imputati. L’arresto era avvenuto nel giugno 2020, a seguito di un’inchiesta della Guardia di finanza. Nel novembre dello stesso anno la finanza aveva sequestrato a Ginatta anche una maxi villa a Sestriere, del valore di circa 1,1 milioni di euro.
VALSUSA, L’EX PROPRIETARIO DELL’ALCAR CONDANNATO A 7 ANNI DI CARCERE: ASSOLTI IL FIGLIO E LA SEGRETARIA
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