dall’UFFICIO STAMPA TELT
CHIOMONTE – Sarà realizzato in Val di Susa un corridoio ecologico per consentire la sopravvivenza della farfalla Zerynthia polyxena, specie protetta a livello europeo, rinvenuta nell’area di espansione del cantiere di Chiomonte della linea Torino-Lione. È quanto deciso al termine delle attività di studio svolte sul campo, a partire dalla primavera 2018, dall’equipe della prof.ssa Simona Bonelli, docente di Zoologia e Conservazione degli Invertebrati al Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Torino. L’analisi è stata realizzata all’interno del Progetto Biodiversità portato avanti dall’ateneo piemontese con Regione Piemonte e TELT in Val di Susa dove la società italo-francese ha fornito spazi e strumentazione per la ricerca scientifica, creando un laboratorio negli uffici del Museo Archeologico La Maddalena, a Chiomonte.
Grazie a questa opportunità di studio e di condivisione con il tavolo tecnico regionale, è possibile sperimentare un miglioramento boschivo finalizzato alla salvaguardia di questa specie protetta, che sarebbe destinata a non sopravvivere per più di qualche decennio a causa dell’infittirsi del bosco e dell’ampliamento del cantiere. Da qui l’idea di ‘traslocare’ le farfalle. In concreto, sarà il Consorzio Forestale Alta Valle Susa a realizzare un “percorso” attraverso il bosco, con delle vere e proprie “piazzole di sosta” in cui sarà riprodotto l’habitat specifico per lo sviluppo di uova e larve di Zerynthia. L’obiettivo è permettere al raro lepidottero di connettersi alle altre aree presenti nella zona, favorendo popolazioni più eterogenee e mobili che possano garantire la sopravvivenza a lungo termine per la specie. Le attività saranno avviate nei prossimi giorni e la prima fase si concluderà all’inizio della primavera, secondo un calendario condiviso, senza interferire con le attività di cantiere. Questo consentirà di chiudere gli interventi prima della comparsa degli adulti del lepidottero, che vola solamente per circa un mese nel periodo primaverile.
In particolare, il lepidottero è stato individuato in due zone nel Comune di Salbertrand e in tre aree nel territorio di Giaglione, di cui solo una rientra nella zona di futuro allargamento del cantiere. Per garantirne la sopravvivenza, è stato deciso di creare dei corridoi all’interno del bosco, che mettano in comunicazione le diverse oasi, consentendo così alle farfalle di spostarsi e far nascere popolazioni più ampie e varie e, quindi, più longeve. Il primo corridoio servirà a mettere in comunicazione due aree a Giaglione, grazie alla creazione di 10 radure, distanti circa 20 metri l’una dall’altra, in cui saranno trasferite circa 2000 piante nutrici del lepidottero, Aristolochia pallida, e un centinaio di bruchi. Anche con il secondo intervento a Salbertrand si realizza una fascia di congiunzione tra le due oasi dove è presente la Zerynthia, in modo da favorire lo scambio di individui tra le due comunità, aumentarne la diversità genetica e migliorare quindi lo stato di salute delle sottopopolazioni. I risultati saranno valutati step by step, in modo da poter adattare ulteriori interventi nelle radure a seconda delle necessità riscontrate.
Il Consorzio Forestale Alta Valle Susa realizzerà anche dei nuovi rifugi naturali per i pipistrelli presenti nella zona. In un’ottica di compensazione, saranno create delle cavità artificiali su molti alberi distribuiti sui tre comuni; sulle stesse piante saranno collocate delle cassette nido specifiche per pipistrelli (bat box). Quest’attività costituisce un progetto sperimentale, che potrà portare a un protocollo da applicare in seguito in altre situazioni simili in ambito regionale. L’ente realizzerà inoltre alcuni interventi di miglioramento forestale per favorire due specie erbacee molto rare in Piemonte e presenti nelle aree golenali di Salbertrand (Epipactis palustris e Typha minima) e per contenere l’espansione di un arbusto alloctono invasivo (Buddleja davidii).
Tutte le linee guida per questi interventi sono state indicate dai docenti dell’università di Torino, esperti nei tre settori: la prof.ssa Simona Bonelli e il prof. Sandro Bertolino, entrambi del Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi, rispettivamente per le farfalle e i chirotteri, e il prof. Michele Lonati, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, per le specie vegetali.
