di FABIO TANZILLI
CESANA – Le Unioni Montane devono garantire la rappresentanza adeguata della minoranza di ciascun Comune che ne fa parte. Lo ha stabilito il Tar del Piemonte, con un’apposita sentenza che ha accolto parzialmente il ricorso dell’ex sindaco di Sestriere Andrea Colarelli, presentato contro le modifiche dello statuto dell’Unione Montana Comuni Olimpici Vialattea, approvate nel 2021. Colarelli, assistito dall’avvocato Fabrizio Perla, ha quindi vinto la sua battaglia per garantire più consiglieri alle minoranze dei Comuni: il consiglio dell’Unione Montana non può avere solo 2 consiglieri di minoranza, così come invece avveniva fino ad oggi, perché non assicura la rappresentanza delle minoranze a ciascun Comune associato all’Unione. Si tratta di una violazione del diritto di rappresentanza delle minoranze, e di un eccesso di potere. Il Tar del Piemonte, nella sentenza, ha fatto presente che il meccanismo di elezione previsto dallo statuto dell’Unione Montana Comuni Olimpici Vialattea “non consente un’adeguata rappresentanza delle minoranze presenti in ciascun Comune che compone l’unione stessa, come invece prevede l’articolo 32 del Decreto Legislativo 267/2000”. Ma in difetto ci sarebbero anche le altre Unioni Montane della Valsusa e del Piemonte, che riservano alle minoranze pochissimi seggi. Tale norma impone invece che lo statuto dell’unione, nelle norme che regolano la composizione degli organi dell’Unione, garantisca la rappresentanza di ciascun Comune associato. Nel caso dell’Unione Montana Vialattea, nell’articolo dello statuto attualmente vigente, non si rispetta tale obbligo di legge, poiché riserva due soli seggi alle minoranze consiliari dei Comuni e, pertanto, non è in grado di assicurare la rappresentanza delle minoranze a ciascun comune associato. E ciò risulta tanto più evidente avuto riguardo al meccanismo di elezione dei due rappresentanti delle minoranze, che sono individuati sulla base del maggior numero di voti conseguiti dai consiglieri di minoranza nell’elezione del consiglio dell’unione. Secondo il Tar, “non si può sostenere che ogni Comune sia adeguatamente rappresentato all’Unione per il sol fatto di farne parte in quanto, come noto, l’Unione di Comuni non determina la fusione degli enti della quale si compone, ma ciascun comune conserva la propria autonomia e personalità giuridica di diritto pubblico. Di conseguenza, ciascun ente deve essere adeguatamente rappresentato sia in relazione alle forze di maggioranza, sia a quelle di minoranza”.
Questa sentenza farà sicuramente discutere, e ora le vari Unioni Montane del territorio dovranno tenerne conto. Anche in bassa Valsusa oggi spettano alle minoranze appena 6 consiglieri, numero che era già aumentato (da 4 posti) a seguito della battaglia condotta dal consigliere di minoranza Roberto Giuglard. Ma sono ancora numeri sicuramente non rappresentativi dei diritti delle minoranze dei vari Comuni. “Sono estremamente soddisfatto da questa sentenza del TAR che accoglie in modo inequivocabile e definitivo le mie istanze a tutela delle corrette rappresentanze all’interno dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea. La mia è stata una battaglia per la democratica rappresentatività di tutte le voci che devono comporre un Ente Istituzionale, in quanto in un sistema democratico la voce delle minoranze se correttamente rappresentate con il giusto peso sono un valore aggiunto alle scelte che l’Ente con la propria maggioranza
andrà a prendere. Aggiungo con rammarico come si sia dovuti arrivare ad una decisione del TAR (richiesta in completa solitudine ed a proprie spese da due consiglieri di Sestriere Colarelli e Paleardi, grazie al supporto dell’avvocato Fabrizio Perla) per ottenere la giusta rappresentanza che la legge prevede, essendoci da oltre tre anni un parere ministeriale a netto favore di tale tesi che è stato volutamente ignorato e disatteso dall’attuale direttivo (in scadenza) dell’Unione…Adesso è un Giudice a darci ragione! Il prossimo direttivo dell’Unione Via Lattea dovrà obbligatoriamente adeguare lo Statuto. Penso che questa sentenza faccia veramente giurisprudenza e spero che verrà presa ad esempio ed applicata ai tanti Consigli di Unioni Montane (e dall’UNCEM) che contengono questa grave lacuna all’interno dei propri Statuti, i quali a breve potrebbero essere tutti aggiornati alle nuove indicazioni dettate dalla sentenza del giudice del TAR di Torino. Rimango oltremodo convinto dell’importanza che l’Unione Montana dei Comuni riveste nell’ambito territoriale di competenza, e penso che un Ente ora meglio rappresento anche da TUTTE le minoranze sia più efficace, più forte e più autorevole di prima”.
Da quello che ne so io , l’ unione montana non è più in ente finanziato dallo Stato ,
vi fu una polemica sullo scioglimento delle comunità montane le quali coordinavano le rimostranze delle amministrazioni comunali, fu una decisione politica dall’alto per tacere le proteste per la TAV ,si butto` fango se no m…..perché si pagavano i pullman per le marce e manifestazioni , si minacciarono gli agenti di polizia locale perché partecipavano con i Confaloni,
adesso le unioni sono finanziate dai comuni, sono organi politici formali ma depauperati , la magistratura forse interviene perché nelle associazioni “private” tutti i soci hanno diritti nel consiglio di amministrazione
Ah quindi per 24 anni hanno deliberato cose in maniera illegale? In italia ci si accorge di ledere diritti fondamentali sempre dopo un ventennio…minimo!