dal FESTIVAL ALTA FELICITÀ
VENAUS – La tragedia del Covid-19 ci ha colpiti e sta segnando le nostre vite, con il lockdown ed il “distanziamento fisico” prima, un presunto ritorno ad un’anormale normalità poi, e oggi la convivenza difficile con il Coronavirus. Nessuno può rimanere indifferente rispetto ad un evento storico che, siamo convinti, segnerà un prima ed un dopo.
A maggior ragione chi, come le centinaia di attiviste e attivistie volontari che da ormai cinque anni organizzano l’Alta Felicità, un appuntamento che fin dalla sua gestazione ha sempre voluto essere più che un semplice festival musicale.
Ci siamo interrogati molto a lungo sul da farsi, confrontandoci con una realtà che definire contraddittoria è poco, tra scenari di rischio sanitarioedicrisi economico-sociale, tra proclami confusi e poche certezze.
Da subito la scelta più logica èstata quella di affidarsi al “buon senso”, anziché ad un sistema istituzionale che si è dimostrato incurante e manchevole (per non dire complice) nel prevenire ed arginare gli effetti di un modello di sviluppo criminogeno e devastatore, basato sullo sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente.
Per questo abbiamo decisodi non replicare il format Festival Alta Felicità per come l’abbiamo vissuto nelle sue prime quattro edizioni,ma al contempo ragionando su come fosse fondamentale mantenere integro, semmai rafforzandolo, quello spirito di comunità resistente,lo stesso ossigeno di cui abbiamo enormemente bisogno oggi, ai tempi della pandemia: la speranza che non tutto sia perduto,che possiamo farcela, insieme, a cambiare la realtà, questa realtà.
È con questo spirito, improntato all’autotutela ed al rispetto reciproco e verso il territorio, che quest’anno, al posto del Festival, promuoviamo due Weekend ad Alta Felicità, il 29 -30 agosto e poi il 5 -6 settembre. Due momenti dove lo stare insieme sarà caratterizzato dalla consapevolezza che il necessario distanziamento fisico nell’arena concerti e negli spazi comuni non coincide con un nocivo ed autolesionista concetto di “distanziamento sociale” come concepito dalle Istituzioni e cioè isolamento, abbandono a se stessi, paura e incertezza, che fermamente respingiamo.
A questo modello ne vogliamo opporre uno in cui ci prendiamo cura collettivamente dei nostri bisogni e della salutedi tutte e tutti, soprattutto dei più fragili.La gratuità e l’accessibilità per tutti, insieme con l’autotutela collettiva, sono principi non negoziabili, ora più che mai.
I weekend ad Alta Felicità, che si terranno tra fine agosto e inizio settembre,arrivano a seguito della meravigliosaesperienza del Presidio Permanente dei Mulini:un luogo di incontro e di lotta dove si sono incrociate vite, sensibilità, sogni e immaginaridi moltissimi giovaniprovenienti da tutta Italia. Un fazzoletto di terreno a pochi metri dal Mostro, il cantiere di Chiomonte,che tormenta la nostra Valledove abbiamo imparato di nuovo cosa vuol dire vivere in armonia con la natura, rispettarla e difenderla.
Quelli ad Alta Felicità saranno due weekend all’insegna di condivisione, socialità, tutela dell’ambiente e lotta, si comincerà sabato 29 agosto alle ore 18 con un momento collettivo di riflessione sull’uso delle risorse pubbliche e sulla necessità di cambiamento per un presente ed un futuro più dignitoso per tutte e tutti. Si proseguirà, la sera, dalle ore 21 con il concerto sul Palco Arena insieme all’Orchestra ad Alta Felicità che accompagnerà i tanti artisti che si esibirannogratuitamente.
Domenica 30 alle ore 14 torneremo in Val Clarea perché è necessario che tutte e tutti possano vedere con i propri occhi lo scempio prodotto dal cantiere di Chiomonte. La sera, dalle 21, sempre insieme all’Orchestra ed altri artisti, concluderemo il weekend con un altro imperdibile concerto.
Sabato 5 settembre dalle ore 18 replicheremo con un momento di dibattito incentrato sul concetto di “cura” sia dal punto di vista sanitario, sia da quello altrettanto importante ambientale e sociale. Dalle 21 ripartirà la musica dal Palco Arena, mentre la mattina di domenica 6 settembre ci recheremo anche in quei luoghi su cui vorrebbero costruire i nuovi cantieri per la prosecuzione dell’opera, con la consapevolezza che insieme possiamo cambiare il corso delle cose, per assicurarci un futuro dignitosoe una vita che valga la pena di essere vissuta.
Come mai non compaiono commenti su questo articolo, pur essendo stati inseriti ben 3 giorni fa?
Perché il termine “zecche” non lo accettiamo sul nostro giornale ed è diffamatorio riferito a persone (in questo caso ai No Tav). Può esprimere le sue legittime critiche senza usare termini offensivi, se lo rimanda senza insulti, lo pubblichiamo volentieri.
Ma nel commento originale il termine non era virgolettato, quindi è arbitrario attribuirgli un significato diverso da quello letterale.
Non per fare dei sofismi, ma così sembra che vi sia venuto spontaneo accostare il nome faunistico ai No Tav formulando quindi un insulto, piuttostoche difendere la causa…Comunque apprezzo la franchezza e la trasparenza della risposta.
Tanto sempre quello rimangono
Finalmente una bella notizia! Ancora e sempre No Tav, per far valere i nostri diritti e quelli della nostra terra! Quest’anno ci mancava troppo questa bellissima manifestazione!