di FABIO TANZILLI
Che ne sarà della linea ferroviaria storica dell’alta Val Susa da Bussoleno a Bardonecchia, compreso il Tunnel del Frejus, visto che nei prossimi anni sarà gestita da Telt, la società pubblica italo-francese che sta costruendo la nuova linea Tav, e che quindi potrebbe avere tutto l’interesse a sostituirla?
Telt (società che sta realizzando la Torino-Lione) ha come principale scopo economico e politico quello di far diventare la futura linea il vero ramo importante nel traffico internazionale tra Italia e Francia non solo per le merci, ma anche per il turismo. Se da oltre un secolo il punto di riferimento è Bardonecchia con il Tunnel del Frejus, con il nuovo progetto ad alta velocità la stazione principale sarà quella di Susa con il futuro tunnel di base del Moncenisio.
Forse non tutti sanno che la legge 1/2017 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.9 del 12 gennaio, assegna a Telt il ruolo di nuovo gestore “della linea storica Bussoleno – Saint Jean de Maurienne”, escluse le stazioni ferroviarie. Occupandosi quindi del servizio pubblico di trasporto per residenti, studenti, pendolari e turisti e dei treni che viaggeranno da Bussoleno all’Alta Valle e i Comuni Olimpici. Ed ovviamente del tunnel ferroviario del Frejus che collega Bardonecchia a Modane.
La decisione di affidare a Telt la gestione della linea storica da Bardonecchia a Bussoleno, compreso il Tunnel del Frejus, ha delle motivazioni pratiche legate ai futuri cantieri della Tav: come già anticipato da ValsusaOggi, a Salbertrand nascerà il nuovo sito industriale dello smarino, collegato direttamente con la stazione ferroviaria per il trasporto dei materiali che arriveranno coi camion dal cantiere di Chiomonte, diretti al deposito di Caprie attraverso la stazione di Condove e al deposito di Torrazza.
Ma la notizia crea preoccupazione per il futuro, da tempo anche tra gli operatori turistici dell’alta Val Susa, in quanto il progetto di Telt prevede la costruzione della stazione internazionale a Susa, sostituendo di fatto nel ruolo di stazioni internazionali quelle di Oulx e Bardonecchia, che in realtà sono ben più vicine e comode per gli sciatori che arrivano oggi in alta Valle coi treni regionali e i Tgv (da Oulx partono tutti i bus diretti a Sestriere, Sauze d’Oulx, Monginevro e Sansicario).
Con la costruzione della nuova linea Tav, quel ruolo di stazione turistica per le Montagne Olimpiche sarà assegnato a Susa: “La nuova stazione internazionale di Susa, a partire dal 2030, grazie al nuovo tunnel sarà a poche ore dalle più importanti capitali europee ed è inserita sulla rete che collegherà la città alle principali stazioni sciistiche delle Alpi – scrive Mario Virano, direttore di Telt – è tuttavia importante che questa opportunità sia adeguatamente preparata, prima dell’apertura della nuova linea, attraverso azioni progressive di accompagnamento”. Secondo i progetti di Telt, gli sciatori che prenderanno i treni veloci internazionali dovranno scendere a Susa, e da qui saliranno sui bus diretti a Sestriere in Via Lattea o a Bardonecchia. Il tutto a beneficio anche della Sitaf, considerando il passaggio obbligato lungo l’autostrada A32.
LA LETTERA DEI CONSIGLIERI DELL’ALTA VAL SUSA: “LA LINEA STORICA FARÀ LA FINE DELLA FERROVIA FELL?”
Alcuni consiglieri comunali e dell’Unione Montana Alta Val Susa hanno deciso di sollevare la questione, inviando una lettera ai sindaci e a tutto il consiglio dell’ente. La lettera è firmata dai consiglieri comunali di minoranza di Giaglione (Ronsil, Pozzato, Gagliardi), Chiomonte (Joannas e Guglielmo) e Meana (Comba).
