VALSUSA, OMICIDIO MARA FAVRO: I DUE INDAGATI PARLANO IN TV A “CHI L’HA VISTO?”

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di FABIO TANZILLI

SUSA / CHIOMONTE –  Nella puntata di mercoledì 10 luglio di Chi l’ha Visto, sono stati intervistati i due indagati sulla scomparsa di Mara Favro: il gestore della pizzeria Vincenzo (detto Luca) in diretta da Chiomonte, e il pizzaiolo Cosimo per telefono. Al centro dell’inchiesta, ci sono due ipotesi di reato: omicidio e occultamento di cadavere. “Come si dorme da indagato? Si dorme meglio” ha detto il gestore Luca, a proposito dell’inchiesta in corso “indagato non vuol dire colpevole, ora faranno accertamenti, non vedo l’ora così mi lasceranno in pace. Io non sono mai salito su quella macchina rossa”. Al centro dell’indagine, infatti, c’è al momento la Fiat Punto rossa dove Mara e il pizzaiolo Cosimo sono scesi quella sera, da Chiomonte a Susa. Durante la puntata, ha parlato per telefono anche il pizzaiolo Cosimo, che si è licenziato dalla pizzeria di Chiomonte il 9 marzo, proprio il giorno dopo la scomparsa di Mara Favro: “Siamo scesi a Susa insieme io e Mara, poi da come mi ha detto Luca, dopo 10 minuti Mara è risalita su a Chiomonte a prendersi le chiavi e le sigarette che aveva dimenticato. E poi da lì Luca dice che non ha più avuto contatto. Il giorno dopo che sono andato a Chiomonte, Luca mi ha riconfermato che quella sera si era sentito con Mara, dicendogli che lei tornata in pizzeria a prendersi le chiavi di casa e le sigarette, quindi l’ultima persona che l’ha vista è stata lui”. Mara è scomparsa dalla notte tra il 7 e l’8 marzo. Perché il pizzaiolo Cosimo si è licenziato dalla pizzeria il 9 marzo? “Non lavoro più là dal 9 marzo perché mi sono sentito male” ha risposto Cosimo.
Il gestore della pizzeria, Luca, ha confermato: “Io sono l’ultima persona che ha visto Mara”. Ma come sempre è apparso tranquillo e sicuro della sua innocenza, ricordando di aver ricevuto alle 3.30 di quella notte della scomparsa la visita dei carabinieri di controllo, visto che lui non può uscire di casa alla sera. Così come ha ricordato di aver mostrato sia a Chi l’ha visto che alle unità cinofile dei carabinieri tutti i locali, durante le attività di indagine: le stanze dell’albergo e gli spazi della pizzeria, così’ come gli scantinati. E non è stato trovato nulla.
Secondo il gestore Luca, riguardo quella maledetta sera, “Cosimo ha dovuto dire una piccola bugia, perché non lui non aveva la patente per guidare la Punto rossa. E poi ha detto altre bugie più grandi per coprire quelle piccole, ed è successo un casino. Quello che è sicuro, è che Cosimo e Mara sono andati via con la Punto rossa”. Dopo essere tornata a Chiomonte in autostop, intorno alle 2.30 di notte, Mara ha ricevuto da Luca le chiavi di casa all’esterno del locale, si è fumata una sigaretta al tavolino e poi si è incamminata a piedi in direzione Susa. “Quando Mara mi ha chiamato per telefono per avvisarmi che tornava a Chiomonte, le ho chiesto, ti porta indietro Cosimo? Lei mi ha risposto di no, che Cosimo l’aveva lasciata all’Excalibur. Cosimo l’ha lasciata in mezzo alla strada a Susa, anche se aveva la Fiat Punto rossa, ma doveva andare dalla sua ragazza”.
E ancora Luca: “Quella notte, a Mara le ho detto di fermarsi qua a Chiomonte a dormire, visto che erano le 3 di notte e alle 6 del mattino c’è il primo treno per scendere. Qui abbiamo le camere per dormire: io le ho detto che non potevo riportarla a Susa in auto, perchè di sera non posso uscire di casa”.
E Mara cosa ha risposto a Luca? “Mara mi ha detto di no, che non poteva dormire a Chiomonte perché l’indomani lei aveva un appuntamento con un poliziotto, e che lo aspettava già da una settimana. Per rassicurarmi, Mara mi ha detto che avrebbe fatto un giro di telefonate, per farsi venire a prendere da qualcuno. A questo proposito, posso pensare che probabilmente nel giro di chiamate Mara possa aver richiamato anche Cosimo per farsi ridare un passaggio a Susa”. Una conferma sulle ultime telefonate di Mara in quella notte, si potranno avere grazie ai tabulati telefonici, in modo da capire chi ha contattato la donna prima della scomparsa. Durante la puntata è emerso che i due indagati Luca e Cosimo si accusano a vicenda, non solo riguardo la scomparsa di Mara, ma anche del rapporto che entrambi avevano con la donna, tra gelosie e amicizie, oltre che per i pagamenti degli stipendi, ecc. Luca ha ricordato che Mara era andata anche a trovare lui e sua moglie a casa per prendere un caffè, portando anche la figlia piccola, che giocava con i suoi bambini. Durante il programma ha parlato anche Fabrizio Favro, fratello di Mara, il quale si è detto soddisfatto perché “finalmente le indagini si stanno muovendo in una certa direzione”. A proposito dell’indagine sul suo conto, Luca ha ribadito di essere tranquillo: “Serve per escludere ogni dubbio sulla mia persona. Io ai carabinieri ho fatto già vedere tutto, ogni locale dell’edificio”. A proposito della Fiat Punto rossa, Luca ha detto: “Non sapevo che il mio amico, proprietario dell’auto, l’avesse data a Cosimo, altrimenti gli avrei detto di non dargliela, visto che lui non ha la patente. Cosimo ha sempre usato quella macchina dal pomeriggio del 3 marzo in poi”. Poi si è passati anche al dibattito sull’attività svolta da Luca nella pizzeria di Chiomonte: “Io ho già pagato i debiti con la giustizia in passato” ha detto riferendosi ai suoi precedenti penali per sfruttamento della prostituzione di ragazze dell’est, ecc. “Non ho mai offerto 700 euro al mese per far lavorare qui le cameriere dalle 3 di pomeriggio alle 3 di notte” ha replicato, per difendersi dalle accuse di una ragazza che era andata a fare un colloquio per lavorare in pizzeria. “Alle 3 di notte non mi serve nessuno nel locale, e il colloquio con quella ragazza l’avevo fatto davanti a mia moglie, non ho mai fatto proposte strane. In questo periodo di hanno accusato di tutto, anche di aver fatto a pezzi Mara e di averla messa dentro il forno della pizzeria”.

