VALSUSA, SCIOPERO PER I 41 LICENZIAMENTI ALLA FIR FULDA

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SANT’AMBROGIO DI TORINO – Giovedì 30 novembre di fronte alla Fir Fulda di Sant’Ambrogio di Torino, contro i 41 licenziamenti fatti dall’azienda che ha reso nota l’interruzione dell’attività produttiva, si è tenuto uno sciopero e un presidio indetto dalla Filctem (CGIL) e Uiltec (UIL) per trovare una soluzione in difesa dei posti di lavoro. Vi è stata un’importante partecipazione della cittadinanza e degli Amministratori locali, con la Sindaca di Sant’Ambrogio di Torino e il Presidente dell’Unione Montana Pacifico Banchieri, numerosi sindaci del territorio e rappresentanti regionali.

I lavoratori, le loro organizzazioni sindacali e gli Enti Locali hanno ribadito la necessità di individuare percorsi per impedire che i licenziamenti dei lavoratori siano senza sbocco con lla conseguente mancanza di reddito e di reinserimento al lavoro. Come ha dichiarato Simona Lancillotti della Filctem – CGIL: “Il primo dicembre daremo il via alle trattative e chiederemo per i dipendenti la possibilità di usufruire di almeno dodici mesi di cassa integrazione straordinaria”. Il responsabile della CGIL Valle di Susa, Maurizio Poletto, ha anche proposto la convocazione del Tavolo del Lavoro dell’Unione dei Comuni, per favorire questo percorso.

 

 

 

 

 

 

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6 COMMENTI

  1. Questi sono gli auguri di buon Natale ai lavoratori , alla classe operaia che il paradiso non lo ha mai trovato , non c’è mai andata ,ma che più facilmente è precipitata poi nell’inferno del liberismo , del libero mercato , del dogma della produttività, del cottimo legalizzato e della illusoria vantaggiosa concorrenza che tanti benefici avrebbe dovuto tutto ovviamente apportare .
    Altri hanno trovato paradisi , fiscali innanzi tutto, e poi delocatizzazioni , tagliatori di teste e si chiude!
    Doveroso che lo stato si faccia carico della ricollocazione e di ammortizzatori sociali, le famiglie ne hanno bisogno ed urgenza .
    Commento sinistroide ? forse per qualcuno , ma la sinistra dove è finita ? purtroppo sparita ed evaporata fra pullover di cashmere , borse di Prada e Mercedes .
    Spero che i lavoratori siano fattivamente aiutati e che , almeno stazionino transitoriamente in purgatorio in attesa di una decorosa ricollocazione.

    • La “sinistra”, mica la “destra”, è quella che ha voluto e votato l’abolizione dell’art.18 e quindi l’introduzione della precarizzazione che implica asservimento.
      Cmq le delocalizzazioni ecc sono dovute a tutti noi che non compriamo a 100 una cosa italiana se si può trovare a 70 prodotta altrove

  2. Visto che la TAV, porta e porterà nei decenni a venire migliaia di posti di lavoro , in vallata. Questi lavoratori madri e padri di famiglia dovrebbero avere una corsia preferenziale nelle assunzioni. Questo è il buon senso, peccato che la realtà è un’ altra. Cmq Auguri e che il Natale non sia amaro .

    • Ah sì! In 12 anni di cantieri Tav non si contano nemmeno più i migliaia e migliaia di valsusini che ci lavorano!

  3. I lavoratori non sono merci e non sono scambiabili con il buon senso auspicato da Rosario.
    La realtà spesso esclude che esperte maestranze tessili possano da un giorno all’altro mettersi a scavare tunnel.
    Quindi un Natale senza inutili illusioni sui futuribili posti di lavoro promessi nel gran minestrone (Stazione internazionale Lollobrigida, Autoporto Salvini, svincolo autostradale Pian del Frais, profitti a palate per tutti i commensali) del progetto TAV.

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