“Con questo intervento – sottolinea la prof.ssa Simona Bonelli -, l’isolamento che abbiamo osservato tra le popolazioni di Zerynthia sarà interrotto e le farfalle potranno formare un’unica popolazione più grande, geneticamente più eterogenea e in generale in migliore stato di salute. Un’operazione che non avremmo potuto realizzare se non si fosse superata la tradizionale impostazione delle opere di compensazione forestale, che prevede di realizzare semplici miglioramenti boschivi. L’Università, in collaborazione con TELT, ha scelto di condurre attività di ricerca scientifica sulla biologia ed ecologia della specie, ampliando le riflessioni e le prospettive richieste dalle prescrizioni stesse e sviluppando una soluzione innovativa che garantisca la salvaguardia della biodiversità dell’area”.
“Operiamo su quasi 30 ettari nei boschi tra Chiomonte, Giaglione e Salbertrand – riferisce Alberto Dotta, direttore del Consorzio Forestale Alta Valle Susa -, in aree che si presentano in uno stato di generale abbandono; qui andremo a creare le radure funzionali all’attecchimento della pianta nutrice della farfalla e a realizzare le cavità per i pipistrelli nei tronchi degli alberi medio-grandi. È un progetto sperimentale che attuiamo per la prima volta e che crediamo possa diventare un modello per azioni future”.
“La ricerca è nata per rispondere alle prescrizioni del 2018 del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) dopo la segnalazione di alcuni ambientalisti del Movimento No Tav – spiega l’ing. Manuela Rocca, direttrice Affari Generali di TELT – si è poi trasformata in un progetto più complesso, con l’obiettivo di trovare una soluzione innovativa che garantisse la salvaguardia della biodiversità dell’area. Tutto senza costi aggiuntivi. È la logica di eccellenza ed efficienza cui improntiamo tutte le nostre azioni, affinché l’opera che stiamo costruendo sia anche un’opportunità per il territorio e che portiamo come buona pratica nelle collaborazioni che abbiamo attivato con 26 centri di ricerca e università in Italia e Francia”.
Farfalla Zerynthia polyxena
L’Università di Torino ha iniziato le sue ricerche sulla specie, protetta dalla Direttiva Habitat dell’UE, nella primavera 2018 e ha proseguito gli approfondimenti per mappare la presenza del lepidottero in Val di Susa. Zerynthia polyxena è una specie monofaga che si nutre esclusivamente di una specie erbacea autoctona, Aristolochia pallida, che vive comunemente in ambienti aperti o parzialmente soleggiati nelle zone collinari-montane boschive della Val di Susa. In quest’area, ora interessata dal cantiere della Torino-Lione, in passato le attività antropiche (in prevalenza di carattere agro-pastorale) hanno permesso che si conservassero le caratteristiche ideali per la crescita di Aristolochia. Se la zona fosse stata lasciata completamente a bosco, paradossalmente si sarebbe persa la pianta e quindi la farfalla.
Il monitoraggio ante operam del 2012 e le verifiche effettuate dai tecnici ARPA Piemonte dopo una prima segnalazione nel 2017 non avevano dato riscontro della presenza del lepidottero, rinvenuto invece nella primavera 2018, quando si è poi attivata la collaborazione con l’Università per censire la specie, valutarne la sua consistenza numerica e la sua distribuzione nell’ottica di salvaguardarla in vista dell’ampliamento del sito per i lavori del tunnel del Moncenisio.
Il campionamento si è svolto nella primavera 2018 e nuovamente nel 2019, secondo il “metodo cattura marcatura ricattura”, standardizzato e applicato in tutta Europa nonché indicato dalle Linee Guida ministeriali per il monitoraggio della specie, scritte per i lepidotteri proprio dalla prof.ssa Bonelli, che è anche rappresentante italiana della Butterfly Conservation Europe. Il quadro che emerge dai risultati dello studio condotto in Val di Susa evidenzia un sistema di sottopopolazioni numericamente consistenti, completamente isolate, altamente frammentate al loro interno e a bassa densità (minimo registrato 5 individui a ettaro). Gli adulti sono poco mobili, hanno una longevità media nella norma e la proporzione di femmine e maschi è prossima a 1. Sebbene sul territorio sia presente anche Aristolochia clematitis, dalle attività nel laboratorio allestito da TELT presso i locali del Museo Archeologico La Maddalena, si evince che Aristolochia pallida è l’unica pianta nutrice dei bruchi di Zerynthia. polyxena in Val Clarea e dintorni. Grazie alla collaborazione con il dott. Lonati, è stato possibile identificare le condizioni ottimali di microhabitat per la farfalla. Tali condizioni cambiano a seconda di clima e altitudine; per esempio, le farfalle che si trovano alle altitudini più elevate e meno boscose (1300 m slm), dove le temperature dell’aria sono più basse, prediligono aree aperte, caratterizzate da un microclima più caldo. Nelle aree di bassa quota (600 m slm), generalmente più calde, la farfalla seleziona anche ambienti boschivi, dove una copertura arborea rada permette ai raggi solari di penetrare e illuminare maggiormente il sottobosco.