Con l’ingresso di Telt come gestore “quali garanzie si avrebbero nel mantenimento del servizio di trasporto ferroviario pubblico che interessa tutta l’Alta Valle di Susa?” chiedono i consiglieri. “Come può il promotore pubblico della Torino-Lione diventare allo stesso tempo anche gestore della linea ferroviaria che intende sostituire?”. I consiglieri fanno emergere il problema presentando un esempio avvenuto in passato: “Quando nel 1871 entrò in funzione la tratta Torino – Modane, la ferrovia Fell, costruita pochi anni prima, venne definitivamente abbandonata e dismessa. Se la storia di ripete, dobbiamo forse aspettarci che un giorno anche la ferrovia Torino – Modane subisca la stessa sorte?”.
Dell’argomento si è dibattuto nell’ultimo consiglio dell’Unione Montana Alta Val Susa tenutosi a Oulx, grazie ad una mozione presentata dai consiglieri Bianco, Comba e Gagliardi. Nel testo, oltre a sollevare la questione del “cantiere diffuso sul territorio che può comportare problemi per la salute, rumore, ambiente, economia locale e turismo” si sottolineano “le preoccupazioni forti da parte dei ferrovieri che attualmente lavorano sulla linea storica” e per queste ragioni è stato chiesto al presidente dell’Unione Montana e al consiglio dell’ente “di esprimersi in modo chiaro sulle garanzie di mantenimento dell’attuale linea storica”.
La maggioranza e il consiglio dell’Unione Montana Alta Val Susa, composto dai vari sindaci, ha recepito i contenuti essenziali di questa mozione, chiedendo garanzie sul mantenimento della linea storica tra Bussoleno e Bardonecchia/Saint Jean e che si tenga conto delle esigenze occupazionali dell’alta Val Susa anche in vista dei futuri cantieri della Tav.
LA RISPOSTA DI TELT: “PREOCCUPAZIONI INFONDATE, SI TRASFORMERÀ IN METROPOLITANA DI VALLE”
Il direttore di Telt Mario Virano e il Commissario dell’Osservatorio, Paolo Foietta, hanno risposto con due lettere alle preoccupazioni sollevate nella lettera e nella mozione dai consiglieri comunali dell’Alta Val Susa.
“La tesi secondo la quale risulterebbe scontato il fatto che la gestione diretta della tratta storica da parte di Telt agevolerebbe il promotore della nuova linea nelle fasi di cantiere, è assolutamente priva di fondamento – replica Virano – in primo luogo perché prima che Telt possa entrare in possesso della tratta di linea storica è necessario che la convenzione del 1951 sia revisionata dai Governi (atto che richiederà un accordo binazionale, non compatibile con i tempi di avvio dei lavori del tunnel), in secondo luogo perché in ogni caso non si tratterebbe della zona a servizio della piana di Salbertrand, ma solamente della tratta compresa tra le due stazioni di confine”.
“Le preoccupazioni rispetto alla centralità dell’Alta Valle e alla sua accessibilità turistica non sono fondate per il periodo dei lavori – aggiunge Virano – né tanto meno per il futuro dell’esercizio del sistema integrato “linea nuova – linea storica”, così come non è fondata l’idea di un cantiere diffuso. Le attività saranno infatti limitate al cantiere di Chiomonte e ai siti di deposito, senza alcuna influenza consistente sulle abitudini degli abitanti.
A proposito del turismo, Virano ha addirittura rilanciato l’idea che il cantiere della Maddalena possa essere un luogo di attrattiva: “A seguito dell’inaugurazione dell’iniziativa “Tunnel Art Work” diversi tour operator (compreso un giapponese) hanno inserito la tappa del cantiere di Chiomonte nell’ambito del pacchetto turistico di visita alla Valle. Queste iniziative potranno essere ripetute e valorizzate con il nuovo cantiere e generare indotto per un’ampia zona circostante (i circa 800/1000 addetti diretti previsti nei cantieri genereranno una domanda molto variegata, comprese soluzioni per il tempo libero e per il divertimento)”. Sulla questione della salute, il direttore di Telt afferma che “è salvaguardata, come dimostra la recente Valutazione dell’Impatto sulla Salute dei cittadini, mentre per quanto riguarda il rumore, la maggior parte dei lavori avviene in sotterraneo o al chiuso, senza rumore percepito”.
