EXILLES – Tra gli 86 enti religiosi truffati da una banda di malviventi e individuata dai carabinieri di Torino, c’è anche il parroco di Exilles. Don Remigio Borello (classe 1940) è stato vittima di una tentata truffa ai danni della parrocchia. I truffatori hanno preso di mira 14 parrocchie, 14 conventi di suore 7 scuole cattoliche e 2 case di riposo per anziani. Sono in corso le perquisizioni in tutta Italia: sequestrate varie carte prepagate, libretti postali, cellulari utilizzati per contattare le vittime e denaro contante.
I Carabinieri di Torino hanno individuato un’organizzazione criminale finalizzata alle truffe ai danni di parrocchie, conventi, enti religiosi e case di riposo. Eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare. Accertati 86 episodi in tutta Italia, per un guadagno di oltre 400mila euro. Contattavano telefonicamente le parrocchie, conventi e gli enti religiosi e si qualificavano come rappresentati di enti locali (prevalentemente dipendenti comunali e regionali) o direttori di istituti di credito, per informarli che era stato loro accreditato un contributo (comunale o regionale) erogato in somma maggiore a quella dovuta e pertanto per evitare che lo stesso non venisse poi elargito, li inducevano a versare la differenza (cifre variabili da 2.000 a 16.500 euro) su carte poste pay (riconducibili agli stessi indagati). Per evitare multe o l’abolizione del beneficio, le vittime versavano la somma richiesta su conti correnti o carte prepagate intestati a prestanomi.
IL COMUNICATO DEI CARABINIERI
I Carabinieri di Torino Oltre Dora hanno individuato un’organizzazione criminale finalizzata alle truffe ai danni di parrocchie, conventi, case di riposo, scuole ed Enti religiosi. Accertati 86 episodi in tutta Italia, per un guadagno di oltre 400mila euro.
Si qualificavano come rappresentati di enti locali (prevalentemente quali dipendenti comunali e regionali) o direttori di istituti di credito, riferendo ai responsabili di svariati enti religiosi che era stato loro accreditato un contributo (comunale o regionale) erogato in somma maggiore a quella dovuta e pertanto per evitare che lo stesso non venisse poi elargito, li inducevano a versare la differenza (cifre variabili da 2.000 a 16.500 euro) su carte poste pay (riconducibili agli stessi indagati). L’organizzazione prevedeva diversi prestanome di carte prepagate per l’accredito dei proventi artatamente ottenuti, compensandoli con il 20% della somma illecitamente introitata;
Contestualmente sono state eseguite 20 perquisizioni nei confronti del titolari dei documenti presentati per la registrazione delle carte poste pay.
Il capo era una donna, chiamata la Zia, che aveva creato una rete criminale composta da promoter e call center, per individuare e contattare le vittime, e da prestanomi/commercianti compiacenti per incassare il denaro .
I carabinieri hanno un’ordinanza di applicazione di misura cautelare (4 in carcere e 8 obblighi di dimora e/o firma) a carico di 12 indagati, ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione per delinquere finalizzata a truffe aggravate, nonché di estorsione.
Il provvedimento trae origine da un’ indagine condotta (dall’ottobre 2018 all’aprile 2019) dal Nucleo Operativo della citata Compagnia, che ha consentito di comprovare l’esistenza di un sodalizio criminale, radicato nel capoluogo piemontese, dedito alla sistematica pianificazione ed esecuzione, su tutto il territorio nazionale, di truffe aggravate in danno dei responsabili di vari istituti religiosi (parrocchie, conventi, case di riposo, congregazioni di suore, asili nido e scuole cattoliche). Sono state documentati 86 episodi, per un controvalore illecito complessivo di circa 400.000 euro.