 

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7 COMMENTI

  1. Che schifo l’Italia!! adesso vende pizze e ha il diritto come tutti di poter essere intervistato.
    Speriamo che vada via dalla Valsusa, lui e la sua stirpe.

    • Penso che le indagini debbano svolgerle gli inquirenti e non i lettori o chi guarda “Chi l’ha visto”. Loro sono del mestiere e sanno come trovare i colpevoli, noi sappiamo solo quello che leggiamo sui giornali e vediamo in TV. Francamente anche io provo repulsione per chi sfrutta altre donne con la prostituzione o altre attività di qualunque genere che ne offendono la dignità, perché penso che la dignità di ognuno vada sempre rispettata, non importa di che nazionalità si è o se si svolge un lavoro umile come fanno i braccianti agricoli, e certe vicende degli ultimi giorni sono preoccupanti e fanno stare male. Però non è un reato vendere pizze, se si è in regola con i documenti richiesti per legge, e non è un reato essere intervistati. I 2 signori sostengono la loro innocenza, e noi non siamo nessuno per accusarli fino a prova contraria. Nel caso in cui venisse provato il contrario, saprà il giudice con la sua corte come procedere, non mettiamoci al loro posto, e lo dico con il dolore nel cuore per una donna che è scomparsa è ha lasciato una bimba che aveva diritto a essere felice come ne avrebbero diritto tutti i bambini. Ma il giudizio non spetta a noi, prima si fanno le indagini da parte delle forze dell’ordine, poi, esiste un Tribunale.