Virano promette che la linea storica non farà la fine della Ferrovia Fell, al contrario ipotizza che si trasformi in “Metropolitana di Valle”: “In fase di esercizio si prevede che la tratta di montagna esistente, sgravata dei traffici a lunga distanza e dei treni merci (che sono lenti e quindi fortemente limitativi della capacità della linea) si trasformi in “metropolitana di Valle” e collegamento interregionale, con collegamenti veloci
con Modane, con il nodo di Torino e con l’aeroporto di Caselle (dove si prevede l’attestamento a regime della linea SFM3)”.
Infine, a proposito del futuro dei trasporti e del turismo sulle Montagne Olimpiche, Virano annuncia che “Telt sta avviando uno studio sull’economia dei trasporti e sul turismo della montagna (alta Valle Susa, Maurienne e Brianzonese) in collaborazione con i territori ed in particolare in partnership con la Conferenza Alte Valli, che li rappresenta tutti” citando il “buon esempio di dialogo con gli stakeholder in Maurienne con la Démarche Grand Chantier per sfruttare le opportunità economiche del cantiere”.
LA RISPOSTA DELL’OSSERVATORIO TAV: “IL GESTORE UNICO EVITERÀ DI PENALIZZARE LA LINEA STORICA”
Nella sua risposta, il commissario Paolo Foietta spiega che la scelta dei due governi di assegnare a Telt la gestione della linea storica dell’Alta Val Susa servirebbe proprio ad evitarne la morte. “La realizzazione del tunnel di base del Moncenisio tra Susa e Saint-Jean-de-Maurienne, corre il rischio di determinare per le alte valli montane collocate al confine tra Francia ed Italia la perdita degli attuali collegamenti di lungo raggio, di cui godono in ragione della vicinanza al traforo ferroviario del Fréjus” scrive nella lettera in risposta ai consiglieri comunali “Per questo la scelta dei Governi di Italia e Francia, fin dall’Accordo 2012, è stata quella di evitare che la nuova linea, con il miglioramento delle connessioni tra le grandi aree metropolitane italiane (Torino – Milano) e francesi (Lione – Parigi), penalizzasse le connessioni interregionali (anche europee) e locali”.
Per Foietta la decisione di avere un unico operatore evita l’azzardo di due gestioni separate, evitando che da un lato ci sia “la nuova opera (ricca e che produce valore), che ha utili e quindi la possibilità di fare investimenti, e un gestore della linea storica (povera e su cui sarà necessario comunque investire) che dovrà misurarsi con i costi di un servizio a fronte di entrate limitate e quindi con difficoltà di investimento”.
Secondo Foietta, l’affidamento a Telt servirebbe proprio a salvaguardare il traffico tra Bussoleno e Bardonecchia/Frejus: “Tenere insieme sia la nuova linea (moderna, efficiente, senza vincoli e limitazioni ed estremamente produttiva), con la vecchia tratta di valico (il Frejus ndR), certamente svantaggiata in termini di capacità e di caratteristiche tecniche e prestazionali, integrandole in un sistema di mobilità unitario”.
“Una gestione unica presuppone la condivisione di un progetto integrato per costruire servizi transnazionali e turistici di rango europeo che collegano centri a grande vocazione turistica della Valle di Susa e della Maurienne e che si attestano sulle stazioni internazionali di Susa e Saint Jean de Maurienne” aggiunge il commissario “Lo sviluppo del traffico passeggeri sulle due linee (la nuova linea e la linea storica) passa attraverso una riuscita integrazione dei trasporti locali con l’insieme della mobilità, pensando allo sviluppo dei territori (anche turistico) che determinerà la domanda di mobilità di domani. Questo progetto di sviluppo della rete delle infrastrutture e di costruzione di servizi di qualità, deve essere unitario e deve poter contare sulla nuova linea per investire sul rilancio del servizio passeggeri della vecchia in chiave transnazionale e turistica”.
