VALSUSA, LO STATO DI ABBANDONO DELLE SEGGIOVIE A PIAN DEL FRAIS: “SONO COMUNALI E COSTATE MILIONI DI EURO, L’AMMINISTRAZIONE RISPONDA”

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di EDOARDO ALPE

CHIOMONTE – Egregio Direttore,
Le scrivo per denunciare e portare all’attenzione della Comunità lo stato di degrado ed abbandono in cui si trovano le seggiovie comunali del Pian del Frais, realizzate con poco circa 5 milioni di euro, fondi pubblici delle Olimpiadi Torino 2006. Tanto è stato scritto in precedenza sul suo giornale, così come diverse sono state le interrogazioni al Consiglio Comunale e Regionali. Gli impianti sono fermi e abbandonati a sé stessi dalla primavera 2018, fatto salvo qualche giornata per la seggiovia Chiomonte-Frais condotta da dei volontari. Mi domando, come mai all’amministrazione Chiomontina non interessa il Pian del Frais? Eppure, fa parte del Comune di Chiomonte. Grazie per l’attenzione e spero che quelli come me, amanti del Frais, si facciano sentire… Vogliamo delle risposte!

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17 COMMENTI

  1. Chiediamoci piuttosto chi/che gruppo c’è a voler metter sempre i bastoni tra le ruote al Comune, usando avvocati inesistenti, raccomandate al quanto dubbie/originali, richieste di contributi regionali per opere inesistenti… .

    Il Comune sicuramente dorme sulla questione Frais, ma sicuramente si trova a far fronte e dialogare con delle persone/aziende per niente affidabili prone a smentirsi, rimangiarsi la parola su decisioni prese a tavolino.

    • Stiamo parlando di 24 anni addietro……..quanti governi e/o presidenti regione sono passati,quanta acqua è passata sotti i ponti,ma nessuno ha fatto nulla…..

  2. Sono decenni che le varie Ammunistrazioni Chiomontine si disinteressano della parte montana che da Chiomonte sale verso il Frais. Al di là dei contenziosi sulla proprietà degli impianti e dalla mancanza di neve, bisogna prendere atto che il turismo invernale verso il Frais vada riconvertito i n qualcosa di diverso. Invece la strada che dalla Stazione di Chiomonte sale al Frais costeggiando varie borgate in un paesaggio quasi dolomitico e lasciata nel più completo abbandono. Strada frequentata da moltissimi turisti stranieri dai proprietari di baite e necessaria per l’attività di una azienda agricola. Buche, pietre affioranti, canali di scolo inesistenti , raccordo con la provinciale del Frais a prova di rottura coppa olio sono le desolanti fotografie della strada. Negli anni zero interventi seri…il motivo : la parte abitativa da chiomonte al Frais non porta voti. Al Sindaco vorrei ricordare che amministrare vuol dire fare il bene di tutti. Si dimentichi di quando gestiva un’azienda oppure canbi mestiere

    • Forse perche dal lato di cui lei parla, vi son villeggianti da vedute un po più ampie del becero chiomontino tradizionape, restio ai cambiamenti ed immobile nel suo giardinetto. A chiomonte la gente ha paura del cambiamento e si trova meglio, a votare chi per anni ha fatto dell’immobilismo e provincialismo una filosofia guida, compiacendo la banda bassotti extracomunitaria ma chiomontina d’origine.

  3. La scelta migliore sarebbe insistere che tutto venga smontato, almeno non rimarrebbe quella ferraglia sui prati.. è così bello fare scialpinismo al Frais con gli impianti chiusi senza le guardie che ti corrono dietro perché non hai il biglietto da 3 euro per l’assicurazione

  4. Sono d’accordo c9n l’articolo, non conosco la situazione economica del comune Chiomonte nè le sue difficoltà. Vedo il Pian del Frais trascurato dal Comune, e considero questa come una visione miopica perché curando il Frais, (seggiovie, alimentari, ecc) porterebbe un beneficio diretto anche a Chiomonte. Mi dispiace la poca cura di questo magnifico posto montano, curato solo da volontari, a volte ostacolati.

  5. Rispondo a Silvana: non è solo un problema di problemi economici (verso la Ramats sono stati investiti ingenti somme), ma di scelte amministrative e politiche. Torno a dire che i contenziosi (peraltromai risolti)fra le varie parti sugli impianti sciistici e la ormai cronica mancanza di neve hanno contribuito a far decadere l’attenzione per il Frais. Le soluzioni sono due: o il Frais diventerà come pian Gelassa oppure si devono individuare soluzione che consentano ai pochi operatori commerciali di poter sopravvivere. Una parte di queste soluzioni è la viabilità al di fuori della strada provinciale. Anni di completo disinteresse portano ad avere, strade inserite in ambienti quasi dolomitici ,prive di decenza. Questo e lo ripeto quella parte di territorio Chiomontino porta un numero insignificante di voti, si incassa l’ IMU e poi chi si è visto si è visto

  6. O i privati si assumono l’onere totale dei costi di esercizio, o smontate e vendete tutto ripristinando l’ambiente allo stato originale. Avete rotto le palle con sta storia degli impianti del Frais, ed è ora di finirla che la collettività debba pagare per carrozzoni completamente inutili. Lo scempio fatto a Pian a Gelassa, a cui nessuno ha posto rimedio negli anni, non è bastato come lezione?

    • Do ragione in parte: vedesi le stazioni oltrealpe vendute a gruppi/giganti americani. Il pubblico non riesce a gestire le perdite e gli utili in gran parte cadono nelle tasche dei privati.

      Ma Chiomonte ebbe ed ha un volano di trasformazione/vocazione turistica che si distingue dalla via lattea/bardonecchia.
      Il Comune potrebbe benissimo iniziare l’opera di rilancio turistico-economica tralasciando le mentalità valsusine (in gran parte ottuse e belligeranti) per poi cedere a privati la futura conduzione, oneri e introiti.

      Prima cosa sistemare la questione decennale dolente con la parte privata, che, non si riesce ancora a capire perché continui a desistere dal vemdere e andare totalmente via.

      • La vocazione turistica del Frais non passa attraverso inutili impianti di risalita in un posto sempre più privo di innevamento, nè attraverso l’asfaltatura di una strada secondaria di accesso come quella che parte da Chiomonte (non ci sono nemmeno i soldi per tenere decentemente la prima). Sarebbe ora di piantarla di millantare scenari da favola per il Frais solo perché qualcuno ha interessi personali in zona (seconde case, attività commerciali, ecc…) e vuole che la collettività spenda soldi delle proprie tasse per incrementare il valore e gli introiti dei propri interessi privati così che possano cont8nuare a definirsi “property manager” o “appassionati del Frais”.

  7. Noi siamo stati un week end al Frais questa estate e ce ne siamo innamorati, tant’è che abbiam comprato casa, concordo che ormai gli impianti di risalita siano da superare con una visione di turismo più consona al luogo: camminate, ciaspole, ecc. É un peccato che l’amministrazione non supporti i volontari che mi sembra aver capito si prodigano molto per attività di vario genere estive e invernali. Il turismo di nicchia rispettoso della montagna sta crescendo e sarebbe un peccato perdere il treno.

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