  2. Scandaloso, il più pulito ci ha il cimurro. Senza troppi giri di parole si é capito che: Luca si chiama Vincenzo ed é stato uno sfruttatore internazionale di prostitute, che sta ancora pagando il suo debito con la giustizia, e lavora come dipendente/gestore di suo padre Don Ciccio nella pizzeria. La pizzeria, fatta una certa, diventa un albergo per camionisti e feccia varia. La povera Mara alle 23 aveva finito il turno ma all’una e mezza (?) ancora aspettava che Cosimo, pizzaiolo non patentato ma automunito di auto non sua, la portasse a Susa. Lei dimentica le chiavi ma Cosimo non può riportarla a Chiomonte perché gli sbirri rischiano di beccarlo, allora la lascia alle 2.45 di notte all’Excalibur e lei risale in autostop (!). Tornando a Chiomonte Mara parla col gestore, riprende le chiavi e fa autostop (o forse chiama Cosimo) per tornare a Susa. W il degrado. Unico che si salva il povero Fabrizio, persona intelligente e posata.

    • Voglio spendere due parole ancora a favore degli alberghi per camionisti… ma come mai lei accosta un albergo per camionisti a feccia varia? Conosco personalmente camionisti che sacrificano buona parte del loro tempo per consegnare le merci di cui tutti facciamo uso, andando spesso all’estero, trovandosi in pericolo perché viaggiano perennemente, e a volte sono anche vittime di rapine… Il marito di una mia amica ha cresciuto due bambini facendo il camionista… avanti e indietro da Francia e Spagna, vedeva i figlioletti dal venerdì sera alla domenica sera finchè sono cresciuti, perchè gli altri giorni della settima era ed è in giro per l’Europa a consegnare merci, non a fare il delinquente, e mi pare strano questo suo accostamento tra camionisti e feccia varia… Non faccia di tutta l’erba un fascio, posto che, normalmente il gestore di un hotel chiede i documenti ai clienti, e li trasmette penso alla questura, ma ovviamente non legge sulle loro facce se sono persone per bene o no… E’ vero, il gestore ha dei precedenti molto discutibili, ma non si può fare la sentenza prima del Tribunale… E allora, forse, bisognerebbe misurare le parole, perchè comunque non conosciamo tutte le circostanze… il grande dispiacere è che sia scomparsa una mamma di famiglia, spiace per lei, per la sua bimba, per gli altri familiari, ma è inutile utilizzare un linguaggio veemente se non sappiamo ancora come sono andate le cose. Concludo dicendole che il cimurro lo contraggono i cani a meno che non vengano vaccinati.

  3. Penso che le indagini debbano svolgerle gli inquirenti e non i lettori o chi guarda “Chi l’ha visto”. Loro sono del mestiere e sanno come trovare i colpevoli, noi sappiamo solo quello che leggiamo sui giornali e vediamo in TV. Francamente anche io provo repulsione per chi sfrutta altre donne con la prostituzione o altre attività di qualunque genere che ne offendono la dignità, perché penso che la dignità di ognuno vada sempre rispettata, non importa di che nazionalità si è o se si svolge un lavoro umile come fanno i braccianti agricoli, e certe vicende degli ultimi giorni sono preoccupanti e fanno stare male. Però non è un reato vendere pizze, se si è in regola con i documenti richiesti per legge, e non è un reato essere intervistati. I 2 signori sostengono la loro innocenza, e noi non siamo nessuno per accusarli fino a prova contraria. Nel caso in cui venisse provato il contrario, saprà il giudice con la sua corte come procedere, non mettiamoci al loro posto, e lo dico con il dolore nel cuore per una donna che è scomparsa e ha lasciato una bimba che aveva diritto a essere felice come ne avrebbero diritto tutti i bambini. Ma il giudizio non spetta a noi, prima si fanno le indagini da parte delle forze dell’ordine, poi, esiste un Tribunale.

  4. Speriamo che i rilievi portino prove , e il tempo che logora le tracce si sottometta a chi può conservare e dare l’ ultimo giudizio , forse Mara è già di là e noi che siamo di qua’ vogliamo verità e giustizia

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