dall’UFFICIO STAMPA DELLA GUARDIA DI FINANZA
ROSTA – Giocattoli contenenti sostanze potenzialmente pericolose, prodotti elettronici, centinaia di accessori di bigiotteria, il tutto per oltre 112.000 articoli tutti pericolosi, non conformi o con false etichettature.
È quanto ha sequestrato, nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Torino in un grosso emporio di Rosta, nel torinese, gestito da un imprenditore di origini cinesi. 280.000 euro il valore della merce cautelata.
L’attività, condotta dai Finanzieri della Compagnia di Susa e del Gruppo Pronto Impiego, ha accertato come la merce veniva venduta, senza alcuna indicazione circa i dati dell’importatore, la presenza di materiali o sostanze pericolose, le modalità di smaltimento e, non da ultimo, le precauzioni d’uso di sicurezza che i bambini dovrebbero rispettare per giocare senza rischi, il tutto con evidenti rischi per la sicurezza degli acquirenti.
L’assenza dell’indicazione di un importatore con sede all’interno dell’Unione Europea comporta, di fatto, l’impossibilità di ricostruire la filiera di approvvigionamento della merce ed, in ultimo, di verificare che il fabbricante abbia predisposto la documentazione tecnica comprovante la conformità del prodotto stesso con le normative comunitarie e nazionali.
Violazioni in materia di sicurezza dei Giocattoli e di privacy, i reati contestati. I Finanzieri hanno, infatti, riscontrato come l’impianto di videosorveglianza all’interno dello store fosse stato abusivamente installato e, pertanto, sprovvisto di ogni sorta di autorizzazione prevista dalla legge. La normativa speciale, a garanzia della privacy, tutela tutte le persone che necessitano di impianti di videosorveglianza per la loro sicurezza ma, nel contempo, deve garantire anche l’impossibilità di utilizzi impropri delle immagini di terze persone.
Il quarantenne imprenditore è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino.
L’operazione rientra nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, anche perché il consumatore ha sempre il diritto di “sapere come sta spendendo i suoi soldi”.
Appunto e da dove paese dovrebbero venire oggetti pericolosi?
solo in cina.
Eh???
…altro che via della seta…
Chiudere per sempre l’attività……..così imparano a rispettare le regole
e’ un po di controlli alla frontiera, i prodotti che entrarno in europa devono essere controllati,
Sequestrano migliaia di articoli e, quando entri in questi posti, c’e sempre più roba…..mah!!!!
Salvini grida prima gli italiani poi fa l autonomia x le regioni del nord cosi i soldi non vanno + a roma ladrona e apre le porte all invasione di prodotti made in cina perchè l invasione che preoccupa è un altra….se al governo ci sono mentecatti e delinquenti(in quanto condannati in processi) aspettiamoci il peggio. Vedi la pagliacciata sulla Asti-Cuneo