Pipistrelli (Chirotteri)
Per i pipistrelli è fondamentale avere a disposizione rifugi in cui ripararsi durante il giorno. Durante la stagione estiva, in particolare, i chirotteri cambiano spesso rifugio (roost switching) e necessitano perciò della presenza di un numero sufficiente di strutture idonee all’interno del proprio territorio. Per questa ragione, saranno messi in campo tre tipi di interventi volti a incrementare il numero di rifugi arborei presenti, secondo le indicazioni del dott. Bertolino. In primo luogo, saranno create le cavità nei tronchi di 90 alberi di medie-grandi dimensioni nei boschi tra Chiomonte, Giaglione e Salbertrand; su ogni albero verranno anche installate 2 bat box, una in cemento-segatura e una in legno; intorno a ogni tronco sarà infine posizionato un pannello in vetroresina ondulata. Questo consentirà ai pipistrelli di disporre di diverse tipologie di rifugi, adatti a ospitare specie diverse.
Salvaguardia di Epipactis palustris e Typha minima e contenimento delle specie alloctone invasive (Buddleja davidii)
Epipactis palustris e Typha minima sono due specie erbacee palustri, entrambe rare in Piemonte, la cui presenza è stata accertata nelle aree golenali di Salbertrand. Entrambe le specie sono strettamente legate alle periodiche alluvioni della Dora, che ringiovaniscono gli arbusteti permettendo il mantenimento di un habitat aperto e ricco di luce. Al contrario l’espansione delle piante legnose che vivono sul greto del fiume può comportare una minaccia per la sopravvivenza di entrambe. Per questo motivo, nell’ambito delle compensazioni forestali per la realizzazione della linea Torino-Lione, sono stati previsti alcuni interventi a tutela di queste due specie rare. Seguendo le linee guida del dott. Lonati, si andranno a diradare gli argini della Dora Riparia attraverso il taglio di salici e altri arbusti in modo da aumentare i microhabitat favorevoli a queste piante. Per quanto riguarda invece Buddleja davidii, specie alloctona invasiva di origine cinese, sono previste delle azioni di contenimento con rimozione delle piante, per favorire la naturale competizione nei confronti delle specie autoctone già presenti e limitarne la presenza.
Alcune domande…
I cartelli segnaletici che potranno indicare il percorso del corridoio agli animali saranno comprensibili solo alla farfalla o saranno multilingua ?
Sono previsti anche i cartelli “lavori in corso” per non spaventare gli animali che loro tanto amano ed impedire che fuggano in preda al panico ed alla distruzione dell’habitat che si erano scelti ?
..bello, distruggono tutto quanto li intorno ma fanno un “corridoio”…
La zerynthia migrante climatica.
Speriamo che Salvini la lasci passare.
Ieri, 26 novembre, la società TELT, incaricata della realizzazione della Torino Lione, ha radunato i giornalisti per comunicare (o meglio per far comunicare da altri) le sue intenzioni riguardo alla delicata questione di questa farfalla protetta. Una presenza tanto sorprendente ed importante per gli abitanti della Valle di Susa quanto scomoda per TELT, al punto da costringere i progettisti a fermare per mesi le loro fantasie, dando il via libera completo a quelle dell‘Università di Torino. Questa, tramite una bella innaffiata di finanziamenti, ha deciso di sostenere l’opera mettendo a disposizione personale, attrezzature ed idee. Tutto per concedere al TAV una nuova opportunità, molto “green”. Questo duetto si è esibito nuovamente ieri, occasione in cui Simona Bonelli, la responsabile dell’equipe di ricercatori dell’Università di Torino (che quest’anno hanno studiato la farfalla in questione lungo la Valle) ha descritto gli interventi pensati per proteggere in modo “rigoroso” la specie, di fronte a un pubblico alquanto sbalordito. L’annuncio riguarda tra l’altro l’estensione del duo TELT – Università di Torino ad un trio, includendo in questo mirabolante progetto il Consorzio Forestale Alta Valle di Susa, rappresentato per l’occasione dal suo direttore Alberto Dotta. Il progetto ha titolo “un corridoio ecologico per proteggere la farfalla Zerynthia“. Vale la pena quindi dare un occhio a quanto comunicato, per aggiungere tasselli e immaginarci contromisure.