LA RIFLESSIONE FINALE DEI CONSIGLIERI FIRMATARI DELLA LETTERA
“Il Consiglio dell’Unione Alta Val Susa ha fatto sua e ampliata la mozione che abbiamo presentato – commenta la consigliera Monica Gagliardi – dieci minuti prima di cominciare il consiglio abbiamo trovato nelle nostre cartelline le lettere del Foietta e Virano. Non ritengo corretto che questi documenti che portano la data del 4 agosto ci siano stati presentati in questo modo. Inoltre altra documentazione è arrivata via mail solo dopo il Consiglio: era pubblicità alla tav Torino-Lione. In tutti questi documenti della linea storica che attualmente utilizziamo per la mobilità quotidiana, non ci sono altro che ” faremo” vedremo” interverremo”. Nulla di concreto però. Rimangono tutti i dubbi che come minoranza abbiamo espresso, benché vi sia stato un voto favorevole e unanime”.
A proposito di come si è svolto il consiglio dell’ente a Oulx, la Gagliardi aggiunge: “Sottolineo il consistente numero di forze dell’ordine quali Carabinieri e Digos all’interno della sala consiliare e all’esterno del Comune di Oulx: questa insicurezza da parte delle amministrazioni e dei proponenti dell’opera si vede molto bene in questo sistema di controllo sociale e politico che fa sì che alle parole chiave TELT TAV scattino timori ingiustificati anche per un semplice confronto in consiglio dell’ unione. Mi auspico si possano organizzare incontri pubblici e con la popolazione anche con tecnici indipendenti da Telt, quindi non di parte, che possano chiarire meglio il progetto”.
La soluzione migliore è affidare ai No Tav la gestione della linea storica, in quanto soggetti in regime di “concorrenza”
Che ne dici, virano? c’hai le palle di prendere una decisione del genere?
Poi, dubito sarà 2030…è più credibile duemilamai 🙂
E noi siamo boccaloni e ci crediamo! Ma va . .. .
Premesso che sono contrario alla Tav, non credo di vederla realizzata almeno che non riesca a vivere 150 anni.
Virano, Foietta, Saitta, Chiamparino, Ferrentino, Bresso, Brizio, Prodi, Ghigo,Martinat tutti “giovanotti ” sostenitori del TAV . Alcuni se ne sono già andati, altri altri lo faranno nel prossimo futuro. Tutti noi ce ne andremo prima di vedere la grande opera ( a meno che vogliano vivere più di 110-120 anni.) Per questo motivo promettiamo cazzate e spariamo numeri a caso, tanto non saremo più su questa terra quando ci chiederanno il conto.L’ importante è avere la memoria buona e ricordare alle future generazioni nomi e cognomi , incarichi e carriere. In modo da riservare loro i giusti onori e monumenti se l’ opera fosse un successo e dovesse sommergere la valle di benessere e migliaia di posti di lavoro o viceversa la giusta vergogna, infamia ed eterno disprezzo in caso contrario. La stessa cosa per i ” NO TAV” ovviamente .Anche i no tav accaniti si meriterebbero l’ eterna gogna se l’ opera si dimostrasse un successo economico,sociale e ambientale A tale proposito giusto per non sbagliarsi sarebbe importante fare un elenco dettagliato dei si tav e dei no tav con incarichi politici a partire dalle amministrazioni comunali fino al governo centrale degli ultimi 25 anni , anche con i cambi di opinione ( e in valle abbiamo degli esempi da manuale) magari in ordine alfabetico. A tale riguardo la stessa TELT potrebbe gestire e farsi garante sull’ aggiornamento degli elenchi.
Ciao Foietta,
ancora balle spaziali: opera ricca che produce valore, ha utili e possibilità di fare investimenti.
Se a Calais e Dover le compagnie di navigazione si fossero affidate ad Eurotunnel (opera miseranda che ha distrutto valore, non ha mai fatto utili e i pochi indispensabili investimenti, nonché il salvataggio dal fallimento, sono stati totalmente a carico delle finanze pubbliche) sarebbero finite ben peggio della ferrovia Fell.
Ci vogliamo riprovare?