BUSSOLENO – Scoppia la polemica sul caso avvenuto domenica sulla linea ferroviaria Torino – Modane: un macchinista si è sentito male mentre conduceva il treno e ha saltato la stazione di Sant’Antonino di Susa, arrivando fino a Bussoleno. Ha allertato la centrale operativa, che a sua volta ha chiesto l’intervento del 118. Le Ferrovie hanno chiarito che l’uomo non stava bene, ma che comunque non è svenuto. A Bussoleno il ferroviere è stato poi soccorso dalla Croce Rossa di Susa, intervenuta sul posto con l’ambulanza. Il ferroviere è stato curato e sostituito da un collega che è dovuto arrivare da Torino, visto che da tempo le ferrovie hanno eliminato la figura del secondo macchinista. I viaggiatori sono potuti ripartire da Bussoleno dopo oltre un’ora di ritardo.
Sul fatto avvenuto domenica intervengono il sindacato Orsa, il Movimento 5 Stelle e le Ferrovie dello Stato.
IL SINDACATO: “TURNI DI LAVORO TROPPO DURI CREANO PROBLEMI DI SALUTE. IL LAVORATORE ERA STANCO, HA 58 ANNI E LA SERA PRIMA AVEVA FINITO DI LAVORARE A MEZZANOTTE”
Giuseppe Campanella, segretario regionale del sindacato Orsa, spiega il problema: “Il collega ha 58 anni, era molto stanco, da tempo diciamo alle Ferrovie che i turni di lavoro sono molto duri per i macchinisti, con poche ore di sonno. Sabato sera aveva terminato di lavorare verso mezzanotte, poi ha dovuto dormire fuori sede a Torino e si è risvegliato all’alba perché già alle 7.45 doveva far ripartire il treno da Porta Nuova per Modane. E in più avrebbe dovuto finire il turno di lavoro alle 12.15, dovendo effettuare un altro viaggio da Modane fino a Torino Porta Nuova. Tutto questo non è accettabile: lui ha confermato di non essere svenuto, ma non stava bene perché molto affaticato. Il salto della fermata a Sant’Antonino? Purtroppo non è il primo caso che capita a tanti colleghi: la linea Torino – Modane è stata desertificata dai tagli del personale, i capistazione non ci sono più alle varie fermate, se non in quelle principali. Il nuovo sistema sui binari delle ferrovie mostra ai macchinisti sempre il semaforo verde, inoltre in cabina i ferrovieri non hanno un supporto audio che può avvertirli delle fermate da effettuare, a differenza di quanto avviene nei vagoni dove ci sono i pendolari. Se un lavoratore è stremato dal lavoro ed è stanco può sbagliare. Tutti questi problemi si potrebbero risolvere con una proposta che da anni facciamo alle ferrovie: sui treni i ruoli di capotreno e macchinista dovrebbero essere intercambiabili, così da avere un ferroviere in grado di sostituire il collega in caso di problemi di salute, malori o fatti anche più gravi. Bisogna cambiare i turni e garantire più ore di sonno ai macchinisti. Non voglio dimenticare quanto avvenuto pochi mesi fa a Bardonecchia, quando un collega è morto a causa di un malore poco prima di salire sul treno che avrebbe dovuto condurre fino a Torino. Io ero là, ci ho parlato proprio poco prima della tragedia e non dimenticherò mai quello che mi ha detto: “Beppe, sono stanco morto, non ce la faccio più”.
LE FERROVIE DELLO STATO: “IL LAVORATORE ERA VIGILE ED È STATO CURATO DAL 118, CI SCUSIAMO CON I VIAGGIATORI”
Qui sotto invece la replica inviata dall’ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato.
“Il macchinista, come lui stesso ha dichiarato, ha saltato la fermata nella stazione di Sant’Antonino. Resosi conto dell’accaduto, segnalato anche dal capotreno presente a bordo, con cui ha interloquito telefonicamente, ha “ritenuto di proseguire la corsa fino alla successiva fermata ovvero fino a Bussoleno”. Non è stato il freno d’emergenza ad effettuare la fermata di Bussoleno, ma lo stesso macchinista che ha dichiarato di non sentirsi di continuare il servizio, ha ricevuto le cure del 118 intervenuti sul posto ed è stato sostituito per permettere al treno di proseguire il viaggio.
Fortunatamente il personale sanitario non ha riscontrato problemi di salute, non ha ritenuto di dover portare il macchinista in ospedale rilasciandolo senza alcun giorno di prognosi.
Sono ora in corso gli accertamenti per individuare le motivazioni per cui non è stata effettuata la fermata prevista in orario. È importante tranquillizzare e rasserenare i viaggiatori del fatto che la sicurezza del loro viaggio non è mai stata messa a repentaglio. Infatti, in caso di effettivo malore del macchinista il treno si sarebbe automaticamente fermato in quanto il sistema di vigilanza interviene se, entro 55 secondi, il macchinista non esegue un’azione di guida. In questo modo è impossibile che si verifichi la marcia di un treno senza un agente di condotta vigile, come erroneamente riportato nell’articolo. La stessa frenatura automatica si attiva, grazie ai sistemi automatici presenti a bordo treno e su tutta la rete ferroviaria, nel caso in cui il treno non rispetti i parametri di guida forniti dal sistema tra cui il superamento della velocità prevista. Ci scusiamo, comunque, con i viaggiatori che dovevano scendere a Sant’Antonino a cui sono stati allungati i tempi di viaggi”.
I 5 STELLE: “LAVORATORE STREMATO DAI TURNI DI LAVORO, SUI TRENI CI VUOLE UNA RISERVA”
Pubblichiamo qui sotto l’intervento dei parlamentari e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, sottoscritto da Federico Valetti, Francesca Frediani, Jessica Costanzo, Susy Matrisciano, Paolo Romano, Davide Serritella ed Elisa Pirro
“Il fatto di cronaca relativo al treno lanciato in corsa per oltre 25 km da Sant’Antonino a Bussoleno in Val di Susa, con il macchinista stremato dal lavoro e incapace di rendersene conto, è un monito che deve fare riflettere l’Italia sullo stato delle proprie ferrovie. Il ferroviere, probabilmente stanco per i ritmi di lavoro dei giorni precedenti, non è stato infatti in grado di fermare il treno alla stazione di St. Antonino.
Questo episodio, dopo le denunce di alcune sigle sindacali riguardo all’applicazione dei turni di lavoro e alla gestione del “macchinista unico”, ci pone una riflessione. E’ possibile che i continui tagli del governo alla gestione ferroviaria, in particolare dei treni regionali, sia stata scaricata sui lavoratori con potenziali ripercussioni sulla loro salute e sulla sicurezza.
In particolare ci chiediamo se non sia auspicabile che il macchinista di servizio possa disporre di una riserva a bordo in grado di sostituirlo in caso di sua impossibilità alla guida, magari rendendo intercambiabili i ruoli di capotreno e macchinista. Pur restando le ferrovie italiane fra le più sicure al mondo grazie ai sistemi di sicurezza elettronica avanzati, vi sono situazioni in cui la presenza umana è necessaria non solo per la sicurezza ma come in questo caso, anche per garantire il servizio.
Il MoVimento 5 Stelle intende riportare al centro delle priorità dell’Italia le ferrovie in Piemonte come a Roma. Alla Regione Piemonte chiederemo di farsi parte attiva con il nuovo governo in carica”.