Sembra una barzelletta, ma in effetti nel comunicato stampa emesso c’è scritto a chiare lettere che la protezione rigorosa di una specie rara può essere messa in atto mediante una “sperimentazione”, quindi tentando una via mai percorsa in precedenza, mettendo quindi alla prova la sopravvivenza di questa specie senza garanzie di riuscita. Probabilmente per gli studiosi non c’è occasione più ghiotta, una bella sfida seppur molto rischiosa.
In sostanza il Consorzio Forestale si occuperebbe di effettuare alcuni diradamenti boschivi che mettano in collegamento alcune popolazioni isolate di Zerynthia, all’interno dei quali disporre alcuni esemplari della pianta nutrice dei bruchi, nella speranza che queste farfalle (note per avere scarsissima mobilità) inizino a spostarsi e ad incontrarsi tra di loro, incrementando così la variabilità genetica ed acquistando qualche chance in più per sopravvivere. La speranza sembra quindi quella di poter “traslocare” (così c’è scritto nel comunicato ufficiale) la popolazione che dovrebbe essere eliminata con l’allargamento del cantiere, mettendola al sicuro. Un avveniristico esperimento che ha come laboratorio la Val Clarea. Nel testo del comunicato non ci sono cenni alle conseguenze nel caso di fallimento di una operazione di questo tipo, ma ci sono i tempi.. e sono, chiaramente, ad alta velocità. Pur non dando garanzie che questo esodo spontaneo avvenga e soprattutto non potendo immaginare la sua direzione, si apprende che i lavori del taglio degli alberi inizieranno nei prossimi giorni, per concludersi a inizio primavera. Tanta fretta per poter presentare questa sorpresa alle farfalle adulte nel momento della loro schiusa? In realtà nel comunicato la motivazione è “per non interferire con le attività di cantiere”. Quindi i lavori devono partire e la rara farfalla farebbe bene a sloggiare in fretta. Ma la natura, come sappiamo, non segue i tempi ed i desideri di TELT, al contrario di Università e Consorzio Forestale che non hanno fatto tante storie.
L’opzione “zero” non è stata contemplata neanche in questa occasione, neppure nominata, forse per scarsa onestà intellettuale visti i sostanziosi investimenti che TELT è disposta a erogare, per sostenere questa sua nuova ed ipocrita impostazione ambientalista.
Ma non c’è solo il “problema farfalla” da risolvere per TELT. Secondo quanto comunicato verranno realizzati alcuni rifugi artificiali per pipistrelli (le poche specie rimaste in zona che hanno tollerato l’illuminazione a giorno di cantiere e polizia) e a Salbertrand, teatro della possibile apertura di un nuovo cantiere TAV, il Consorzio Forestale Alta Valle sarebbe invece coinvolto nella salvaguardia di alcune specie erbacee rarissime in Piemonte.
Insomma le probabilità che quanto progettato per la Zerynthia e le altre specie minacciate per i signori del TAV vada a buon fine sono imprevedibili, trattandosi di una pure sperimentazioni. Non si può dare nessuna fiducia a chi tenta da vent’anni di devastare la Valle, che lo faccia mascherato da scienziato o da forestale.
Come d’abitudine non potremo stare a guardare, avendo a cuore il destino della Val Clarea e di questa rara farfalla presente sul nostro territorio. Quello lo lasciamo fare a poliziotti e militari che come sempre si schiereranno a tutela degli interessi che stanno dietro a quest’opera, che si palesino con le ruspe o con le motoseghe come in questo caso.
Sperimentazione che in caso di fallimento comporterà l’estinzione della colonia.
Sperimentazione che con qualsiasi esito darà lustro accademico ai suoi ideatori.
Sperimentazione che presuppone un’intelligenza nelle farfalle superiore a quella dei suoi ideatori.
Sperimentazione che trascina nel fango delle menzogne che da sempre circondano telt e la sua generatrice ltf il pur virtuoso ed apprezzato Consorzio forestale.
Sperimentazione di quanto la prepotenza del progetto telt possa incidere su enti locali con risorse da tempo ridotte all’osso.
Sperimentazione che sembra una bella prova generale per gli autoctoni umani che continueranno a dare disturbo.
Sperimentazione che tra gli umani si è spesso trasformata in genocidio (a cominciare dai daci, passando per gli armeni per arrivare ai giorni nostri).
Conferma che di questa fottuta (per telt) farfalla non gliene importa nulla, come di d’altronde di tutto il resto.